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Articolo 21 - Editoriali
Bisogna cominciare a contarsi, come diceva Seneca
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di Valter Vecellio

Domenico Scilipoti, deputato dell’Italia dei Valori, e Mario Pepe, del PdL, si uniscono “all’iniziativa nonviolenta e gandhiana di dialogo e di lotta” intrapresa l’8 novembre scorso  dalla parlamentare radicale Maria Antonietta Farina Coscioni; un’iniziativa a cui si sono via via aggiunti altri parlamentari: Mario Leddi (PD), Niccolò Rinaldi (IDV), Maurizio Turco (Radicali nel PD): sono  cosi sei i parlamentari attualmente in sciopero della fame, una mobilitazione che spontaneamente prende corpo giorno dopo giorno e, fuori dal “Palazzo”, è sostenuta da centinaia di cittadini, pazienti e le loro famiglie, che hanno deciso di unirsi al digiuno.
Una pattuglia di parlamentari, sul migliaio che sono tra Camera, Senato, Parlamento Europeo.   “Bisogna cominciare a contarsi, come diceva Seneca. Si scoprirà, allora, che siamo isolati ma non soli. Non numerosi, ma sufficienti per contrapporre l’opinione alle opinioni”, diceva Leonardo Sciascia. Non fanno solo “l’opinione”. Onorano il loro mandato quei sei parlamentari: dimostrano che politica e impegno non equivalgono obbligatoriamente a privilegio e a occupazione di potere. Qualcosa che dovrebbe essere, “fare” notizia. Invece silenzio. Pepe, Scilipoti, Rinaldi, Leddi… Nessuno che si prenda il disturbo di chiedere a Coscioni, Leddi, Pepe, Rinaldi, Scilipoti, Turco, cosa sia accaduto e accada per indurli a una forma di lotta come uno sciopero della fame…
Del resto nessuno chiede al ministro Maurizio Sacconi, al vice-ministro Ferruccio Fazio, alla sottosegretaria Eugenia Roccella se sia davvero normale che una riforma a costo zero sia di fatto insabbiata, e veda il ministero della Sanità clamorosamente inadempiente; il ministro e i suoi collaboratori tacciono, e quando hanno parlato – come nel caso della risposta a un’interrogazione presentata da Maria Antonietta Farina Coscioni – dicono il falso… E’ normale? Ed è normale che tutto ciò non sia “notizia”, nessuno insorga, trovi tutto ciò intollerabile, e si rivolti?
Sabato 7 novembre alcuni malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, Salvatore Usala, Giorgio Pinna e Mauro Serra, intraprendono uno sciopero della fame; intendono così denunciare di essere costretti a vivere una situazione al limite della disperazione, senza aiuti economici adeguati e l’assistenza di cui hanno pur diritto. Il giorno successivo Maria Antonietta Farina Coscioni si reca a Cagliari, in visita di solidarietà e sostegno a uno di questi malati in lotta, Usala. Contemporaneamente si unisce allo uno sciopero della fame, sostenuta da quasi 400 cittadini, che spontaneamente si aggiungono all’iniziativa. Tre gli obiettivi:
    1) Rendere noto l’effettivo utilizzo dei finanziamenti stanziati nel 2007 e nel 2008 per i “comunicatori” di nuova generazione, che consentono ai soggetti con gravi patologie e con compromissione della facoltà di parlare, di interagire con il mondo esterno.
    2) Rendere effettiva ed operativa l’approvazione della nuova versione dell’assistenza protesica del nuovo Nomenclatore, in modo che sia garantita la fornitura adeguata ad ogni persona con disabilità.
    3) Adottare le linee guida cui le Regioni si conformano nell’assicurare un’assistenza domiciliare adeguata per i soggetti malati di sclerosi laterale amiotrofica.  

Il 12 novembre, nella sua veste di co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, la parlamentare radicale partecipa ai lavori della Consulta per le malattie neuromuscolari. In quella sede ha l’amara sorpresa di apprendere che il ministero della Salute, rispondendo a una sua precisa interrogazione (la numero 5-00958), aveva detto il falso: aveva infatti assicurato che la questione relativa al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) sui nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) era già approdata in sede di Conferenza Stato-Regioni. Come ho detto, ho avuto l’amara sorpresa di apprendere che non era vero. “Siamo molto vicini all’invio dei LEA alla Conferenza Stato-Regioni”, dice Fazio. Il contrario, cioè, di quanto era stato assicurato il 20 ottobre scorso. Il Ministero ammette di non aver fatto nulla di quanto era sua competenza e dovere, e ha promesso di investire la Conferenza Stato-regioni nei prossimi giorni.   

Il vice-ministro Fazio ha ritenuto di dover accompagnare questa sua promessa con un’affermazione che si commenta da sola: assicurando che era questione di poche ore, al massimo martedì 17 novembre, ha liquidato l’iniziativa dei digiunatori come una questione di perdita o no di peso, una dieta insomma. Al di là di queste battute che si (s)qualificano da sole, non si può non constatare che, ancora una volta, non si è fatto nulla di quanto assicurato, e si continua a giocare sulla pelle dei malati! Il 17 è abbondantemente trascorso, Sacconi e Fazio la titano, impegnati in altro.

Il gioco sulla pelle dei malati, degli indifesi tra gli indifesi, gli incolpevoli tra gli incolpevoli, prosegue, continua. Al ministero della Salute sono evidentemente altre le questioni che urgono; e questa dei LEA, l’aggiornamento del nomenclatore e quant’altro, evidentemente non serve a compiacere le gerarchie vaticane e dunque possono tranquillamente attendere…

E’ una lotta è per il diritto alla vita, per la vita del diritto, quella intrapresa. Vale quel che si diceva un tempo: “Fais ce que dois, adviegne que pourra”.

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