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Articolo 21 - Editoriali
Lo Stato si è fermato a Fondi*
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di Nicola Tranfaglia

Il mancato scioglimento del comune di Fondi, in provincia di Latina, a due passi da Roma, è, senza dubbio alcuno, lo scandalo più importante a livello nazionale sui rapporti tra le associazioni mafiose e la maggioranza elettorale che fa capo al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ed è auspicabile che, su una vicenda di così grande importanza, le forze dell’opposizione siano unite e costringano il governo e il Consiglio della Magistratura a procedere il più presto possibile  alla bonifica di quel territorio dall’oppressione mafiosa.
Fondi è un comune di oltre trentamila abitanti ed è sede del più grande mercato ortofrutticolo di Italia, con un giro annuale di fatturato che supera un miliardo di euro. Nella zona operano da anni la ‘ndrangheta calabrese con il clan Tripodo e la famiglia D’Alterio ma sono presenti anche gruppi legati alla camorra dei Casalesi e a Cosa Nostra siciliana.
Le attività delle associazioni mafiose vanno dagli affari agricoli legati al Mercato, al traffico di stupefacenti (cocaina ed eroina), alle estorsioni ai danni di imprese funerarie e di pulizia, agli appalti pubblici, al riciclaggio di denaro, all’usura.
Notizie precise su questa situazione erano già presenti nella relazione della commissione Antimafia approvata nella XV legislatura dalla maggioranza di centro-sinistra ma sono state ignorate in questa successiva legislatura dominata dal centro-destra berlusconiano.
Il 6 luglio scorso, con l’operazione Damasco, sono finiti in manette gli uomini del clan Tripodo, l’ex assessore ai Lavori Pubblici di Forza Italia Izzi, il capo della polizia municipale Dario Leone, il suo vice Pietro Munno, il dirigente dell’area lavori pubblici del Comune di Fondi Mario Renzi, il funzionario del  settore Bilancio Tommasina Biondino e l’imprenditore immobiliarista Massimo Di Fazio.
Ma la cosa più grave è che, ormai da un anno e mezzo, la direzione distrettuale antimafia di Roma aveva avviato l’operazione Damasco, segnalando la presenza delle tre associazioni mafiose nel comune e, in data 8 settembre 2008, il prefetto di Latina  Bruno Frattasi, sulla base delle risultanze di una Commissione di Accesso nominata per approfondire l’esame della situazione, ha chiesto al Ministro degli Interni di procedere allo scioglimento dell’amministrazione del comune di Fondi in base all’articolo 143 del T.U.E.L.
Il prefetto, nella relazione al Ministro è stato assai chiaro: “il comune di Fondi - ha scritto - mantiene comportamenti che si riflettono nelle scelte politico-amministrative dell’ente di indubbia gravità, dimostrando un’allarmante insensibilità verso l’esigenza di una corretta e trasparente azione che dissolva il sospetto di porsi al servizio di interessi di tipo criminale in ciò dimostrandosi oggettivamente collusiva.
E’ per questo lo scrivente, nell’avanzare la proposta formale di scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi per accertati elementi di infiltrazione malavitosa, sentiti i rappresentanti delle Forze di Polizia nell’odierna Riunione Tecnica di Coordinamento, è in procinto di valutare, data l’oggettiva gravità del quadro che reca in re ipsa ragioni di urgenza, la necessità di sospendere il consesso consiliare ai sensi dell’articolo 143 e 5 del T.U.E.L.” 
Lo scioglimento, come è noto, deve essere deliberato dal Consiglio dei Ministri ma soltanto nel luglio 2009 è stato sottoposto dal ministro degli Interni alla decisione che è stata sempre rinviata per intervento del presidente del Consiglio Berlusconi che il 23 luglio e il 31 successivo si è opposto allo scioglimento.
Di fronte a un simile atteggiamento il sindacato nazionale dei prefetti e dei funzionari di prefettura ha ritenuto necessario prender posizione con chiarezza a fianco di Frattasi e dunque in polemica oggettiva con le scelte compiute fino ad oggi dal governo Berlusconi.
“Ha suscitato vivo stupore l’ennesimo rinvio del Consiglio dei Ministri del 31 luglio scorso dello scioglimento del consiglio comunale di Fondi dopo un anno dalla proposta del prefetto di Latina  con ben due relazioni di accesso e la proposta del Ministro degli Interni di febbraio 2009 – ha dichiarato il presidente del sindacato Forlani - oggi il differimento viene connesso alla prossima entrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza e viene richiesta una nuova relazione del prefetto e successivamente del ministro al Consiglio dei Ministri”.
Negli ultimi mesi soprattutto l’Italia dei Valori, con il senatore Stefano Pedica, ha interpellato in maniera forte e assidua (e anche con gesti clamorosi come un intervento durante una conferenza stampa del ministro Gemini) il governo perché procedesse allo scioglimento del Comune e l’on. Sesa Amici del PD ha presentato un’interrogazione al ministro Maroni ma tutto è stato inutile: il governo Berlusconi difende l’amministrazione di Fondi malgrado sia ormai evidente anche a chi non è mai stato a Fondi che lo scandalo è grande e sempre più grave per chi sostiene di voler mandare avanti “l’esercito del bene contro quello del male” A meno che si pensi che sia quello mafioso l’esercito del bene……

*da L'Unità

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