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Articolo 21 - Editoriali
Il fantomatico complotto mediatico contro Berlusconi. E Napolitano difende il diritto allâ??informazione.
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di Gianni Rossi

A furia di gridare al complotto eversivo, si rischia che il boomerang ritorni sull’incauto lanciatore e gli colpisca il collo, già martoriato da un “diplomatico torcicollo” quotidiano.

Berlusconi,davanti alla platea filo-governativa dei giovani confindustriali, riuniti a Santa Margherita Ligure, cerca di avvalorare la sua immagine di “vittima sacrificale” di un potente Moloch italiano-internazionale che starebbe tentando in tutti i modi di scalzarlo dal potere per potere al suo posto “qualcuno non eletto dal popolo”. I più maliziosi del parterre confindustriale hanno subito pensato a Luca Cordero di Montezemolo, il presidente della Fiat-Ferrari oggi col vento in poppa presso l’amministrazione Obama e le varie cancellerie europee, ma è stato un fugace gioco di società!

In realtà lui ce l’aveva con quel “cattivone” di Franceschini, al quale dovrebbe essere limitato lo spazio sui media e, di conseguenza, ridotti gli inserti pubblicitari a quei giornali che parlano di “catastrofe” in Italia: così si è subito peritato di rettificare il solerte ed efficiente servizio stampa del premier. Dal canto suo, il leader del PD gli ha risposto che non si farà intimidire e che in pericolo semmai è la democrazia italiana.

Il Presidente Napolitano, chiamato in causa dalle forze di opposizione, dai magistrati e, per la prima volta, anche da un documento unitario giornalisti-editori, ha ribadito la sua ferma difesa del diritto all’informazione e alla libertà di stampa. Come a dire: “esaminerò con molta cura la legge sulle intercettazioni e se qualcosa va contro l’articolo 21 della Costituzione, correrò ai ripari”.

Il ruolo della vittima, dell’agnello sacrificale, del “solo contro tutti i Filistei del mondo” è quello che ama maggiormente il “prestigiatore-incantatore” di Arcore da 15 anni, da quando è sceso direttamente in politica. Ma è un’arma spuntata.

Ultimamente non lo ha riparato dalla debacle elettorale alle Europee e,nelle prossime settimane, rischia di farlo precipitare nei consensi anche per gli effetti della crisi economica e sociale. E il richiamo della Presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, a darsi da fare nei prossimi cento giorni, pena l’aggravarsi della decadenza italiana, è suonato come l’ultimo appello!

Insomma un implicito avviso dei “cinque, anzi, cento giorno”, prima dello sfratto da Palazzo Chigi per le maestranze negligenti del centrodestra?

Dopo agosto, alla riapertura delle fabbrica e alla ripresa dell’attività produttiva, saranno centinaia di miglia i lavoratori che perderanno il posto di lavoro, a causa del forte calo di ordinativi e della stretta creditizia della banche. A questi vanno aggiunte le decine di migliaia di occupati a tempo determinato nella pubblica amministrazione da settembre non avranno più rinnovati i contratti I pochi soldi messi a disposizione per la cassa integrazione e l’assenza di dispositivi di assistenza sociale per i disoccupati potrebbero innescare un “autunno caldo”, dai risvolti davvero drammatici per il paese e per la tenuta del governo di centrodestra.

Ma davvero in Italia si aggira una masnada di “complottardi”, sostenuta da chissà quali potenti lobbies estere che tramano nell’ombra con tanto di fotocamere dotate di potentissimi teleobiettivi in grado di rovesciare gli esiti delle libere elezioni?

Berlusconi ha la memoria corta e con lui anche gran parte dei media che lo assecondano. L’Italia di complotti veri, al limite del colpo di stato, ne ha vissuti parecchi e in molti casi si sono intrecciati apparati separati dello stato, servizi segreti deviati, organizzazioni terroristiche di estrema destra e di estrema sinistra, ambienti della finanza e dell’industria, strane compiacenze di settori potenti di paesi alleati, come gli stessi Stati Uniti, o a suo tempo avversari, come l’ex-Unione Sovietica.

Nel 1964 ci fu il cosiddetto “Piano Solo”, ordito da alcuni vertici militari e dei carabinieri, con  la connivenza di alcuni leader politici, che portarono alle dimissioni del Presidente della Repubblica Segni.

Dal 1969 in poi iniziò la lunga scia rossa di sangue delle “stragi di Stato”, dalle bombe a Piazza Fontana a quelle messe sui treni e nella stazione di Bologna, nelle piazze gremite di lavoratori come a Brescia, passando quindi per il tentato golpe del 1974, ai molteplici assassini mirati dei “nemici del popolo”, in realtà onesti “servitori dello stato”, da parte delle Brigate rosse; per finire al tentativo di assassinare il Papa Giovanni Paolo II a San Pietro e al complotto più eversivo di tutti, ordito dalla loggia segreta P2 di Licio Gelli.

Gli adepti a quella loggia (vertici militari, dei servizi segreti, delle forze dell’ordine, della magistratura, leader politici, esponenti in vista dell’economia e della finanza) sono in maggior parte, pur se invecchiati, ancora ai loro posti, molti condividono “le stanze dei bottoni”, parte del programma politico autoritario e anticostituzionale “per la Rinascita dell’Italia” sta trovando pratica attuazione nel nostro paese.

Ma dov’erano negli anni Settanta-Ottanta, quando solo la presenza e lo spirito di attaccamento ai valori costituzionali dei sindacati e dei partiti come il PCI, il PSI, la stessa Dc e altri movimenti democratici si opposero alla “deriva sfascista” dello stato, dov’erano i Berlusconi e i tanti altri suoi amici di affari e di politica? Erano forse troppo giovani ed inesperti? Oppure impegnati negli studi universitari e nella ricerca di una occupazione stabile? O anche allora si tenevano lontani dalle piazze, distratte evidentemente dai media che “mestavano nel torbido e infangavano il buon nome dell’Italia”? Eravamo forse in preda a degli incubi e non ce ne accorgevamo, mentre gli altri, quelli che poi oggi sarebbero stati chiamati a “risollevare le sorti del Belpaese”, avevano capito tutto e tiravano avanti senza guardarsi intorno, turandosi il naso?

Sono stati 45 anni di tentativi per far cadere la debole democrazia italiana in uno stato a “sovranità limitata” e, finora, sono stati sempre gli stessi ambienti italiani a darsi da fare!

Che dietro all’odierno “complotto anti-berlusconiano” ci siano Obama e Murdoch, insieme alla moglie Veronica Lario, all’ingegner De Benedetti e a Franceschini, fa ridere a crepapelle qualsiasi osservatore politologo in Italia, in Europa e nel resto del mondo.

Il vero nodo da sciogliere, ora che il disincanto per il premier è palese, sarà nei prossimi mesi come far nascere una coalizione democratica, liberale e riformista in grado di ridare slancio vitale alla parte sana del paese, per far ritornare l’Italia nel novero delle grandi potenze democratiche occidentali, senza più vergognarsi di chi ci governa e di come vengono umiliate le istituzioni repubblicane.

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