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Articolo 21 - Editoriali
I dispetti di Tesauro, la crisi nera di Cheli
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di Francesco Lener da .Com

Il clamoroso documento pubblicato dall'Antitrust riapre il dibattito sul ruolo delle Authority

Le bordate di Giuseppe Tesauro ripropongono un mare di interrogativi sul ruolo delle Authority. I clamorosi esiti dell'indagine conoscitiva compiuta dall'Antitrust sulla raccolta pubblicitaria televisiva e sulle conclamatissime posizioni dominanti di Rai e (soprattutto) Mediaset non hanno trovato grandissima eco mediatica in un week end dominato da tagli e taglie, nonostante le reazioni scomposte dei diretti interessati. In compenso, però, hanno ottenuto il risultato di mettere nuovamente in crisi i rapporti tra Tesauro e l'Autorità per le Comunicazioni, presieduta da Enzo Cheli. Il corposo comunicato di fine indagine, infatti, oltre a contenere i dati riassuntivi sulle quote pubblicitarie dei due broadcaster (Cavallo 29%, Cologno 65%), opera una clamorosa invasione di campo su materie tradizionalmente attribuite all'Agcom, allegando una lista di preziosi "suggerimenti", ad esempio sulla questione Auditel ("è auspicabile la ridefinizione dell'assetto proprietario della società che attualmente svolge tale servizio, prevedendo un soggetto privato indipendente") o sull'assetto societario della Rai.
Abbastanza per mettere in grave difficoltà i Cheli boys, che da anni si barcamenano su questi temi. Implacabile il giudizio di Sergio Bellucci, responsabile comunicazione di Rifondazione Comunista: «Mi piacerebbe sapere cosa pensa Cheli. E' incredibile che l'Antirust tiri fuori una situazione così lampante, chiara e definita, mentre l'Autorità delle Comunicazioni continua a balbettare la scusa per cui devono capire cosa sta accadendo: se non l'hanno capito in sette anni, significa che non sono in grado di fare il loro mestiere. E' una posizione dominante sotto gli occhi di tutti, ora anche di Tesauro, che certo non è un bolscevico all'assalto del Palazzo d'Inverno». Il bello è che l'Agcom ha in corso un procedimento specificamente destinato all'accertamento delle posizioni dominanti nel settore tv. Incoraggiati dalle parole di Tesauro, i soggetti che del duopolio soffrono costantemente rialzano la testa. E' il caso di Aeranti Corallo, l'associazione che rappresenta il grosso delle piccole antenne. «Le conclusioni dell'indagine conoscitiva Antitrust - dice il coordinatore, Marco Rossignoli - non fanno che avvalorare la nostra ipotesi, e che cioè il mercato della raccolta pubblicitaria televisiva in ambito nazionale sia caratterizzato da una elevata concentrazione e da elevate barriere all'ingresso. La quantità di raccolta pubblicitaria da parte di Sipra e Publitalia 80 è pari a 4/5 delle risorse del settore televisivo».
Gli sbocchi concreti di tutto questo concerto, però, non sono chiarissimi. L'Antitrust ha indagato e ha conosciuto, ma le sue calde raccomandazioni sono state immediatamente respinte al mittente dal Governo. Cheli, forse, irrogherà sanzioni pecuniarie a Rai e Mediaset, le quali, se mai arriveranno a pagarle, ben difficilmente saranno costrette a cambiare le loro strategie di mercato e i loro assetti societari. E poi, a stretto giro di posta, le Authority cambieranno tutti i vertici, probabilmente a vantaggio di soggetti più vicini al Cavaliere. Ma tanto, per quel che hanno dimostrato di contare...

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