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Articolo 21 - Editoriali
Ecco la prima Proposta di legge sulla â??libera reteâ?. Intervista al senatore Vita, primo firmatario.
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di Gianni Rossi

 E’ stata in presentata al Senato la proposta di legge, a firma dei senatori del PD, Vita e Vimercati, sullo sviluppo e la libertà della Rete internet in Italia: “Disposizioni per garantire la neutralità delle reti di comunicazione, la diffusione delle nuove tecnologie telematiche e lo sviluppo del software aperto”. In pratica, è  un progetto globale che vuole portare il nostro paese al passo con gli altri europei (Svezia, Francia, Germania e Gran Bretagna), dove lo sviluppo della rete è garantito da ingenti investimenti per far arrivare la larga banda ovunque, in modo che la popolazione possa servirsene con estrema facilità e a basso costo. Si tratta di dare corpo ad un “nuovo diritto” democratico, che negli Stati Uniti ha contribuito molto anche all’elezione del presidente Obama, e che permette alle piccole e medie aziende di “comunicare” tra loro e con i consumatori velocemente e con minori spese, di aiutare i cittadini a “dialogare” con la pubblica amministrazione e risolvere tutti i problemi (anagrafe, tasse, documentazioni varie, iscrizioni scolastiche e universitarie, pagamenti utenze); ma anche per creare le basi per un uso diverso e più attivo dei grandi media (TV,radio e stampa). Il governo Berlusconi ha genericamente parlato di incentivare un progetto di costruzione della larga banda destinando, ma solo sulla carta, circa 800 milioni di Euro ( ma ce ne vorrebbero almeno 10 miliardi in sette/otto anni, secondo il presidente dell’AGCOM, Calabrò, come ha sostenuto nelle sue Relazioni annuali). A questo proposito, però, il “Progetto” elaborato da Francesco Caio, amministratore delegato europeo di Vodafone, proprio su richiesta del governo, è rimasto chiuso nel “cassetto dei desideri”!

Il disegno di legge ha potuto giovarsi dei suggerimenti provenienti da più parti e si è avvalso anche delle osservazioni e degli spunti, offerti sul wiki frontiere digitali, sul blog unaleggeperlarete.wordpress.com o nel gruppo facebook, Una legge per la rete, ma anche dai contributi espressi dai  navigatori di Articolo 21 e Aprileonline.

Gli argomenti erano certo importanti (la neutralità della rete, il free software, la banda larga per tutti) ma la partecipazione e la qualità dei commenti hanno superato qualsiasi attesa.

Ulteriori, rilevanti contributi sulla libertà della rete e del software sono venuti dai seminari svolti a Roma e a Milano, animati dai bloggers, internauti ed esponenti politici che si occupano di tali temi. Più volte anche il Commissario europeo alla Società dell’Informazione, Viviane Reding, ha sottolineato che questo settore è la chiave per la competitività e la crescita economica in Europa, ed è responsabile per circa il 50% dell’attuale crescita di produttività nella UE. Il futuro economico e sociale dipende in larga parte dal futuro delle reti. Per contrastare l’attuale profonda crisi economica, il Vertice europeo ha previsto finanziamenti imponenti indirizzati al settore dell’innovazione: nel nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013, infatti, l’Unione Europea ha destinato circa 7 miliardi di euro a progetti collegati alle nuove tecnologie. Ne abbiamo parlato con il primo firmatario della Proposta, il senatore Vincenzo Vita.

 D. Quali sono, Vita, i punti qualificanti della vostra proposta?

R. “I tre punti essenziali sono: garantire la neutralità della rete, ovvero l’accesso per tutti a canoni limitati o persino gratuitamente, essendo questo un capitolo cruciale dei nuovi diritti di cittadinanza. In secondo luogo, un grande piano di viluppo digitale attraverso un investimento triennale impegnativo e un programma rigoroso di alfabetizzazione informatica. Terzo elemento di qualità del testo è il software libero, vale a dire, la rottura con la logica proprietaria dei codici della “nuova conoscenza”.

D. Intanto, questa è la prima proposta di legge sulla rete, discussa e integrata proprio dal “popolo” della rete.

R. “Il testo che abbiamo presentato con il senatore Vimercati è il frutto di una lunga consultazione in rete. Tant’è che la stesura finale è per circa due terzi diversa da quella iniziale. Insomma, abbiamo voluto attivare una sorta di “Terza Camera” virtuale, per dare voce a quei tanti straordinari soggetti che non animano le piazze , bensì la “net society”, quella vasta società della rete che ormai partecipa a tutti gli eventi politici, senza magari entrare nelle sedi istituzionali della “vecchia politica”.

D. C’è un attacco alla libertà di scaricare da Internet. In Francia per fortuna è intervenuta la Corte costituzionale contro il progetto di censura del governo.

R. “ In effetti, tra i punti proprio inseriti nel testo, dopo il tentativo di legge francese  e quello anche europeo, c’è la norma contro i filtraggi. La libertà non si può e non si deve toccare.

 D. Tutti i partiti, specie a sinistra, parlano di utilizzare la rete come strumento partecipativo, ma poi non sviluppano siti, aree, le culture necessarie. Perché?

R. “Perché ancora non è entrata nella cultura politica l’ottica del linguaggio digitale, che non è un settore di lavoro, ma il nuovo sistema nervoso del villaggio globale. Si parala tanto di Obama e del suo successo dovuto alla rete, ma  prendo atto amaramente che i documenti congressuali del PD non si occupano compiutamente di questa grande straordinaria novità. E’ anche con la forza della rete che si può e si deve combattere l’egemonia culturale della destra”.

 

 

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