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Articolo 21 - Editoriali
Dal Molin: il digiuno di Don Albino
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di redazione

Secondo giorno del digiuno di don Albino Bizzotto a Vicenza per interrogare sulla costruzione della Base Usa Dal Molin. La sistemazione, in una roulotte, all'incrocio tra Viale Del Verme e Viale Ferrarin. Stamane la visita dell'assessore Cangini, in rappresentanza del sindaco Variati. Tanti i messaggi di solidarietà

Vicenza, 20 agosto 2009. E' al secondo giorno di digiuno don Albino Bizzotto, fondatore di Beati i Costruttori di Pace e da sempre impegnato per un mondo dove la parola non è lasciata alle armi.

La roulotte dove si è “accampato” con l'accordo della Questura è collocata all'incrocio fra viale Dal Verme e viale Ferrarin. La scelta del digiuno ad oltranza, a sola acqua, vuole interrogare, soprattutto fuori Vicenza, sul significato della costruzione della nuova base Usa Dal Molin.

“ A nessuno piace digiunare, neanche a me. Ma quando ci troviamo davanti a situazioni particolarmente gravi, dobbiamo accettare anche comportamenti più impegnativi. Quanto sta avvenendo al Dal Molin è molto grave. Nella nuova base continuano a ritmo accelerato i lavori delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti con lo scopo di produrre irreversibili fatti compiuti già prima del prossimo autunno. Finora i cittadini di Vicenza con creatività, determinazione e continuità hanno messo in piedi una ininterrotta serie di iniziative per opporsi alla costruzione della nuova base statunitense. Ma il problema non riguarda solo Vicenza, riguarda tutti noi come italiani. Questo digiuno desidera attirare attenzione sulla nostra responsabilità comune. Non possiamo solo rispondere ai vicentini quando ci invitano a partecipare alle loro iniziative; dobbiamo attivarci là dove ci troviamo perché il nostro impegno per la pace non si riduca a semplici parole, abbandonando gli obiettivi concreti che ci siamo dati”.
“C'è fretta nel progredire nei lavori della base – continua don Bizzotto - perché anche a livello istituzionale c'è molto da nascondere. Stiamo vivendo un periodo di degrado aggressivo non solo nella vita pubblica, ma anche e soprattutto nella assuefazione della società”.

Ieri, il primo giorno di digiuno era iniziato con i migliori auspici. Dopo aver sistemato la roulotte in un punto tranquillo e visibile, è cominciata una successione sempre più folta di persone. Alla sera, è arrivata anche un piccolo pannello fotovoltaico per produrre l'energia elettrica nella roulotte.

I due obiettivi che don Bizzotto si è dato – dare solidarietà ai vicentini e fare informazione – hanno iniziato a prendere forma. E s ono veramente tante le persone che esprimono riconoscenza e partecipazione diretta. Il digiuno viene sentito come stimolo a non rassegnarsi al degrado pubblico e sociale in atto. "E' una sorpresa - dice don Albino - sembra che le persone aspettassero questo segno da tempo per riprendere l'impegno".

Già al primo giorno sono sei le persone che hanno digiunato in solidarietà, compreso don Antonio Uderzo, sacerdote berico; una cinquantina coloro che sono passati a salutare e ringraziare.

Dal resto d'Italia sono arrivati molti messaggi di solidarietà: anche da Carloforte in Sardegna, due telefonate di adesione. Don Mario Vatta si è messo in contatto da Trieste. Sostegno è arrivato anche da Roberto Natale , presidente della FNSI, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, da Oscar Mancini della CGIL del Veneto, e molti altri.

La seconda giornata , quella odierna, è iniziata con nuove visite, con altre persone che hanno lasciato un messaggio nel quaderno sul tavolino da campeggio sotto la veranda della roulotte.

E' arrivato anche l' Assessore comunale Pierangelo Cangini , accompagnato dal portavoce del sindaco, Jacopo Bulgarini d'Elci,che ha comunicato a don Albino la vicinanza del primo cittadino Achille Variati e di tutta la Giunta comunale.

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