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Articolo 21 - Editoriali
Antitrust, nomine contro la democrazia
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di Romano Prodi*

Caro Direttore, la nomina, avvenuta mercoledì, da parte dei Presidenti delle due Camere di due nuovi membri dell´Antitrust nelle persone di Giorgio Guazzaloca e di Antonio Pilati getta nuove ombre sulla tenuta democratica delle nostre Istituzioni e costituisce un ulteriore passo verso la delegittimazione e il discredito dell´Italia nel contesto europeo.
L´Antitrust è la prima e la più importante Autorità di garanzia esistente nel nostro Paese. La legge italiana del 1990, attuando un indirizzo assunto a suo tempo dalla Comunità europea, le affida il compito di vigilare sulle intese restrittive della concorrenza, sugli abusi di posizione dominante e sulle operazioni di concentrazione che violano le regole della concorrenza. In virtù di un decreto legislativo del 1992, spettano, inoltre, a questa Autorità competenze importanti in materia di pubblicità ingannevole e di pubblicità comparativa. Infine, la recente legge sul conflitto di interessi affida ad essa i soli, deboli ma comunque esistenti controlli sul rispetto delle incompatibilità stabilite in materia, nonché l´adozione delle sanzioni adottabili nel caso di violazione dei divieti stabiliti.
La legge prevede esplicitamente che, proprio a garanzia della sua indipendenza dal Governo e dall´indirizzo politico di maggioranza, il Presidente e i quattro membri debbano essere nominati di intesa dai due Presidenti delle Camere e scelti fra persone di particolare e riconosciuta esperienza e competenza nei settori oggetto dell´attività della Autorità.
Cosa è successo nella giornata di mercoledì? � successo che i Presidenti delle due Camere, che nella logica della legge del 1990 dovrebbero essere i massimi e più gelosi garanti dell´indipendenza dell´Autorità dal Governo e i più attenti valutatori della competenza tecnica di chi designano, dovendo sostituire due membri scaduti, hanno nominato Giorgio Guazzaloca e Antonio Pilati. L´ex sindaco di Bologna Guazzaloca è certamente persona degna sul piano umano, ma è altrettanto certamente persona priva di quella competenza ed esperienza che costituisce requisito essenziale per la nomina. Antonio Pilati, invece, è persona certamente competente nel settore, ma anche notoriamente e dichiaratamente legato al partito del Presidente del Consiglio e, quel che è peggio, non smentito coautore-ombra della legge Gasparri. Legge, questa, sulla quale proprio l´Autorità garante della concorrenza dovrà, per gli aspetti di sua competenza, vigilare. Va segnalato, inoltre, che Antonio Pilati era fino a ieri membro dell´Autorità per le Telecomunicazioni con un mandato destinato a scadere nel prossimo mese di marzo. Cosicché, viene da chiedersi se con questa nomina i Presidenti delle due Camere abbiano voluto assicurare al Paese la possibilità di continuare ad avvalersi di questa persona, quasi che egli abbia nel settore conoscenze così esclusive e particolari che nessun altro possa dare analogo affidamento: il che, a meno di essere malpensanti, appare poco credibile. O se, invece, lo si sia voluto ricompensare dei servigi resi al Paese, ma non si vede in che cosa mai tali servigi consisterebbero, a meno di non essere nuovamente malpensanti e di ritenere che i servigi che si vogliono ricompensare non sono quelli, non noti, resi al Paese, ma quelli, certamente notissimi, resi al Presidente del Consiglio in carica.
Come si vede si tratta di una vicenda tristissima e molto preoccupante.
Il risultato è drammatico!
Possiamo davvero credere che tutto questo passerà inosservato agli occhi dell´Unione che, grazie alla riforma entrata in vigore il 1° maggio 2004, ha decentrato alle Autorità nazionali gran parte delle competenze per l´applicazione delle norme antitrust europee? Possiamo davvero credere che i due nuovi membri, così scelti, potranno apparire ed essere davvero indipendenti e al di sopra delle parti come la legge vuole esplicitamente che siano?
Ma vi è di più. Ed è questo ciò che più mi preoccupa.
Viviamo in epoca di democrazia maggioritaria fondata su un sistema elettorale tendenzialmente bipolare che richiede forti e robuste istituzioni di garanzia. Ogni sforzo di riforma delle nostre istituzioni dovrebbe essere orientato prima di tutto a rafforzare le garanzie costituzionali. � questa, infatti, la premessa indispensabile per portare a compimento la democrazia maggioritaria in un quadro di effettiva e concreta tutela dei principi fondamentali del pluralismo e della convivenza democratica voluta dalla nostra Costituzione. � questa la condizione per evitare che la democrazia maggioritaria possa trasformarsi in un´antidemocratica dittatura della maggioranza.
Al centro di questo sforzo dovrebbe esserci, dunque, innanzitutto la comune volontà di rafforzare le garanzie costituzionali, a partire dal ruolo del Presidente della Repubblica per continuare con una rafforzata e sempre più rispettata Corte costituzionale, e con robuste e forti Autorità indipendenti. Indispensabili, infine, in questo quadro, il pieno rispetto dell´indipendenza del potere giudiziario, da un lato, la tutela dei diritti essenziali dell´opposizione, dall´altro.
A queste condizioni, e solo a queste condizioni, l´auspicio più volte ripetuto dal Presidente della Repubblica a uno sforzo di dialogo fra tutte le forze politiche sulle riforme istituzionali potrebbe trovare un terreno solido su cui avviare il Paese.
La maggioranza si è mossa finora in senso diametralmente opposto, e la riforma costituzionale oggi in discussione in Parlamento, oltre a contenere modifiche inaccettabili e incoerenti in ordine al rapporto tra Governo e Parlamento, tra Camera e Senato e tra Stato e sistema delle regioni e delle autonomie locali, prefigura una vera e propria frattura della nostra convivenza democratica.
Mercoledì, purtroppo, anche i Presidenti delle Camere hanno dato il loro contributo a creare un clima di allarme per la democrazia nel nostro Paese. E quello che è peggio lo hanno fatto quasi in sordina, approfittando di una giornata nella quale giustamente prevaleva il dolore per le sciagure che hanno colpito milioni di uomini e centinaia di connazionali. Una giornata, inoltre, nella quale è stata approvata una legge finanziaria ingiusta ed iniqua, e contemporaneamente è stata realizzata un´altra, ennesima, lottizzazione fra i partiti di governo, con conseguente indiscriminato aumento di viceministri e sottosegretari.
In queste condizioni, di fronte a Presidenti delle Camere che indeboliscono con le loro scelte una delle più autorevoli istituzioni di garanzia che l´Italia abbia, non posso che gridare forte tutta la mia indignazione e dire che non è questa l´Italia che noi vogliamo e che gli italiani meritano. Vincere le prossime elezioni diventa ogni giorno di più per me, per l´opposizione e per tutti i nostri concittadini un impegno senza risparmio non solo per governare meglio l´Italia, ma anche per salvare la democrazia e la dignità del Paese.

*la Repubblica - 31 dicembre 2004

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