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Articolo 21 - Editoriali
Il vittimismo di Masotti per qualche punto di share in più
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di Redazione

Servirà a Masotti la tragicomica polemica contro il vignettista Vauro per catturare un po' d'interesse intorno al suo disastroso "Punto e a capo"? Per una graffiata sul "manifesto", con Vauro che ironizzava sulla sua arroganza e metteva in scena un francescano che gli ricordava il fine ultimo obbligato di tutti noi mortali, il vicedirettore-censore di Raidue ha tuonato vittimisticamente: è un avvertimento di stampo brigatista. Così Giovanni Masotti, noto non solo per mettere a tecere gli ospiti dissenzienti con la linea del governo nei suoi programmi, ma anche per aver cancellato ogni voce non allineata dal palinsesto di Raidue (con i ben noti casi legati a "Dodicesimo Round"), vuole adesso sfruttare una vignetta per regalarsi un po' di pubblicità: ne ha bisogno come l'aria, anche perchè il suo "Punto e a capo" viaggia sotto la linea media del 7 per cento di ascolto. Pochissimo, dati i costi colossali del programma, denunciati da Natalia Lombardo sull'Unità, e visto soprattutto lo sforzo della Rai di Cattaneo per sostenere la nuova, fallimentare prima serata d'informazione filogovernativa (Raiuno è stata messa a stecchetto con repliche di vecchi episodi di "Don Matteo"). Nella puntata della settimana scorsa che celebrava i tagli fiscali berlusconiani è stata persino ingaggiata una claque per gli applausi a comando, ed è stata trasmessa una sorta di fiction che esaltava l'opera del governo, curata personalmente da Paolo Graldi, già intervistatore di fiducia del Cavaliere. Tagli, ritagli e frattaglie dei vari servizi hanno richiesto l'utilizzazione anche di numerose sale di montaggio in appalto, facendo impennare ulteriormente i già altissimi costi di "Punto e capo" (il triplo di "Ballarò", per un risultato d'ascolto che, in media, vale la metà). Oltre alle proteste di numerosi parlamentari e degli spettatori più accorti, il gionalismo Masotti-style si è meritato già una marea di critiche: tra le più feroci, quella di un insospettabile come Gianfranco Funari, che casomai è politicamente più vicino al centrodestra, che alla sinistra. Alludendo palesemente anche all'improbabile capigliatura phonata e rialzata del conduttore, Funari ha definito senza mezze parole Masotti come nuovo campione del genere "lacca-culismo". Piacciano o meno queste pesanti ironie, appare comunque davvero indovinata, da parte di Vauro, la scelta della figura di un francescano per criticare le manie di grandezza di Masotti: di povero, anzi di misero, a "Punto e capo" c'è solo il risultato d'ascolto.
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