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Articolo 21 - Editoriali
Il sì del governo alle nefandezze dei condoni e delle sanatorie
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di Vittorio Emiliani

Il ministro Urbani aveva, l'altro giorno, giurato che no e poi no, l'emendamento alla Finanziaria 2005 col quale un gruppo di deputati di FI accordavano, dietro modesti versamenti, il condono per il possesso di beni archeologici di provenienza clandestina non sarebbe passato. Che anzi l'avrebbe fatto subito sopprimere nella culla. E invece è confermata la discussione alla Camera dell'emendamento presentato, fra gli altri, dall'on. Conte di Forza Italia. Se dovesse essere approvato, si aprirebbe una gigantesca falla nel sistema nazionale di tutela dei beni archeologici : pagando soltanto il 5 per cento del loro valore (accertato, se e quando ce la farà, dalla Soprintendenza) quanti hanno in casa vasi, statue, bronzetti, ori scavati dai tombaroli e venduti furtivamente ne avranno il possesso legale potendoli ovviamente anche smerciare come credono.

Sino ad oggi qualunque cosa si trovi sottoterra è di proprietà del demanio, cioè dello Stato. Si darebbe luogo, quindi, ad una autentica eversione, allo scasso violento delle leggi civili e penali e si direbbe ai tombaroli : scavate, scavate pure, distruggete tombe e necropoli, tanto lo Stato vi perdonerà. Ne sarebbe incentivato un commercio clandestino già fiorentissimo : il Nucleo speciale dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico è arrivato infatti a sequestrare in un anno anche più di 100 mila reperti di provenienza illecita. Figuriamoci quanti altri hanno preso la via della Svizzera (snodo fondamentale di tale mercato) o sono finiti nelle case e nelle ville di collezionisti italiani. Con l'emendamento Conte (Forza Italia) verrebbe inoltre demolito un altro pezzo del già intaccato Codice dei Beni culturali approvato appena pochi mesi or sono passando un colpo di spugna su decine di migliaia di reati, di indagini, di sequestri, ecc. E purtroppo si dimostrerebbe una volta di più - come nella recente vicenda della legge-delega ambientale e dell'osceno condono esteso alle aree protette da vincolo paesaggistico - che il ministro Urbani o non conta nulla o sa dire soltanto di sì alle nefandezze dei condoni e delle sanatorie.

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