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Articolo 21 - Editoriali
E se fosse tutto un bluff?
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di Lorenzo Chiavetta*

Da mesi, sia l’informazione televisiva che quella a mezzo stampa, sembrano essersi omologate su un unico argomento: l’influenza A, sottotipo H1N1. Il virus ha causato circa 3000 morti in tutto il mondo (dati dell’European Centre For Disease Prevention And Control) e anche in Italia non sono mancate le vittime (si pensi ai casi di Napoli e Messina).
Tale influenza viene descritta dai media tradizionali come una vera e propria pandemia, una specie di nuova spagnola che verrà contratta in tutti i Paesi del mondo.
Ma davvero c’è un’emergenza globale? Davvero l’H1N1 è la patologia prioritaria da combattere? Proviamo a trarre qualche conclusione analizzando i dati tratti da una relazione del Dr. Carlos Alberto Morales Paita, medico peruviano di Lima.
Ogni anno, milioni di persone muoiono vittime della malaria. Non sembra ci sia un grande allarmismo: i notiziari ne parlano davvero poco. Eppure le morti sono stimate in milioni di unità, ma andiamo avanti.
Due milioni di bambini muoiono ogni anno per diarrea. Secondo Morales, basterebbe “un semplice rimedio” da 25 centesimi per salvare queste vite, ma anche qui sembra si dia poco risalto alla cosa.
Poi, ci sono altri milioni di defunti causati da polmonite e altre patologie curabili con “vaccini economici”. Dove sono i Tg?
Infine, diventa impossibile conteggiare tutti i sieropositivi presenti nel pianeta. Sembra strano, ma nel terzo millennio c’è ancora chi professa il non uso dei profilattici o di altri metodi concezionali affini.
Ma torniamo all’H1N1. I maligni dicono che i vaccini previsti per la popolazione saranno solo una manna dal cielo per le grandi case farmaceutiche che distribuiranno i sieri.
In effetti, c’è un precedente che dovrebbe far riflettere: l’influenza aviaria. Anch’essa, diffusasi qualche anno fa, fu presentata come una pandemia mondiale. Tg e giornali non parlarono d’altro per parecchi mesi, ma, come ricorda sempre il dottor Morales, le vittime furono solo 250 in 10 anni.
La  Roche, colosso farmaceutico svizzero, sperimentò un vaccino considerato dai più di “dubbia efficacia”. Ciononostante, molti Stati si affrettarono ad acquistare il siero. Per fare un esempio, il solo governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo, con enormi profitti per la ditta distributrice.
In molti, sostengono che oggi potrebbe ricrearsi la stessa situazione di allora. Una sorta di bluff, gonfiato ad arte, per arricchire le solite potenti lobby.
Solo il futuro potrà dirci qual è la situazione reale. Resta un dato, però: l’evidente disparità di trattamento nei confronti di patologie che interessano il cosiddetto “Occidente sviluppato” e di altre che interessano il resto del mondo.

*http://informale.ilcannocchiale.it
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