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Articolo 21 - Editoriali
Fondi: Maroni non risponde, la parola alle mafie
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di Bruno Fiore*

Rispetto all’audizione del Ministro dell’Interno Roberto Maroni nella seduta della Commissione parlamentare antimafia del 25 novembre, bisogna definirla come l’ennesima vergognosa fuga dello stesso Ministro davanti alle precise responsabilità che il suo dicastero e l’intero Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi ha assunto con il mancato scioglimento del Consiglio comunale di Fondi.
A mettere sotto accusa il Ministro Maroni e il Consiglio dei Ministri non sono stati solamente gli interventi puntuali dei membri della Commissione del Partito Democratico quali Walter Veltroni, Laura Garavini e Giuseppe Lumia, ma anche esponenti della P.D.L., quali il vicepresidente della stessa Commissione antimafia Fabio Granata e Angela Napoli.
Il Ministro non ha risposto a nessuna delle richieste di chiarimento riguardo alla vicenda scandalosa del mancato scioglimento e la seduta, su questo punto, è stata aggiornata alla prossima riunione.
E’ necessario ribadire che questo silenzio è ancora più colpevole e preoccupante, considerato che lo stravolgimento attuato dal Consiglio dei Ministri che, per puro calcolo politico, ha soprasseduto allo scioglimento straordinario del Consiglio comunale, come previsto dall’Art. 143 del TUEL, prendendo atto dell’avvenuto scioglimento ordinario per le dimissioni dei consiglieri comunali di maggioranza, ha creato un grave precedente nella procedura e una sostanziale delegittimazione del lavoro svolto dalla Commissione d’accesso prefettizia e dello stesso Prefetto di Latina Bruno Frattasi, oggetto di attacchi personali e diretti da parte del Senatore pidiellino Claudio Fazzone.
Giustamente al Ministro Maroni i consiglieri Laura Garavini (capogruppo P.D. in Commissione) e Angela  Napoli (P.D.L.) hanno chiesto di acquisire il verbale della seduta del Consiglio dei Ministri in cui si è deciso per il non-scioglimento e di conoscere i nomi dei Ministri che hanno votato a favore di questa soluzione pilatesca, così come Fabio Granata (P.D.L.) ha chiesto che il Consiglio dei Ministri proceda comunque allo scioglimento straordinario del Consiglio comunale.
Tutte queste domande non hanno avuto alcuna risposta.
Noi riaffermiamo con forza che nel Comune di Fondi è necessario ripristinare le condizioni di legalità, che il mancato scioglimento non è stato altro che un segnale di “via libera” dato alle mafie che continuano a fare i loro affari nel sud pontino in tutti i principali settori dell’economia: edilizia, commercio, gestione di esercizi pubblici; e continuano a gestire il traffico di stupefacenti, facendo del nostro territorio il principale punto di snodo.
Era necessaria una fase di depurazione e di rottura dai condizionamenti mafiosi di questi territori, è stato dato il segnale contrario di resa dello Stato di legalità. Il rischio è che le prossime elezioni  amministrative e regionali, saranno condizionate fortemente dai poteri malavitosi che continuano ad avere intatto il controllo di questo territorio. Altro che “ridare democraticamente la parola ai cittadini” come affermò il Ministro Maroni. Qui si è ridato al parola ai mafiosi e si è proceduto con una vera e propria istigazione a delinquere per la criminalità organizzata.

*Coordinatore Partito Democratico di Fondi
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