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Articolo 21 - Editoriali
La nostra missione non è cambiare il governo ma difendere la libertà di informazione
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di Carlo Verna*

Un agosto difficile si chiude, piu' che dal caldo siamo stati assediati da quella che Giulietti giustamente chiama la banda del conflitto di interessi, pronta a settembre ad espugnare quel che e' rimasto del fortino della libertà di informazione e del pluralismo. Un colpo alla piattaforma Sky ed uno a chi non e' allineato all' interno della Rai,e intanto libertà di stampa tratta a giudizio.Mia nonna diceva sempre:" Chi domanda non fa danno ! " . Altri tempi. Ora e' in campo un polipo tentacolare di fronte al quale un sindacato e' sempre in difficolta'. L'Usigrai e' di tutti non della sinistra contro la destra, ma e' evidente che in tale contesto si rischia di apparire alleati dell' opposizione. E questo ci indebolisce come soggetto politico. Si cammina sempre su un crinale delicato. Fare o non fare una manifestazione con Franceschini ? Siamo noi giornalisti a dover mobilitare sulla questione delle libertà chi ci sta a fare la battaglia, sarebbe bellissimo se ci fosse qualcuno che fa parte della maggioranza.Al segretario Pd chiedo un passo indietro e nel contempo la disponibilità ad esserci.  Noi  non abbiamo come ragione sociale cambiare il governo, ma pretendere di fare il nostro mestiere in un Paese in cui l'art. 21 della Costituzione sia vivo e reale, piuttosto che previsione della Carta fondamentale destinata a rimanere lettera morta.
Credo che  Raitre e Tg3 possano diventare un simbolo di questo diritto ad informare e ad essere informati correttamente , sempre piu' negato in Italia, dove la banda del conflitto di interessi ha perso ogni pudore. La mancanza di questo sentimento l'ho trovata a tutto tondo nell'articolo-spedizione punitiva contro il direttore di Avvenire.Cito testualmente un passaggio : "...le chiacchiere non bastano a crocefiggere una persona. O meglio bastano, sono bastate, solo nel caso di due persone: Gesu' Cristo per certi suoi miracoli e piu' recentemente, Silvio Berlusconi per certi suoi giri di valzer con signore per la verità molto disponibili " .  Ogni aggettivo e' superfluo.
Qualche tempo fa Repubblica con un pezzo di Sandro Viola invitava ad interrogarsi sulla possibiltà di fermare le idee nell'epoca di twitter, sottolineando come il controllo delle opinioni sia da sempre l'ossessione dei regimi autoritari. E' praticabile la censura oggi ? Credo di no, ma la dispersione si', la divisione fra una massa di disinformati e una minoranza di persone che riescono ad accedere a piu' punti di vista questa si'. Qui si gioca la
vera partita. E come al solito l'asso sono le televisioni. Cosi' la Rai e' costretta, anziche' diffondere il piu' possibile contenuti da servizio pubblico, perche' e' per questo che si paga il canone, ad imbarcarsi in una guerra tra piattaforme, funzionale solo a chi industrialmente sul digitale terrestre ha gia' anche la tv a pagamento e politicamente a chi puo' controllare tutto il resto salvo Sky.Non e' che per caso  tutto va nella direzione della stessa persona ?  
Comincia settembre vogliamo far sentire a chi usa una tromba assordante, le nostre campane , le campane della libertà. A presto con un luogo e una data.
 
                                                                                                                                                                                         *( segretario nazionale Usigrai )
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