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Articolo 21 - Editoriali
Quello che abbiamo chiesto a Piazza del Popolo
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di Coordinamento Precari della Scuola

Il Coordinamento Precari della Scuola ha organizzato un corteo ieri a
Roma, partito da Piazza della Repubblica, giunto poi in Piazza del
Popolo, che è poi proseguito compatto e corposo fino agli uffici del
MIUR dove si è congiunto con un secondo corteo, anch'esso aperto dalle
bandiere del CPS, al quale hanno partecipato precari critici. A questo
secondo corteo hanno aderito i COBAS.

Alla manifestazione organizzata dal CPS hanno aderito gli studenti
medi, associazioni, sindacati e partiti. Emerge dalla stampa, in alcuni
casi nelle dichiarazioni di Piero Bernocchi, che si sia trattato di una
"manifestazione di precari della CGIL". Così non è. Si è trattato di un
corteo organizzato dal CPS alimentato da decine di comitati di comitati
di precari della scuola operanti sul territorio, quasi sempre autonomi
dai sindacati, spesso sinergici, a volte integrati. A questo corteo si
sono accodati CGIL, Gilda, Sinistra e Libertà, Italia del Valori,
Rifondazione Comunista, Sinistra Critica e altri che così facendo hanno
concretamente manifestato la loro adesione e collaborato al successo di
un'iniziativa nata in seno ai movimenti precari indipendenti.

Antonella Vaccaro, salita sul palco di Piazza del Popolo, ha letto il
documento che segue.


Siamo qui per denunciare lo smantellamento e la svendita della scuola
pubblica italiana ad opera del governo Berlusconi a nome dei Ministri
Gelmini, Brunetta e Tremonti.

Il CPS è presente oggi su questo palco consapevole del fatto che la
mancanza di libertà di stampa rappresenta un problema grave nel nostro
paese.
La nostra presenza qui vuole sottolineare la necessità che la stampa
torni a dar voce ai problemi reali dei lavoratori e alle lotte sociali
che stanno attraversando il paese a partire innanzitutto dal tema della
scuola.
Per giorni a Palermo i colleghi hanno fatto la sciopero della fame, in
tutta Italia i precari si sono arrampicati sui tetti dei
provveditorati, hanno assediato con presidii, che durano tutt'ora, i
palazzi delle istituzioni, hanno manifestato la loro rabbia in cortei
con migliaia di persone, mentre l´informazione nazionale titolava sulle
escort.
Chiediamo quindi ai giornalisti di raccontare l´Italia nella sua
realtà.

Gli 8 miliardi di euro tagliati alla scuola, per noi precari
significano, la definitiva espulsione dalla scuola, ma per il paese
significa la definitiva distruzione di un modello civile e modero di
scuola pubblica.
Cultura, formazione e coscienza critica passano anche attraverso
l´esercizio effettivo ad essere informati.

I soldi sottratti alla scuola oggi finanziano missioni militari di
guerra, noi ricordiamo a tutti che l´Italia ripudia la guerra.

La riforma non ha alcun fondamento pedagogico, nessuna logica se non
quella del risparmio, e allora noi chiediamo a tutti voi com´è
possibile insegnare in classi con 30/35 alunni, in scuole dove manca
tutto a cominciare dalla sicurezza, fino alle risorse per i supplenti.
Ricordiamo a tutti che la scuola continua a funzionare grazie ai
precari.

Il precariato è convenuto a tutti i governi perché i precari costano
meno a parità di prestazione e noi questo lo chiamiamo SFRUTTAMENTO.
Sapete qual è la soluzione attuata dal Ministro Gelmini?? Il decreto
salva-precari che in realtà è il decreto ammazza-precari, è un
contratto che vale x pochi che saranno poi utilizzati come tappabuchi.
Noi siamo qui per dire no a questi contratti, no all´elemosina,
vogliamo il nostro posto di lavoro stabile e i nostri studenti.

Inoltre il CPS rivendica il diritto a partecipare ai tavoli
ministeriali con i sindacati, per rappresentare, in piena autonomia
tutti i lavoratori della scuola.
Noi porteremo fino in fondo la nostra lotta per una scuola pubblica di
qualità

Il CPS chiede

-) Il ritiro totale dei tagli.

-) L´assunzione di tutti i docenti ed ATA.

-) L´aumento dei finanziamenti per la scuola pubblica.

-) Il ritiro del decreto ammazza-precari e del pdl Aprea

-) Il rispetto  delle diverse identità culturali italiane e la
salvaguardia delle scuole di montagna per garantire il diritto allo
studio alle minoranze linguistiche come ad esempio quelle slovene.

-) La tutela dei diritti maturati dai precari non abilitati con corsi
riservati.

