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Articolo 21 - Editoriali
La gogna dei conduttori col manganello
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di Roberto Cuillo*

La giornata di giovedì 16 dicembre è stata una giornata chiave per capire l'aria che tira alla Rai. Il giorno in cui il Parlamento approva il decreto «salva Previti» e il Presidente della Repubblica rimanda alle Camere la riforma giudiziaria della CdL per palese incostituzionalità cosa fa il servizio pubblico televisivo? Su Rai 2, Masotti e la Vergara invitano il leader della Margherita nel loro salotto e per 15 minuti lo sottopongono ad una vera e propria gogna mediatica.
Quando Francesco Rutelli prova ad accennare al vergognoso episodio di squadrismo leghista avvenuto lo stesso giorno alla Camera, Giovanni Masotti lo interrompe così: «Onorevole Rutelli, il tempo stringe e poi non possiamo farle domande su tutto lo scibile umano�». La signora Vergara invece sceglie uno stile più diretto e non arrossisce neanche un po' quando dice al leader della Margherita: «Dall'inizio della legislatura il governo Berlusconi ha varato ben 24 riforme�». Neanche Bondi e la Bertolini avrebbero fatto di meglio dei due conduttori di "Punto e a Capo".
Su Rai 1 invece, più abilmente, Vespa decideva di non affrontare il tema del giorno ma di dedicare la puntata di Porta a Porta al nuovo film di Boldi e Christian De Sica, grandi e simpatici attori, inconsapevolmente usati per nascondere la notizia politica del momento. Unica eccezione, il Tg 3, che con Primo Piano (misteriosamente costretto dal palinsesto ad orari da licantropi) approfondiva a beneficio degli italiani quello che era accaduto.
Insomma l'unico a fare il suo dovere è stato Di Bella. Gli altri, come certe temperature meteo, non pervenuti. Ma c'è di più. C'è una drammatica stretta. Alcune testate del servizio pubblico hanno deliberatamente scelto di nascondere o manipolare la realtà. Tg1 e Tg2 per non parlare dei mali dell'Italia scelgono di non parlare dell'Italia. La televisione italiana, imbarazzata, sceglie di nascondere la vergogna delle leggi ad personam; se il Presidente di Confindustria denuncia che il paese vive la più grave crisi economica del dopoguerra il Tg1 lo fa circondare da dichiarazioni rassicuranti di Schifani e Marzano, affogato in quei «pastoni» serali di Francesco Pionati dai quali non si capisce nulla di ciò che è successo, ma che sono fatti apposta per non far capire nulla. Se il Presidente della Repubblica dice che la Rai deve assolvere la sua funzione di Servizio Pubblico, Porta a Porta allestisce una trasmissione di risposta con le sorelle Lecciso. E questo stava per succedere mercoledì 15 dicembre. E tutto questo succede in una Rai con un cda fantasma e monco delle dimissioni di Lucia Annunziata che doveva essere Presidente di garanzia; ergo, in Rai, ora, non ci sono più garanzie.
Ma tutto questo può anche essere riassunto nel semplice fatto che la Rai di Berlusconi ha cacciato Biagi e Santoro per avere Vergara e Masotti. Come se il Milan mandasse a casa Shevcenko e Kakà per prendere due attaccanti sconosciuti dalla Lodigiani. Autolesionismo puro, gesti di chi vuol perdere il campionato, colpi mortali che il servizio pubblico si sta infliggendo da solo.
Ma non c'è molto da ridere. Sono gli ultimi segnali di una offensiva senza precedenti contro il servizio pubblico ed il pluralismo dell'informazione. Una offensiva ben rappresentata dalla arroganza di trasmissioni come "Punto e a capo". Forse è giunto il momento che tutto il centrosinistra rifletta sul se e sul come partecipare a determinati dibattiti televisivi. Personalità politiche come Fassino, D'Alema, Prodi, Rutelli, sono amati nel paese. Quindi, quando vanno in televisione sono seguiti e fanno audience, e rendono credibili i programmi a cui partecipano. Allora dico a Masotti e Vergara che i leader del centrosinistra, prima di partecipare alle loro trasmissioni, d'ora in poi pretenderanno, in modo preventivo e condizionale, il rispetto della funzione del servizio pubblico, il rispetto del pluralismo e della libertà d'informazione, il rispetto delle funzioni e delle prerogative della opposizione, come in un qualsiasi paese a democrazia liberale.
Gli autori di "Punto e a capo", i conduttori, sappiano che non ci sottoporremo più alla gogna di giornalisti con il manganello.
* portavoce dei Ds

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