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Articolo 21 - Editoriali
Io come Berlusconi. Lui ed io perseguitati dalla Rai?
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di Adriano Donaggio

Criticando il TG3, Berlusconi ha sollevato un problema che va al di là di chi sarà il prossimo direttore del TG 3. Siamo franchi: qui non stiamo parlando di uomini, stiamo parlando di soldi. La Rai è sostenuta da danaro pubblico, da gente che come me oltre a pagare le tasse, paga il canone. Pago dunque pretendo. Cos’ è questa storia che uno con i miei soldi fa un telegiornale che non mi informa su quello che fa il mio Premier. E’ mai possibile che per saperlo debba leggere i giornali stranieri? Non voglio molto, voglio solo che il governo mi garantisca quello che è previsto dalla Costituzione. Dice la carta costituzionale che lo Stato deve garantire la libertà di opinione. Bene. Ma io per farmi un ‘ opinione devo conoscere i fatti, fatti che come ha acutamente detto Barbara Berlusconi, quando si tratta di un uomo politico non possono essere contrabbandati per tic privati. Del resto se non fosse così perché Il Premier avrebbe parlato in un programma della RAI dei  suoi rapporti con una ragazza di Napoli?
Naturalmente non solo dei fatti che riguardano la vita del premier voglio essere informato. Certo un cittadino ha il diritto di sapere se uno che gli parla dalla televisione ha l’ abitudine di dire la verità o di mentire (e questo ovviamente non vale solo per un premier, qualunque esso sia). Ma non è questo il problema o, almeno, non è solo questo.  Un cittadino vive del proprio stipendio, dei propri risparmi, ha quindi il diritto si sapere con esattezza qual è la situazione economica del Paese in cui vive. Deve spendere? deve risparmiare? Dalle decisioni che prenderà dipenderà il suo benessere o la disgrazia della sua famiglia visto che la gran parte dei cittadini ha un reddito che consente pochi margini di errore (indebitarsi per una casa che credi di poter pagare e che poi non puoi pagare può essere la rovina di una vita). In questi ultimi mesi abbiamo visto che sull’ economia e sulla finanza sono state fatte affermazioni che stanno al di là del bene e del male, che hanno rovinato molte famiglie in Italia e ancor più all’ estero.
Ora che ci siano state banche, società di assicurazioni, intermediari che abbiano raccontato i fatti dell’ economia e il mondo degli investimenti finanziari a modo loro, in molti casi, ha portato al disastro. Una cosa però posso e debbo pretendere: che la RAI che lavora con i miei soldi mi dia una rappresentazione esatta, chiara dello stato economico e finanziario del paese. Non tutto è chiaro? Ci sono opinioni diverse? Vengano riportate tutte con scrupolo.
Ilvo Diamanti, sociologo e ricercatore sempre puntuale, preciso, ha dimostrato in questi giorni; in un articolo che è un vero e proprio saggio pubblicato su Repubblica; come sia variato nel tempo il modo di raccontare la cronaca nera. Dice il titolo “Meno cronaca nera nei Tg, così la tv fa passare la paura”. In altri termini, non sempre nei racconti televisivi c’ è un rapporto tra situazione reale e situazione raccontata. Sarebbe interessante se, assieme ad alcuni economisti, analizzasse ciò che i Tg raccontano dell’ economia, il rapporto di ciò che viene narrato televisivamente con l’ economia reale. Questo vale per tutte le Televisioni che devono avere sempre ben chiara la distinzione tra notizie, fatti, interpretazioni, commenti, propaganda, ma sulla RAI, anche su questa materia, non si può transigere. Che ci siano in giro tanti imbroglioni, pazienza, ma essere imbrogliato, sia pure in buona fede, sia pure per pochi minuti da un servizio pubblico è inaccettabile.
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