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Articolo 21 - Editoriali
Santoro: ''Non sto a Bruxelles a fare la bella statuina''
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di Maria Latella

dal Corriere della Sera

«Romano? Non lo sento più. Eppure ci muoviamo bene, basta guardare come abbiamo messo sotto Buttiglione»

ROMA - Hanno letto lâ??articolo, quello sulla prima pagina del Riformista , il jâ??accuse in cui lui, Michele Santoro, si dipinge quale volontario «sedotto e abbandonato» da Romano Prodi. Hanno letto, si son guardati in tasca, hanno sbirciato la loro busta paga. «Ma questo che vuole?» si sono poi cordialmente chiesti. Loro, i funzionari dellâ??ex Pci-Pds-Ds, e quel che resta del Ppi-Asinello-Democratici-Margherita, quelli che «guadagno un quattordicesimo di quel che prende un eurodeputato e non faccio un lavoro interessante come chi sta a Strasburgo e a Bruxelles». «A me di andare a Bruxelles fregava meno di niente. Lâ??ho fatto perché doveva nascere questa federazione dei partiti del centrosinistra» dice ora il sedotto e abbandonato, un poâ?? divertito dalle reazioni che lâ??articolo ha provocato, un poâ?? intenzionato a sottolineare che il suo è un atteggiamento «costruttivo». «Ho espresso uno stato dâ??animo forzando un poâ??, esagerando nei toni, ma lâ??ho fatto volutamente, e ho scelto un piccolo giornale perché fosse un messaggio in bottiglia, inviato a Prodi - dice ora Michele Santoro -. Eâ?? lui il mio punto di riferimento».

Per gli appassionati compulsatori di appelli, ecco una breve sintesi del «messaggio in bottiglia» inviato da Santoro. Esordisce, come Berlusconi, con una barzelletta: «Un turista va nella foresta e incontra un gorilla che lo violenta». Come quel turista, sorride amaro il conduttore tv ora eurodeputato, «ora son qui che piango, mi dispero e non riesco a dimenticare». Prodi, gorilla violentatore, e Santoro, turista violentato? Proprio. «Chi vuole capisce. Da quando siamo stati eletti, non una telefonata, non una convocazione. Câ??è stata, sì, una cena a Bruxelles, noi tutti insieme a Prodi, ma è stato più che altro un incontro conviviale».

Meno convivio e più politica, chiede invece Santoro. «Câ??era un comitato del Listone. Che fine ha fatto? Comprendeva gente come me, come Sandra Bonsanti di Libertà e Giustizia, come Gad Lerner e quella parte di girotondini dialoganti con Prodi. Se si vanno a rivedere le cronache della convention dellâ??Ulivo, ci troviamo quella gente là in prima fila e câ??eravamo noi, Gad ed io, a condurla dal palco». E poi? «Poi adesso, per le Regionali, si fanno le liste di partito. E la lista Unitaria, dico io?

Lilli Gruber e Santoro hanno portato due milioni di voti. Un milione e mezzo erano voti dei partiti, dâ??accordo, ma resta pur sempre quel mezzo milione di voti nuovi, la cosiddetta società civile».
Quei voti, lascia capire il conducator di «Samarcanda» e de «Il rosso e il nero», quei voti andrebbero tenuti in caldo, utilizzando coloro che li hanno presi. «Invece, sembra ti dicano: voi fate gli eurodeputati, alla politica ci pensiamo noi». Beh, mica brutto il mestiere di eurodeputato, no? A Bruxelles ti sprovincializzi, vedi le cose secondo una visione meno ristretta.

Santoro non nega i vantaggi dellâ??osservare la politica italiana a un migliaio di chilometri di distanza. Anzi: «Il problema non è stare a Bruxelles. In Europa ci muoviamo bene, basta guardare come abbiamo messo sotto Buttiglione. Però, persone come me non pensano di fare politica tutta la vita. La faccio perché mi è stato impedito di esercitare il mio mestiere, ma, quando la normalità sarà ripristinata, quello vorrei tornare a fare, il giornalista». Nel frattempo, comunque, il suo contributo ci terrebbe a darlo, ecco: «Una presenza decorativa, da bella statuina non mi interessa. Allora, interrompo prima del tempo. Dicono che fare lâ??europarlamentare sia unâ??esperienza interessante, bene, eventualmente cederò lâ??esperienza a qualcun altro. Leggo su Repubblica che anche lâ??editorialista Giovanni Valentini pone il problema dellâ??incompatibilità tra giornalismo e politica, dice che non possiamo tornare a fare il lavoro che facevamo prima... Divertente. Mi risulta che anche lui fosse un potenziale candidato della Margherita».

Queste comunque son marginalità, chiude Santoro, recuperando lâ??ottimismo della volontà sul pessimismo del meridionale. «Per come conosco Romano Prodi, mi pare uno molto organizzato nelle sue campagne elettorali. Probabilmente sta cominciando ora a guardarsi intorno e piano piano capirà che fare a meno della società civile non gli conviene». Magari, sotto elezioni, tornerete di nuovo molto visibili. «Eh no. Non sono tipo da farmi estrarre troppe volte dallâ??armadio».

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