Ed infine ma non meno importante, per manifesta incompetenza chiediamo
le dimissioni del Ministro Gelmini.

 

Tale documento è la sintesi appositamente predisposta per il contesto
di Piazza del Popolo di un documento più tecnico condiviso dalla quasi
totalità dei movimenti aderenti al CPS che segue.

Siamo qui oggi a dirvi che il Ministro dell'Istruzione, Maria Stella
Gelmini, e il Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno dato il
via ufficiale al progetto ideologico di smantellamento e di svendita
della Scuola Pubblica Statale Italiana. Tuttavia, noi del Coordinamento
Nazionale dei Precari della Scuola siamo piuttosto imbarazzati a
parlare qui su questo palco per diverse ragioni. CiPieSse, ricordatevi
questa sigla!

Innanzitutto il 3 ottobre è la data della manifestazione dei Precari
della Scuola e lo spostamento di due settimane della manifestazione
sulla Libertà di Stampa ha rischiato di oscurare la nostra protesta.

Ci imbarazza parlare ad una platea di giornalisti che ha spesso
colpevolmente ignorato la nostra protesta iniziata il 23 luglio del
2008, quando la scellerata finanziaria Tremonti era appena stata
approvata, e quando tutti noi eravamo sotto il parlamento a protestare,
avendone compreso la gravità e le ripercussioni negative sulla scuola
pubblica. Avendo soprattutto compreso che i soldi sottratti alla scuola
servivano a risanare le casse dello stato e finanziare missioni
militari di guerra, e non di pace, a dispetto del dettame
Costituzionale. L'Italia ripudia la guerra ma vi investe più che nella
scuola!!!

Certo, sui media è arrivato lo sciopero generale della scuola: quello
era difficile ignorarlo! Ma subito dopo è calato di nuovo il silenzio e
oggi abbiamo 31 alunni per classe (ma anche di più!).

Per giorni a Palermo alcuni colleghi hanno fatto lo sciopero della
fame, terminato solo dopo l'incontro col governatore Lombardo, mentre i
telegiornali nazionali titolavano sulle escort, e i giornali si
riempivano di notizie sul meteo. Il vostro silenzio, cari giornalisti,
è stato assordante!

L'altro motivo di imbarazzo risiede nel tentativo da parte dei
sindacati di strumentalizzare il movimento di tanti docenti italiani.
NOI NON CI STIAMO!

Tanti insegnanti e ATA licenziati, gettati da un giorno all'altro nella
miseria, non hanno scalato i tetti dei provveditorati, non hanno fatto
i lavavetri ai semafori, non hanno protestato in tutta Italia
mettendosi in mutande, non hanno violentato se stessi ed il proprio
ruolo di educatori per venire qui, oggi, per farsi mettere il cappello
di un sindacato o di un partito.

Se i sindacati vogliono rappresentarci, sanno bene dove farlo: ai
tavoli ministeriali! Difendano i precari rifiutando contratti
scandalosi, rigettando inutili ed offensive elemosine dal governo, ed
organizzino forti contestazioni ed iniziative, mobilitino tutti i
lavoratori e le famiglie italiane sul tema del precariato, della
sicurezza nelle scuole e della qualità del servizio che noi precari
iper-specializzati assicuriamo. Noi ci saremo, ma con la nostra
autonomia e con la nostra voglia di cambiare le cose!

Quello che noi precari della scuola stiamo vivendo è un autentico
dramma esistenziale e generazionale che coinvolge centinaia di migliaia
di lavoratori precari della Scuola, nonché cittadini della Repubblica
Italiana, Repubblica fondata sul lavoro.

Noi lavoratori, cittadini della Repubblica Italiana, dopo anni ed anni
di servizio, dopo promesse di assunzione (tutte in gran parte
disattese), dopo essere stati oggetto di vili ed autentiche truffe (da
parte di uno Stato che si è arricchito alle nostre spalle, attraverso
costosissime, e alla luce dei fatti inutili, abilitazioni), dopo anni
di pessima politica sindacale ci ritroviamo oggi con in mano un pugno
di mosche.

Il decreto salva-precari, contrabbandato come soluzione al precariato,
non risolve l'emergenza istruzione del Paese. Non interviene sulla
questione cruciale dei tagli indiscriminati nella scuola pubblica.
Tagli di tempo scuola, di interi istituti, di classi. Abbiamo classi
con 32, 33, 38, 41 alunni, altre con sette alunni diversamente abili!
Manca la carta igienica! Manca la carta per le fotocopie! E nonostante
siamo in emergenza da anni ed anni, la scuola funziona GRAZIE AI
PRECARI!

