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Articolo 21 - Editoriali
Può essere veramente libera una società che mortifica notizie e domande?
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di Claudio Valeri*

Aggiungo due parole al contributo di Carlo Verna che condivido. Due parole sulla mobilitazione o, meglio,  su quello che Giorgio Gaber indicava come significato della libertà: la partecipazione.

Perché il vero attacco alla democrazia credo sia un costante tentativo di impoverimento della partecipazione. Il rendere tutto piatto, il considerare come luogo di incontro non più la piazza, ma il centro commerciale,  il presentare la vita come un reality universale da guardare e imitare con i valori proposti da un mondo costruito, rotolante nei grandi giochi di potere e di denaro che la condizionano, la libertà.

E’ un lento, ma ininterrotto, messaggio culturale che è entrato nelle case, nelle abitudini, progressivamente nei pensieri.

La risposta a tutto questo, all’insidia per la democrazia, non può che essere la partecipazione. Occorre reagire anche alla nostra pigrizia, al nostro dare tutto per scontato, ad una lettura vecchia di quanto sta accadendo, in certi casi, a quanto già è accaduto.

Per questo è bene riprendere i fili più saldi di coloro che in un passato difficile, a volte drammatico, hanno costruito l’edificio della nostra democrazia. La Costituzione innanzitutto.

Rinnovare il desiderio di vivere la propria epoca, di rendersi conto delle cose, di assumere come un valore necessario l’informazione, di credere che il confronto delle idee sia utile, necessario, non un semplice accessorio. L’affermare che la notizia sta alla base di un mestiere che non può essere ingoiato nella confusione e nella mortificazione dei ruoli. Una domanda deve tornare ad essere una domanda, non la semplice raccolta di qualche dichiarazione. Le persone, in questo 2009, sono interessate e disponibili a mobilitarsi per questo? I giornalisti hanno a cuore una battaglia comune per quella che dovrebbe essere una compagna di vita, la notizia?

Può vivere la notizia nel conflitto d’interessi?

Può essere veramente libera una società che mortifica notizie e domande?

Sono interrogativi semplici, forse banali. Ma il rendersi conto delle cose ed il desiderio di affrontarle insieme costituiscono il primo punto di un’ipotesi di riscossa dall’oblio. Perché è nell’oblio che una società, poco attenta ai valori della democrazia e poco disponibile alla partecipazione, rischia di finire.

*sottosegretario Usigrai 

 

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