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Articolo 21 - Editoriali
Fondi, Fazzone e l'acqua "privata"
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di Anna Scalfati

C’è una mia conoscenza tra quelli che al Senato hanno votato per la gestione privata dell’acqua che, come sostiene  il Ministro Ronchi rimane a tutti gli effetti “pubblica”: il senatore Claudio Fazzone di Fondi . E’ proprio lui, quel signore  con il quale ho interagito nella puntata di Anno Zero del cinque novembre dal titolo “profumo di mafia”. Il senatore , quando non e’ impegnato in Parlamento , fa il Presidente del Consiglio di amministrazione della Societa’ Acqualatina : primo e assolutamente disastroso esperimento di gestione di acqua affidata ad una societa’ mista pubblico-privato. Tanto disastroso che si e’ costituito da tempo il comitato Acqua pubblica  di Aprilia,  un comitato cittadino impegnato in una battaglia simile a  quelle  gia’ viste in Bolivia e in altri paesi poveri, poveri proprio perche’ “depredati” delle loro risorse primarie . Per Padre Alex Zanotelli e’ una storia gia’ vista e vissuta. Bene, il senatore Fazzone oltre al suo stipendio di parlamentare, guadagna anche  92 mila euro l’anno per occuparsi dell’acqua della sua Provincia. Con quali risultati? Se in quella zona si parla di Acqualatina, le persone prima tacciono, poi iniziano a battere i pugni sul tavolo, a roteare gli occhi, a gridare contro la politica che affama le famiglie. Le bollette di Acqualatina sono sempre più un lusso non  sostenibile in una economia  famigliare gia’ provata dalla crisi. Migliaia di euro di debito per pensionati che ammucchiano bollette inevase su tavoli di legno di dignitose cucine. Qualcuno piange e minaccia gesti clamorosi. Altri rischiano di vedere la casa pignorata. Per pareggiare i bilanci annuali, la società  ritocca costantemente le bollette. Le perdite in bilancio sono riferite a vari fattori: quello più eclatante e’ il presunto aumento dell’energia elettrica. Certo non ha giovato la voce costi. Solo il Consiglio di amministrazione nel 2005 e’ costato 792 mila euro . Il senatore , per amministrare l’acqua delle sue terre ,guadagna oggi molto meno dei suoi predecessori. Tra questi c’e’ stato anche l’attuale  Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, suo braccio destro e, come lui eletto, nonostante la cattiva gestione dell’acqua, con un vero e proprio plebiscito. La parte pubblica della società naturalmente e’ prevalente così non si può dire che la società e’ totalmente pubblica, ne’ che e’ totalmente privata. La gestione e’ fatta insieme ai sindaci dei paesi della provincia di Latina che sono tutti della PDL e che in teoria dovrebbero controllare l’andamento di una società gestita in primis dal loro senatore che e’ anche coordinatore del loro partito.  Il senatore Fazzone fa anche parte dell’apposita commissione parlamentare per le incompatibilità presieduta da un collega dell’UDC. E  il Lazio e’ l’unica regione nella quale PDL e UDC continuano ad andare a braccetto senza tener conto di quel che accade, nei rispettivi partiti, a livello nazionale. Acqualatina emette bollette per i cittadini pari a  67 milioni di euro l’anno ma, nonostante la cifra ragguardevole ,si e’ dovuta indebitare accendendo un mutuo da 115 milioni di euro che ricade, va da sé, sulle tariffe dell’acqua. L’ultimo bilancio, quello del 2008, e’ stato chiuso con perdite pari a 4,3 milioni di euro. Il vicepresidente della società che rappresenta la parte privata e’ un ingegnere che a suo tempo fu consulente in Regione proprio per studiare questo tipo di società mista. Lo stesso ingegnere e’ ai vertici dell’acquedotto della Calabria.
 Adesso,a gran voce, i comitati dei cittadini chiedono la totale privatizzazione dell’acqua. Un modo come un altro per liberarsi della zavorra partitica che ricade nella gestione pubblica. Mi fermo qui e rimando al libro di Sergio Rizzo “Rapaci” che intorno alla pagina 200 si sofferma sul “laboratorio”  pontino su politica e affari. Questo Paese che non riesce più a indignarsi sarà capace di dare corpo alla propria disperazione?  La disperazione di chi aspettava le riforme e invece oggi vive in un forte stato di ansia e di paura per il futuro.

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