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Articolo 21 - Editoriali
Iran: il tramonto della democrazia
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di Tania Passa


Le forze di sicurezza iraniane hanno arrestato fino ad ora un centinaio di manifestanti riformisti, tra cui anche il fratello dell'ex presidente iraniano Mohammad Khatami poi rilasciato, accusandoli di aver orchestrato le violenze di ieri.

 

Intanto Mousavi, pur chiedendo ai suoi sostenitori di continuare a protestare seppur pacificamente, ha rilanciato la sua denuncia contro il voto chiedendo formalmente al Consiglio dei guardiani della Costituzione l'annullamento delle elezioni per brogli.

Ma Ahmadinejad  nega l'esistenza di irregolarità e in una conferenza stampa ha accusato i media stranieri di respingere il risultato solo perché a loro non piace.

E’ vero non ci piace una vittoria di Ahmadinejad, come non ci piace vedere migliaia di giovani in strada per protestare contro un voto truccato, picchiati ed arrestati, queste scene si ripetono inesorabilmente , da Tienanmen alla Birmania al Tibet, i giovani riformisti continuano ad essere oggetto di violenze ogni volta che ce n’è l’opportunità.

Eppure c’era stata una grande partecipazione alle elezioni iraniane e doveva essere una grande festa , ma ad oggi Mousavi non riconosce le elezioni e chi le ha vinte, fino al punto di chiederne l’annullamento. E forse se tanta gente è scesa in strada per protestare, se di fronte alle ambasciate iraniane dei paesi più importanti del mondo continua questa grande mobilitazione , forse qualcosa è accaduto davvero.

Ieri sera sulle agenzie un funzionario del ministero dell’interno iraniano dichiarava che Ahmadinejad stava preparando i brogli da settimane.

 

Proprio in queste ore si era potuto registrare un grande passo avanti in Israele con il suo premier Netanyahu che  si era detto pronto ad accettare la creazione di uno Stato palestinese smilitarizzato che riconosca Israele come Stato del popolo ebraico. 

Riguardo all’Iran Netanyahu in serata  dichiarava che : "La più grande minaccia per Israele, il Medio Oriente e il mondo intero, è l'incontro tra la bomba nucleare e l'islam radicale", aggiungendo che "nei suoi prossimi viaggi lavorerà sodo a una coalizione internazionale contro l'arsenale atomico dell'Iran".

Ed in questo momento non ci sono molti Stati pronti a difendere chi perseguita i riformisti, giusto la russia che è abituata ad assassinarli insieme ai giornalisti.

 Chissà domani Berlusconi come si schiererà durante l’incontro con Obama , e chissà se sentirà il Presidente  Putin prima, vicino all’Iran e amico del nostro Presidente del Consiglio.

Chissà quando tornerà l’alba della democrazia nel mondo , ad oggi è un sogno lontano .

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