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Articolo 21 - Editoriali
Affitti: sconto progressivo per i milionari
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di Rosario Di Raimondo*

Calderoli c'è. Il ministro per la Semplificazione amministrativa ha proposto un provvedimento ad hoc che riguarda, appunto, la semplificazione, ed in particolar modo gli affitti. O meglio, le imposte che gravano sui redditi prodotti dagli affitti.
Il discorso è, guarda la coincidenza, semplicissimo. Il guadagno che si trae affittando una casa, ovvero il reddito, è stato sommato, fino ad oggi, al totale del reddito di un soggetto. In questo modo, tramite l'aliquota Irpef, l'imposta che si applica al reddito riguarda la totalità dei “guadagni” di quel soggetto. In tal modo ognuno paga progressivamente rispetto al proprio reddito; ecco gli esempi:
supponiamo, per comodità, che il guadagno annuale dato dall'affitto di una casa sia 5000 euro.
Il soggetto A guadagna, lavorando, 15.000 euro all'anno; sommando i 5000, arriva a 20.000, e pagherà un'aliquota Irpef del 27%.
il soggetto B guadagna, lavorando, 70.000 euro all'anno, più i 5000 euro, per un totale di 75.000 euro. Pagherà un'aliquota Irpef  del 43%, ovviamente maggiore rispetto al Soggetto A poiché gode di un reddito maggiore: volgarmente, è più ricco.
L'articolo 53 della Costituzione italiana, ed in particolare il principio della “partecipazione alla spesa pubblica” sanciscono infatti che: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a caratteri di progressività.”
La riforma, invece, garantirebbe tutt'altro. Tramite la cosiddetta “cedolare secca”, tutti coloro che affitteranno una casa pagheranno un'imposta, la quale si aggirerà attorno al 20%, che verrà applicata al solo reddito derivante dall'affitto dell'abitazione, non più al reddito totale. Riproponiamo l'esempio precedente.
Il soggetto A pagherà il 20% dell'imposta sugli affitti, e come base imponibile sarà considerato il reddito di 5000 euro derivante dalla locazione. Così come il soggetto B, che però ha un reddito alto più di un terzo rispetto al primo.
Mentre il primo risparmierà attorno alle 700 euro annue, il secondo verserà 2000 euro in meno di imposte: si rende “progressivo” lo sconto, anziché il pagamento.
Perchè questo “sconto fiscale”? Pare che in Italia, su 4 milioni di contratti d'affitto, 532 mila non siano registrati. Secondo fonti Istat, l'imponibile evaso sarebbe di 2,2 miliardi di euro; l'irpef evaso di 600 milioni di euro. Sarebbe una sorta di condono per i contratti non registrati, nonché una negazione del dettato costituzionale che si riferisce alla progressività.
Nel frattempo, il fisco piange.
Invece di lottare l'evasione fiscale, si preferisce tassare ricchi e poveri in egual misura. Indovinate chi ne beneficerà realmente.
La proposta ha già ricevuto l'assenso della componente della commissione Finanze, Paola De Micheli, Pd, secondo la quale “è una buona notizia quella data dal ministro Calderoli: da tempo il Pd sostiene l'utilità di questa misura”.
Per concludere, nel pacchetto di articoli che verrà presentato ci sarà anche una norma, a favore dei locatari, che semplificherà la possibilità di sfratto a danno degli inquilini delle abitazioni. Ottimo, per la lotta all'evasione.

*www.informale.ilcannocchiale.it

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