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Articolo 21 - Editoriali
«Lâ??Alleanza pensa solo alle poltrone»
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di Maria Latella

da Corriere

De Mita: bisogna discutere di programmi. A Romano chiedo più responsabilità.
ROMA - Altro che politichese. Magna Grecia o no, Ciriaco De Mita è, e resterà sempre, un intellettuale, uno che applica passione e intelligenza alla discussione politica, ma il lessico è cambiato, sâ??è fatto diretto, e molto meno per addetti ai lavori. State a sentire: «Centrodestra e centrosinistra sono due moribondi che libereranno unâ??enorme fetta di elettorato». Son parole di De Mita, mica di chi scrive. Oppure: «Stiamo portando avanti una logica poco attenta alle questioni da discutere e molto attenta alle poltrone». Anche quando liquida lâ??ipotesi di un nuovo partito di centro, lâ??ex presidente del Consiglio sceglie un fraseggio asciutto: «Una posizione terza tra i due blocchi non è cosa praticabile. Ma è un errore non rendersi conto che ormai la competizione politica è solo contrapposizione di due blocchi». Come il marketing di due detersivi in lotta per la conquista del mercato?
«Sì, con lâ??aggravante che i consumatori non accettano più i detersivi in commercio. Câ??è una terza area che si qualifica soprattutto per il rifiuto dellâ??esistente: non crede più alla tecnica delle promesse di Berlusconi ma neppure si fida del centrosinistra».
E allora?
«Allora centrosinistra e centrodestra sono due moribondi che stanno per liberare unâ??enorme fetta di elettorato, ma nessuno se ne occupa. Facciamo lâ??esempio di due medici a consulto al capezzale di un malato. Prima riflettono sulla malattia e poi discutono della terapia, non le pare? Non è che si mettono a litigare dandosi reciprocamente dellâ??incapace. Nel nostro sistema bipolare, invece, si ignora la profondità del male, si ignorano le soluzioni, e si discute soltanto dellâ??incapacità dei medici».
Mi scusi, ma lei si contraddice. Da un lato vede una terza forza piena di vita mentre centrodestra e centrosinistra sarebbero moribondi, dallâ??altro sostiene che una posizione terza tra i due blocchi non è «cosa praticabile». Come utilizzarla, allora, questa terza forza?
«Eâ?? questo il punto. Si evoca il cosiddetto centro come se fosse la soluzione o, in alternativa, il nemico. Invece è solo la controprova della propria inadeguatezza. I sospettati, Udc e Margherita, sono accusati di voler dar vita a una formazione politica, ipotesi di cui ha parlato anche Prodi nella sua intervista a Repubblica . Ogni volta scatta lâ??accusa, lâ??anatema: "Vogliono fare il centro"».
Di "mantra" ripetuti ossessivamente il centrosinistra ne ha più di uno, a dire il vero. Che ne pensa di quello che recita: «Prodi è il leader e deve decidere»? Non lo trova un poâ?? pilatesco?
«Aspetti. In questa conversazione stiamo cercando di capire perché la lotta politica sembra diventata un gioco finto che non incanta più la gente. Lei mi sta chiedendo come si esce da questo gioco finto e io le rispondo: bisogna smettere di fare la guerra e avviare una competizione su chi è più bravo a costruire le condizioni della convivenza».
Traduco: sta dicendo che bisogna smetterla con la demonizzazione di Berlusconi?
«Sto dicendo che da una parte si è capito quanto la demonizzazione non funzioni, ma dallâ??altra si è di fatto incapaci di non demonizzare. Ognuno va avanti col suo riflesso condizionato. Stiamo portando avanti una logica poco attenta alle questioni da affrontare e molto attenta alle poltrone. Si discute per ore, per giorni, per settimane, di "chi" deve fare una cosa, mai di come farla o della cosa in sé».
Dà per scontata una sconfitta del centrosinistra?
«Io do per scontata una vittoria del centrosinistra, alle Politiche. Ma per le difficoltà degli altri, non per la nostra abilità».
Sta subliminalmente suggerendo di mandare a casa Prodi? Al Mattino lâ??ha definito «leader per una strana congiunzione astrale»
«Il problema è cambiare il comportamento. Non è che, cambiando persona, i problemi si dilegueranno. Certo, se lei mi chiede: così va bene? Le rispondo: "No". Prodi deve capire che chi è indicato a rappresentare la coalizione ha più responsabilità di quelli che indicano».
Con Mastella vi conoscete da una vita. Ora lâ??Udeur ha lasciato il centrosinistra e lei suggerisce una via per impedire la rottura definitiva: fare le primarie anche in Campania, oltre che in Puglia. Basterebbe?
«Mastella ha espresso un disagio ma rimarrà dovâ??è. Ha posto un problema e per un certo verso direi che ha ragione. Se la coalizione si fonda sulla distribuzione delle poltrone, allora alla distribuzione devono partecipare tutti. Non si può applicare un criterio rigidamente spartitorio e poi dire che è Mastella quello che vuole le poltrone».

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