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Articolo 21 - Editoriali
Richiedenti asilo respinti in Lybia, l'appello da Tripoli
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di redazione

UNHCR e Cir oggi tuonano unanimi nella condanna: il 1° luglio, un barcone intercettato al largo di Lampedusa è stato bloccato e i suoi 82 passeggeri, in maggioranza eritrei sono stati trasbordati su imbarcazioni libiche. Non semplici migranti, commenta una nota diramata dalle due organizzazioni, ma in buona parte richiedenti asilo: ''33 di queste persone - riferisce il Cir - erano gia' state precedentemente riconosciute rifugiate sotto il mandato delle Nazioni Unite. Fra di loro c'erano anche 9 donne e 6 bambini, tutti indistintamente rispediti in Lybia. I migranti hanno inoltre rivelato di aver subito maltrattamenti e violenze, 6 di loro sono stati costretti a ricovero ospedaliero. Ma ancora più grave, sarebbero stati sequestrati loro documenti ed effetti personali, mai più restituiti.
L'ONU a questo punto chiede chiarimenti al Governo italiano.
L'episodio era stato denunciato a suo tempo da varie testate indipendenti, tra cui fortresseurope.blogspot.com.

Questo il testo dell'appello pubblicato sullo stesso blog che rispecchia il comunicato emanato oggi dall'UNHCR

Tripoli, 3 luglio 2009
Gentilissimi,
Alla cortese attenzione di tutti coloro che sono a conoscenza delle violazioni del diritto d’asilo delle
attuali politiche italiane dell’immigrazione:
A causa dell’attuale accordo tra Libia e Italia, che permette all’Italia di respingere gli immigrati in
Libia, da dove sono partiti, sono stati respinte alcune centinaia di immigrati e rifugiati. Le autorità
libiche li accolgono in condizioni inumane. Sono sottoposti a continui maltrattamenti fino a quando
verrà presa qualche decisione sul loro destino, probabilmente la deportazione nella loro patria.
Alcuni di loro hanno urgente bisogno di una protezione internazionale, in qualsiasi luogo dove la
loro richiesta possa essere seriamente esaminata dall’Acnur (Alto commissariato per i rifugiati delle
Nazioni Unite). In qualsiasi posto eccetto la Libia e, dopo il sei maggio, l’Italia.
Siamo riusciti a raccogliere informazioni sui detenuti respinti in Libia lo scorso 1 luglio 2009.
Abbiamo trovato 74 eritrei tra loro, tra cui 9 donne. Tutte le donne sono detenute a Zawiyah, e gli
uomini a Zuwarah. Ci hanno detto di essere stati presi quando erano a circa 45 km (30 miglia) dalla
costa italiana. Quando hanno saputo che li stavano riportando in Libia, dove sarebbero stati arrestati
per altre torture, hanno vivamente protestato a bordo. Ma le proteste gli hanno solo procurato molti
abusi fisici da parte delle forze navali italiane. Al punto che due di loro sono seriamente feriti, e altri
sei hanno ferite minori. Sono tutti eritrei e hanno bisogno di una protezione internazionale. È un
obbligo di tutti gli Stati firmatari della Convenzione di Ginevra del 1951. Sono stati respinti in
Libia, ma dal momento che la Libia non ha firmato questo protocollo internazionale, e non ha una
procedura nazionale sull’asilo, questi richiedenti non avranno mai una opportunità di chiedere asilo
in Libia, altrimenti sarebbero a rischio di essere deportati nella loro patria, dove la loro vita è a
rischio.
Stiamo seguendo gli sviluppi nei limiti delle nostre possibilità, nascondendo i nostri nomi e i nostri
indirizzi dal momento che le autorità non accetterebbero le nostre richieste e questo potrebbe
procurarci alcuni rischi per la nostra vita... siamo in un luogo dove non c’è libertà di parola né di
protesta. Così ci auguriamo che le vostre rispettate organizzazioni guardino al tema dei richiedenti
asilo nel modo più serio e urgente possibile. Gli eritrei hanno urgente bisogno di una protezione
internazionale, dal momento in cui la loro emigrazione non è semplicemente economica, ma c’è
qualcos’altro dietro, lo sappiamo.
Pertanto, includiamo qui la lista dei nomi degli Eritrei che sono stati respinti
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Cordiali saluti, un anonimo eritreo, Tripoli

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