Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Il cortocircuito dell'informazione
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Giovanni Valentini

IL SABATO DEL VILLAGGIO

Sullo sfondo di un episodio come quello dell´Olimpico, al di là dei confini sportivi e giudiziari, emerge il clima di violenza e di paura che oggi domina la psicologia di massa Dopo le menzogne dei governanti s´è ormai instaurata una diffidenza diffusa, una sfiducia crescente nei confronti delle autorità costituite, delle fonti e delle versioni ufficiali
da La Repubblica


Correva l´anno 1938 quando, il 30 di ottobre, in America un giovane e già famoso conduttore radiofonico di nome Orson Welles interruppe la trasmissione "La guerra dei mondi", per dare la notizia che i marziani erano sbarcati sulla terra. L´annuncio, amplificato dai media, provocò un´ondata di panico in tutti gli Stati Uniti alimentando una psicosi collettiva, tanto infondata quanto irrazionale. Da allora, il caso diventò oggetto di studio anche nelle aule universitarie.
� un altro caso mediatico che si può analizzare in un corso di Scienze della comunicazione, oltre che naturalmente un caso sportivo e giudiziario, quello del derby sospeso domenica scorsa all´Olimpico a furor di popolo. Gli elementi fondamentali ci sono tutti: la notizia, o meglio la falsa notizia; la smentita, le fonti e infine il pubblico. Ma forse se ne può trarre qualche conseguenza di ordine più generale anche sul piano politico e sociale.
Che la falsa notizia sia stata diffusa ad arte o meno, magari da un accordo fra le due tifoserie per "ricattare" il governo come ha detto il ministro Maroni o per qualsiasi altro scopo, meno importa in questa sede. Certo è che i suoi effetti sono stati immediati e contagiosi e potevano risultare devastanti. Ma qui, a differenza del caso di Orson Welles, è mancata qualsiasi amplificazione dei media: bisogna dare atto, anzi, al telecronista che curava la diretta su Sky di aver usato la massima cautela e responsabilità, con un comportamento professionalmente ineccepibile.
� bastato invece il tam-tam, il passaparola fra i tifosi, il network dei telefonini, per diffondere la vox populi nel giro di pochi minuti. Resta ancora da capire come e perché un megafono, in funzione sugli spalti fin dall´inizio della partita, abbia potuto lanciare messaggi a volume tanto alto che si potevano ascoltare anche attraverso l´audio del televisore.
Lo stesso annuncio ripetuto più volte dall´altoparlante dello stadio, «la notizia è assolutamente priva di qualsiasi fondamento», è risultato inutile e anzi controproducente: chi ancora non sapeva del presunto incidente, così è venuto a saperlo. Un´altra conferma del vecchio detto che circola da sempre nelle redazioni dei giornali, per cui "una smentita è una notizia data due volte".
Nel caos dell´Olimpico, neppure le fonti ufficiali - il prefetto e il questore, scesi in campo per tranquillizzare tutti - sono state considerate attendibili. Perfino l´arbitro non gli ha creduto, come pure avrebbe dovuto. E prima di interrompere la partita, non s´è rivolto alla sua Federazione, al "governo del calcio", bensì alla Confindustria del pallone: cioè ad Adriano Galliani, presidente della Lega (l´associazione delle società) e vicepresidente del Milan, anche lui in palese conflitto di interessi.
Alla fine, il pubblico del derby ha voluto credere alla (falsa) notizia e non alla smentita ufficiale. Al tam-tam dello stadio più che all´altoparlante. A tre o quattro capi degli ultrà più che al prefetto o al questore. Fortunatamente all´uscita è andato tutto bene, grazie all´impegno delle forze dell´Ordine: ma chi si sarebbe assunto la responsabilità di una strage, in caso di incidenti più gravi?
Quello dell´Olimpico resta, comunque, un precedente pericoloso. Non solo per il rischio di alimentare "falsi allarmi" a catena. Ma soprattutto perché in questo modo si affida di fatto ai tifosi il potere di sospendere una partita dagli spalti, in nome di una presunta sicurezza, senza incorrere nell´invasione di campo e nelle relative conseguenze: e se gli ultrà lo esercitassero, per esempio, quando la squadra di casa sta perdendo, per evitare una sconfitta o una retrocessione? � quello che potrebbe accadere, in mancanza di provvedimenti e sanzioni esemplari, quando si delegittimano i responsabili dell´ordine pubblico.
* * *
Sullo sfondo di un episodio come questo, al di là dei confini sportivi e giudiziari, emerge il clima di violenza e di paura che oggi domina la psicologia di massa e rende tutto instabile, incerto, precario. � l´onda lunga di un incubo collettivo, propagato dalla minaccia del terrorismo internazionale, a cui corrisponde quella "fluidità" dell´opinione pubblica di cui parlava domenica scorsa Ilvo Diamanti nel suo articolo sul nostro giornale: una iper-sensibilità, mista a una percezione di insicurezza e di vulnerabilità. Tanto più contagiosa dopo il massacro di Madrid e, a maggior ragione tra gli appassionati di calcio, dopo le polemiche sulle partite disputate ugualmente.
Ma il caso dell´Olimpico dimostra pure che c´è una diffidenza diffusa, una sfiducia crescente nei confronti delle autorità costituite, delle fonti e delle versioni ufficiali. Evidentemente, le menzogne di Bush e di Blair sulla guerra in Iraq, le bugie di Aznar sulla matrice dell´attentato contro la Spagna e verosimilmente anche quelle più casalinghe di Berlusconi, hanno provocato un cortocircuito nel sistema dell´informazione che tende a escludere gli stessi mass media. � un motivo in più per riflettere in questo momento particolare sulle responsabilità di un giornalismo indipendente, libero dalla servitù ? più o meno volontaria ? dell´autocensura e dell´inganno.
(sabatorepubblica. it) 

Letto 508 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21