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Articolo 21 - Editoriali
Una sede della web radio di Artciolo 21 a Napoli e intitoliamola a don Peppe Diana
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di Pietro Nardiello*

I giorni che hanno preceduto il ferragosto sono stati conditi da tante polemiche proprio come vuole la buona tradizione, tutta italiana, di sollevare polveroni estivi pronti a scemare, perché già dimenticati, all’indomani del rientro, bollino rosso permettendo, dalle località di villeggiatura.
Questa volta, però, una delle polemiche che ha infammato la bella stagione non va ad aggiungersi alle tante prive di significato che riempiono, sfortunatamente, i pochi rotocalchi estivi. L’attacco, perché di tale azione si tratta, sferrato alla memoria di don Peppe Diana dall’onorevole del pdl Pecorella ha rappresentato tutt’altro che un semplice temporale estivo. Mettere in dubbio i motivi dell’assassinio avvenuto per volontà e mano della camorra, così come dimostrano le sentenze passate in giudicato, e a quindici anni di distanza significa adesso voler intimidire tutto il movimento sociale e culturale che ricordandone il nome e la volontà di cambiamento ha deciso, con difficoltà immense, di costruire delle comunità alternative alla camorra.

Immediata la risposta della società civile, di Articolo 21, Liberainformazione e di una parte della stampa che ha voluto sostenere e rendere omaggio a don Peppe Diana e al movimento a cui tante persone continuano ad aderire dopo la sua morte. Tra i tanti silenzi, quello della Chiesa che non ha mai preso una posizione chiara sulla figura di Don Peppe, silenzio rotto dall’’ex vescovo di Caserta Mons. Nogaro che vorrebbe don Peppe Santo.

Credo che questo terremoto estivo possa far comprendere cosa vuol dire, in terra di camorra, cercare di costruire qualcosa di nuovo, di completamente diverso. Spero che in tanti e soprattutto quella stampa che vuole rincorrrere solo i morti ammazzati durante le faide, possano finalmente comprendere le difficoltà oggettive che quest’azione ancora incontra.


Per questo credo che non bisogna mai stancarsi di parlare di mafie e cercare di impedire ad esse di proliferare con ogni mezzo lecito e legale  di cui si può disporre. La web radio che ha realizzato “Articolo 21” rappresenta un’idea interessante che va esportata anche qui ne “Le Terre di Don Peppe Diana” ovviamente allargate all’intera regione Campania. Allora mi domando e vi domando perché non realizziamo tutti quanti insieme una redazione della web radio, intitolandola proprio a Don Peppe, a Napoli e in uno dei tanti beni confiscati alla camorra ancora inutilizzati?
Potremmo realizzare così un vero e proprio laboratorio di informazione, un luogo di aggregazione da far diventare una fucina culturale per formare nuove coscienze. E li poi realizzare una delle tante tappe del Festival di Impegno Civile “Le Terre di Don Peppe Diana” l’unico in Italia a svolgersi nei beni confiscati alla criminalità organizzata.

*direttore artistico del Festival di Impegno Civile

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