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Articolo 21 - Editoriali
Cattivismo: ma i leghisti conoscono Rosa Parks?
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di Fabio Evangelisti

Il primo dicembre del 1955, a Montgomery in Alabama, Rosa Parks, era di ritorno in autobus e, poiché l'unico posto a sedere libero era nella parte anteriore del mezzo, quella riservata ai bianchi, andò a sedersi lì. Poco dopo salirono sull'autobus alcuni passeggeri bianchi che le intimarono di spostarsi nella zona destinata ai neri e per tutta risposta ottennero un netto rifiuto da parte di Rosa perché era stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe. Da quella ribellione si fa storicamente partire l’inizio della riscossa dei neri, guidata proprio da M.L.King, che ha portato poi, più di 50 anni dopo, Obama, di padre kenyota, alla presidenza degli Stati Uniti.
Tutto ritorna, si dice. I corsi e ricorsi storici talvolta vengono tirati in ballo per giustificare, come se si trattasse di un loop inevitabile, azioni, parole, provvedimenti che vanno in direzione contraria non solo al buon senso ma soprattutto a una sana e naturale convivenza tra le persone. E, invece, stiamo qui a discutere se la proposta di destinare i posti ai milanesi (come si farà a distinguerli, poi?) in metro, autobus e tram, avanzata dal consigliere comunale leghista di Milano, Matteo Salvini, sia una boutade, roba da orticello padano insomma, o rappresenti semplicemente una nostalgia segregazionista. E poco importa se una Agenzia Onu e il Consiglio d’Europa hanno accusato l’Italia di aver fatto passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo,per assicurare eguali diritti alle popolazioni residenti nel nostro Paese.
Certamente, l’abbrivio preso dalla Lega rispetto ai ‘troppi comunitari’ che minaccerebbero gli italiani e da cui occorre difendersi con ogni mezzo, da tempo mostra il suo carattere esponenziale. Si parte da Borghezio che girava sulle carrozze delle FS con lo spray disinfettante per cancellare la ‘sporcizia’ lasciata dagli occupanti neri e si arriva agli orrori, antistorici e anticristiani, contenuti nel cosiddetto pacchetto sicurezza, sul quale è già stata annunciata per la prossima settimana l’apposizione della fiducia, passando per la richiesta di moratoria per la costruzione di nuove moschee. Quando si intende introdurre il reato di clandestinità; quando anche i bambini rischiano di essere denunciati se la madre che lo mette al mondo non ha né passaporto né permesso di soggiorno e viene reso impossibile il riconoscimento del figlio naturale da parte del padre clandestino; quando era stata prevista persino la denuncia da parte dei medici dei clandestini bisognosi di assistenza ospedaliera; quando viene violato il diritto  - sancito dall’art. 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo - di costituire una famiglia legittima quando si voglia sposare una persona irregolarmente soggiornante; quando, con enfasi e orgoglio, il ministro dell’interno annuncia, senza nemmeno verificare chi fossero e da quali drammi arrivassero, di avere respinto al mittente, nella Libia del costosissimo amico Gheddafi, 227 uomini e donne, e allora si potrà finalmente dire che siamo diventati cattivissimi. E saranno scelte che influiranno negativamente sulla vita e la dignità delle persone e persino sulla sicurezza che invece si intendeva preservare.
Certo, si potrà sempre dire che la madre dei cretini è sempre incinta quando si ascoltano certe proposte ma davvero non vorremmo essere costretti, in un prossimo futuro, ad attendere alle fermate degli autobus una nuova Rosa Parks.

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