Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Quando la Rai riesce a fare storia
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Ottavio Olita

Una pagina di storia della televisione italiana è quella che hanno scritto ieri sera Fabio Fazio e il suo staff di “Che tempo che fa”, insieme con i direttori di Rai3: quello fatto uscire, Paolo Ruffini, e il subentrato, Antonio Di Bella. Mentre scrivo non so quanta gente, insieme con me, ha seguito la trasmissione, né mi interessa. Quel che so è che la Rai è ancora capace di prodotti di altissima qualità e di  grande significato. Ma ci pensate! Due direttori, come Claudio Abbado e Daniel Baremboim, insieme. Baremboim al pianoforte, Abbado alla guida dell’orchestra alla Scala. Poi Maurizio Pollini. Un inno alla musica come incontro tra popoli, culture, formazioni diverse. Un omaggio a chi con strumenti di cultura si impegna per diffondere la pace, la collaborazione, l’incontro. Una lezione di classicità per includere, non per escludere; il Teatro alla Scala come Ramallah perché la musica, come ha detto Baremboim, è un diretto prodotto dell’anima, e l’anima rifiuta l’odio.
 La televisione può dunque ancora essere utilizzata come straordinario strumento di conoscenza ed educazione, ci ha detto ieri sera “Che tempo che fa”. E contemporaneamente può lasciare un segno nella storia della cultura, come è stato avere insieme tre musicisti dello spessore di Abbado, Baremboim e Pollini. I quali, è indispensabile farlo notare, non sono stati presentati e gestiti in trasmissione come miti viventi o inimitabili geni, ma come uomini del loro tempo in grado di incidere profondamente nel cambiamento e nel miglioramento delle relazioni tra gli uomini.
 Sentire Pollini che conclude il suo intervento affermando: “L’arte raccoglie i sogni della società. Un governo che taglia i finanziamenti per l’arte, taglia i sogni della società”, incide molto più profondamente di cento manifesti, slogan, convegni perché quella frase si sa che è pronunciata da chi ha dedicato la sua vita all’impegno per la diffusione della cultura e dell’arte e quindi è vero, credibile, sincero. Ecco cos’è successo ieri sera. Abbiamo ritrovato finalmente una televisione capace di trasmettere serietà, impegno, verità; una televisione lontana mille miglia dalle urla, dai litigi, dai salamelecchi indecenti dei tanti salotti catodici. Un segnale di speranza. Speriamo che ne giungano tanti altri.

Letto 865 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21