I contratti spazza-precari, ops... "salva-precari", sono
discriminatori: ad arte ne hanno diritto solo una parte di noi e già
dicono "vedete? I precari sono pochi!". Ad arte ci offrono il punteggio
per quelle graduatorie che la Riforma Aprea abolirà. CCA NISCIUN è
FESS! Noi rifiutiamo del tutto questi contratti!

Per questo motivo i docenti precari italiani rifiutano e denunciano qui
oggi con forza:

-) la sottrazione di 8 miliardi di euro al finanziamento della Scuola
Statale, l'aumento dei finanziamenti alla scuola privata (i diplomifici
e gli istituti confessionali) e la riduzione delle risorse necessarie
al normale funzionamento delle nostre scuole;

-) gli accorpamenti di classi e il conseguente aumento del numero degli
alunni per classe;

-) la revoca del diritto all'integrazione dei ragazzi diversamente
abili con la riduzione delle risorse destinate al sostegno (I DIRITTI
DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI DEVONO ESSERE CONDIDERATI
INCOMPRIMIBILI!);

-) la chiusura dei plessi scolastici nei piccoli centri e nelle zone di
montagna, che soprattutto sul confine orientale mira a chiudere le
scuole della minoranza slovena;

-) l'elusione sistematica della normativa sulla sicurezza negli edifici
scolastici, con tutto il corollario di rischi e tragedie annunciate e
di cui, bontà vostra, non di rado ci raccontate;

-) l'adozione della maestra unica (che poi, paradossalmente, in molti
casi vuol dire 6 o 7 insegnanti, grazie agli incredibili spezzatini
messi in atto anche nelle primarie), la revoca delle compresenze e del
tempo pieno nella istruzione primaria;

-) la contrazione generalizzata degli orari di lezione negli altri
ordini della scuola di base;

-) la rimozione delle sperimentazioni, la drastica riduzione delle ore
di attività di didattica laboratoriale e la contrazione del tempo
scuola che impoverisce la varietà e la qualità dell'offerta formativa
pubblica;

-) la mutilazione degli organici ed il blocco del turnover;

-) il proposito di affidare ai dirigenti scolastici la facoltà di
scegliere se stabilizzare ed eventualmente gratificare gli insegnanti
pur in assenza di regole certe, trasparenti e condivise;

-) l'attacco sia alla libertà d'insegnamento e di espressione dei
docenti sia al pluralismo e alla collegialità nell'azione didattica;

-) il disegno di legge Aprea contenente norme per la chiamata diretta,
ma anche disposizioni per la aziendalizzazione dell'istruzione e la
gerarchizzazione della classe docente;

-) l'accorpamento di più classi di concorso a dispetto delle competenze
specifiche e delle esperienze acquisite nel tempo;

-) il sistematico ed indiscriminato linciaggio contro la professione
docente mentre la dedizione degli insegnanti e gli ATA di questo paese
tiene in piedi la baracca, a cui spesso anche voi giornalisti vi siete
prestati;

-) i giudizi sommari, arbitrari e le inaccettabili discriminazioni nei
confronti degli insegnanti meridionali e delle scuole del sud;

-) la pesante disparità di trattamento economico, normativo e sindacale
dei precari della scuola rispetto ai colleghi di ruolo;

-) il vergognoso sfruttamento di tanti diplomifici che non pagano lo
stipendio agli insegnanti e, così facendo, commettono il reato di
concorrenza sleale nei confronti della Scuola Pubblica Statale!


Il precariato scolastico è convenuto a tutti i governi che si sono
succeduti, di ogni colore, perché i precari costano meno, a parità di
prestazione. Noi questo lo chiamiamo SFRUTTAMENTO!

Per questi motivi ribadiamo con forza la centralità delle nostre
richieste:

-) ritiro dei tagli di cui è stata oggetto la Scuola Pubblica Statale;
-) assunzione a tempo indeterminato di docenti ed ATA sui tutti i posti
vacanti e disponibili;
-) aumento dei finanziamenti per la scuola pubblica e statale;
-) ritiro del decreto spazza-precari, ops... salva-precari e del PdL
Aprea
-) corsi abilitanti per tutti i precari che abbiano maturato due anni
di servizio nella Scuola di Stato.

Ed infine, ultimo ma non ultimo, PER MANIFESTA INCOMPETENZA, LE
DIMISSIONI IMMEDIATE DEL MINISTRO GELMINI!

Adesso i Precari italiani della scuola riprendono il loro corteo verso
il Ministero della Pubblica Istruzione: se avete a cuore la scuola, i
vostri figli e il futuro della nazione, e se avete dignità
professionale, informate i cittadini italiani di quello che sta
succedendo nelle scuole di questo paese, e fatelo tutto l'anno!

 

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