Articolo 21 - Editoriali
Fino all'ultimo respiro... In marcia per l'ambiente a Taranto
di Alesandro Langiu
Il 28 novembre per il secondo anno In marcia per l'ambiente a Taranto ha visto sfilare 15000 contro
l'inquinamento.
La marcia parte dall'arsenale dove nasce via di palma, per arrivare fino a piazza Garibaldi, un
rettilineo di circa un km e mezzo, in pieno centro città.
E' un lento accodarsi e prendere posto , nel primo mattino di sabato, ancora grigio e molto fresco
Arrivano le scuole, i primi sono i bambini delle elementari. in ordine davanti al corteo, con i loro
piccoli cartelli e cappellini e lo striscione di Altamarea "Voglio vivere anche domani"
I ragazzi più grandi delle superiori, entrano anche loro,. Sono tante le scuole in corteo, licei, e
istituiti professionali.
Il corteo si allunga rapidamente e si riempie man mano che procede lungo la strada.
In breve ci si rende conto che la città sembra essere scesa in piazza.
I colori delle associazioni sono tanti , dalle bandiere di legambiente, all'arci, agli strisiconi di
Peacelink, Ail, al comitato referendario. Ma ancora pensionati, comitati contro le discariche,
genitori, persone semplicemte, e finalmente, stanche di sopportare, quello che sentono raccontare da
anni.
Gli striscioni attaccano la diossina dell'ILVA, il grande imputato dell'inquinamento della città, e
ricordano quanto si è scoperto negli ultimi anni grazie alle ricerchè scientifiche.
Ai feti con polmoni da fumatore, alle pecore abbattute l'anno scorso, e smaltite come rifiuto
tossico, al latte alla diossina.."Non vogliamo la diossina" è quello che si sente ripetere nelle diverse
forme, ed età dei partecipanti.
Quello che si salta agli occhi, rapidamnete è che il sentire è diffuso, concreto, ma soprattutto
collettivo.
Il coordimanento di accociazioni e cittadini di Altamarea , nato l'anno scorso per la prima marcia
per l'ambiente, è proprio questo, quello di unire, singoli e associazioni intorno all'unico obbiettivo
comune, la lotta contro l'inaquinamento..
Basta, entrare nel corteo e chiedere alle persone . Le storie sono diverse, ma convergenti. Franca ha
perso il marito in fabbrica.
Eugenio, giovane rappresentante, è lì perchè pensa " ma possibile che nn ci sia altro futuro per
questa città? Ci tocca respirare quest'aria malata?
Mimmo,lui lo conosco, si fa riconoscere nel corteo. Porta una croce. In orizzontale ha scirtto
Taranto, in verticale: Inquinamento. Lui che in fabbrica c'è stato , ha l'asbestosi, e spera che nn si
trasformi mai in altro.
Il palco è montato in piazza garibaldi.
Ad aspettare i manifestanti ci sono dei musicisti che suonano e cantano "Power to the People".
Apre il palco Luigi boccuni, portavoce di altamarea, che comunica entusiasta, che siamo più di
15000 (secondo ultim'ora ansa). E ribadisce i punti della piattaforma delle associaioni. "Il
monitoraggio 24 ore ai camini dell'ilva. Basta aspettare."
Poi parla Vincenzo Vestita, operaio dell'ilva, che ribadisce la necessità del lavoro e della salute. E
ancora Franca che ha perso il marito in fabbrica.
Fabio Matacchiera, esprime la sua rabbia per lo spostamento del referendum cittadino sull'ilva, che
si doveva tenere in origine, a marzo.
Nessun politico sul palco, ma voci della comunità. I politici, locali e regionali si fanno vedere, ma
timidamente durante il corteo...
La piazza si chiude come si era aperta , in musica.
Resta negl'occhi uno striscione ,che citando j. l.Godard, rimanda all'emergenza europea ambientale
che si vive a Taranto, e quello che è il dovere di ogni singolo, manifestare: Fino all'ultimo respiro!
l'inquinamento.
La marcia parte dall'arsenale dove nasce via di palma, per arrivare fino a piazza Garibaldi, un
rettilineo di circa un km e mezzo, in pieno centro città.
E' un lento accodarsi e prendere posto , nel primo mattino di sabato, ancora grigio e molto fresco
Arrivano le scuole, i primi sono i bambini delle elementari. in ordine davanti al corteo, con i loro
piccoli cartelli e cappellini e lo striscione di Altamarea "Voglio vivere anche domani"
I ragazzi più grandi delle superiori, entrano anche loro,. Sono tante le scuole in corteo, licei, e
istituiti professionali.
Il corteo si allunga rapidamente e si riempie man mano che procede lungo la strada.
In breve ci si rende conto che la città sembra essere scesa in piazza.
I colori delle associazioni sono tanti , dalle bandiere di legambiente, all'arci, agli strisiconi di
Peacelink, Ail, al comitato referendario. Ma ancora pensionati, comitati contro le discariche,
genitori, persone semplicemte, e finalmente, stanche di sopportare, quello che sentono raccontare da
anni.
Gli striscioni attaccano la diossina dell'ILVA, il grande imputato dell'inquinamento della città, e
ricordano quanto si è scoperto negli ultimi anni grazie alle ricerchè scientifiche.
Ai feti con polmoni da fumatore, alle pecore abbattute l'anno scorso, e smaltite come rifiuto
tossico, al latte alla diossina.."Non vogliamo la diossina" è quello che si sente ripetere nelle diverse
forme, ed età dei partecipanti.
Quello che si salta agli occhi, rapidamnete è che il sentire è diffuso, concreto, ma soprattutto
collettivo.
Il coordimanento di accociazioni e cittadini di Altamarea , nato l'anno scorso per la prima marcia
per l'ambiente, è proprio questo, quello di unire, singoli e associazioni intorno all'unico obbiettivo
comune, la lotta contro l'inaquinamento..
Basta, entrare nel corteo e chiedere alle persone . Le storie sono diverse, ma convergenti. Franca ha
perso il marito in fabbrica.
Eugenio, giovane rappresentante, è lì perchè pensa " ma possibile che nn ci sia altro futuro per
questa città? Ci tocca respirare quest'aria malata?
Mimmo,lui lo conosco, si fa riconoscere nel corteo. Porta una croce. In orizzontale ha scirtto
Taranto, in verticale: Inquinamento. Lui che in fabbrica c'è stato , ha l'asbestosi, e spera che nn si
trasformi mai in altro.
Il palco è montato in piazza garibaldi.
Ad aspettare i manifestanti ci sono dei musicisti che suonano e cantano "Power to the People".
Apre il palco Luigi boccuni, portavoce di altamarea, che comunica entusiasta, che siamo più di
15000 (secondo ultim'ora ansa). E ribadisce i punti della piattaforma delle associaioni. "Il
monitoraggio 24 ore ai camini dell'ilva. Basta aspettare."
Poi parla Vincenzo Vestita, operaio dell'ilva, che ribadisce la necessità del lavoro e della salute. E
ancora Franca che ha perso il marito in fabbrica.
Fabio Matacchiera, esprime la sua rabbia per lo spostamento del referendum cittadino sull'ilva, che
si doveva tenere in origine, a marzo.
Nessun politico sul palco, ma voci della comunità. I politici, locali e regionali si fanno vedere, ma
timidamente durante il corteo...
La piazza si chiude come si era aperta , in musica.
Resta negl'occhi uno striscione ,che citando j. l.Godard, rimanda all'emergenza europea ambientale
che si vive a Taranto, e quello che è il dovere di ogni singolo, manifestare: Fino all'ultimo respiro!
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