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Articolo 21 - Editoriali
Cambiamenti “radicali”: quando il trasformismo supera l’immaginazione
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di Antonio Palagiano*

Testamento biologico, legge 40, pillola abortiva, legge 194. Temi importanti. Temi che investono, in un modo o nell’altro, la vita di ognuno di noi. Temi sui quali oggi il mondo politico dibatte animatamente, forse andando un tantino al di là della propria sfera di competenze. Temi che racchiudono in sé alcuni importanti diritti dell’uomo; diritti che, per loro stessa definizione, i cittadini dovrebbero avere a prescindere. Diritti che ne racchiudono in realtà soltanto uno: la libertà di scelta.
Da più parti ed in più di una occasione ho espresso le mie posizioni al riguardo. Posizioni politiche sì, ma anche posizioni professionali ed umane. Ritengo, infatti, che la libertà di scegliere dovrebbe essere la garanzia di qualsiasi discorso legale ed etico. Eppure, nonostante io sia convinto di questa mia posizione e l’abbia mantenuta salda per tutta la mia esistenza, la riflessione su questi temi mi porta, comunque, a farmi delle domande. A volte mi suscita dei dubbi, delle perplessità, delle comprensibili incertezze. Evidentemente, questa ricerca di coerenza non appartiene ad altri personaggi delle nostre istituzioni che, nel corso della loro carriera politica, hanno cambiato radicalmente idea su questi temi - come su altri - e adesso fanno pagare ai cittadini, tutti, le conseguenze del loro straordinario trasformismo.
Cambiare idea è possibile, qualche volta è anche segno di intelligenza. Ma talvolta, porsi su posizioni diametralmente opposte e perorare la nuova causa con metodi assolutistici lascia più che perplessi ed insinua legittimi dubbi. Mi vengono in mente, a primo acchito, tre nomi - ma sono molti di più – che, per par condicio, rappresentano maggioranza e opposizione: il Sen. Gaetano Quagliariello, il Sen. Francesco Rutelli e l’On. Eugenia Roccella (per non parlare di Daniele Capezzone, sul quale è meglio stendere un velo pietoso). Tutti e tre provenienti dal partito radicale. Tutti e tre ex militanti di quel partito. Tutti e tre partecipanti attivi o promotori delle più importanti battaglie del partito di Pannella… tra le quali spicca - per attualità - la difesa dell’aborto. Ed è proprio su questo argomento che i tre hanno dato il meglio del loro funambolismo politico.

Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del berlusconiano Pdl e accanito difensore della “vita”, è oggi tra i più agguerriti avversari della pillola abortiva RU486; ieri tra i massimi esponenti del Partito Radicale e primo sostenitore delle campagne referendarie su aborto e biocard (un testamento biologico che prevedeva anche la rinuncia ad alimentazione ed idratazione).

Francesco Rutelli, ex Radicale, ex Verde, ex Margherita, ex Pd (ex sinistra?), ieri era sostenitore delle più grandi campagne referendarie per i diritti civili (tra cui l’aborto e spinelli a go-go); oggi esce dal più grande partito di centro sinistra proprio durante la discussione in Senato sulla RU486: troppo laiciste le posizioni dei suoi compagni.

Eugenia Roccella, oggi tra le prime donne politiche che portano avanti la campagna contro la liberalizzazione della RU486 e coautrice del libro “La favola dell’aborto facile”; ieri Radicale e leader del Movimento di Liberazione della donna scriveva – nell’introduzione al libro “Aborto, facciamolo da noi” – queste parole: “perché a difendere il diritto all’aborto dobbiamo essere proprio noi femministe, noi donne, che l’aborto in sé per sé siamo le ultime a volerlo; ma è un primo passo verso la libera disponibilità e l’autogestione del nostro corpo, senza la quale non c’è libertà né felicità possibile”.

Forse è vero che solo gli stupidi non cambiano idea… ma qui ci troviamo davanti ad un vero salto mortale, più che vitale!

*da www.antoniopalagiano.it

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