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Articolo 21 - Editoriali
Giornata mondiale Diritti Umani. A 61 anni la Carta ONU e la Costituzione italiana "carta straccia"?
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di Gianni Rossi

Questo 10 dicembre, la giornata internazionale dei diritti umani , promossa dall’ONU, è dedicata alla “non discriminazione”. Molte violazioni sono fondate, secondo l’ONU, appunto sulla discriminazione, il razzismo e sull’esclusione per motivi di carattere etnico, religioso, razziale, che colpiscono milioni di persone, le quali tentano di fuggire alle pulizie etniche e ai genocidi.

A 61 anni dalla sua proclamazione, la Carta fondamentale dell’ONU( vedi la scheda in fondo)* sembra sempre più una “carta straccia”. E Neppure la Presidenza americana Obama, così ricca di aspettative e di speranze, pare rivitalizzare i princìpi fondamentali di questa vera e propria Costituzione Universale. Nella incredibile concomitanza tra la celebrazione e la consegna del Premio nobel per la Pace proprio ad Obama, persistono contraddizioni inspiegabili come: la spietata persecuzione degli emigranti messicani e centroamericani che cercano di oltrepassare  la frontiera di “sangue” tra il sud degli Stati Uniti e il Messico; il supercarcere di Guantanamo è ancora lì con i suoi “anomali prigionieri” islamici; la guerra in Afghanistan è più viva che mai e altri 30 mila militari partiranno per “contrastare” i terroristi talibani e di al Quaeda. Purtroppo, il terrorismo internazionale non è stato stroncato da nessuna azione militare di contrasto, perché scollegata a forme di assistenza economica e culturale in grado di modificare le ragioni profonde della solidarietà forzosa, che masse di diseredati offrono a questi nuovi “guerriglieri di DIO”, spesso finanziati dal traffico mondiale di armi e droga. Genocidi sono compiuti in Africa e pulizie etniche avvengono in Asia, sotto la colpevole acquiescenza delle grandi potenze democratiche.

Ma anche a casa nostra le cose non vanno tanto bene!

In Italia leggi e comportamenti, modificati ad arte dal lavaggio delle coscienze dei media in questi ultimi 15 anni di “regime berlusconiano-bossiano”, hanno reso gran parte del paese inospitale ai “diversi”, agli “erranti”, non più ebrei come storicamente fu per quel popolo di Dio e Abramo, sterminato nell’Europa della barbarie nazi-fascista ( e dalle ceneri di quell’orrore è uscita la Carta dell’ONU nel 1948!). Oggi, in Italia, più nelle vaste, popolose, ricche e “civili” regioni del Nord, che al Centro Sud ( ma anche qui il virus della discriminazione avanza sensibilmente), si assiste a fenomeni odiosi di razzismo religioso, etnico e culturale.

L’attacco virulento di esponenti della Lega Nord al “padano” cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, non è stato un fulmine a ciel sereno. Fa parte di una strategia, che nasconde la volontà di questo governo, di “addomesticare” la gerarchia dei vescovi italiani alle scelte politiche, economiche e culturali di questo esecutivo. Non a caso la CEI, la Conferenza episcopale italiana cerca di smarcarsi dall’ossequiosità della politica diplomatica della Segreteria di Stato del Vaticano, impersonata dal cardinal Tarcisio Bertone.

Tettamanzi, l’unico alto prelato europeo che in un eventuale Conclave per l’elezione del sostituto dell’attuale Papa Ratzinger , potrebbe riportare le chiavi di San Pietro nelle mani di un italiano, è l’unico vero avversario della modificazione genetica che la Lega Nord e gran parte del conglomerato di potere affaristico-mediatico che fa capo a Berlusconi stanno attuando nella società italiana. Chi si schiera con l’alto prelato oggi di certo entra a far parte della larga schiera di avversari a questo sistema, messo in piedi dalla destra eversiva italiana, sempre meno europea, sempre più emarginata a livello internazionale, a cominciare proprio dagli ambienti conservatori che contano (vedere gli ultimi editoriali che propugnano la “cacciata” di Berlusconi, pubblicati dalle “Bibbie” del potere finanziario mondiale come Economist e Financial Times).

Un’Italia su questi temi, insomma, contraddittoria e dalle facce truci che si mescolano a falsi epigoni del cristianesimo. Come non ricordare che la famiglia “palestinese” del nascituro Gesù fu cacciata per rifugiarsi in una capanna a Betlemme? E i protocristiani non erano forse tutti figli di una diaspora palestinese-ebraica, come i santi Pietro e Paolo, fra i prìncipi della Chiesa di Roma!

E che dire del turco- anatolico, San Nicola, vescovo di Myra, divenuto nel tempo nella tradizione nord-europea e mondiale il mitico Santa Klaus, ovvero Babbo Natale?

Tutti questi simboli dell’antico e moderno cristianesimo, intriso anche di costumi consumistici, riportano ad un universalismo degli scambi umani, della reciproca tolleranza, della mescolanza di razze e religiosità: altro che origini celtiche o tradizionaliste cristiane!

Nella città simbolo, suo malgrado, dell’intolleranza contro i migranti extracomunitari e gli islamici, Treviso nel giro di pochi giorni si svolgono due iniziative pubbliche in contrasto tra loro, pur organizzate dalla stessa destra al potere in Veneto.

Da una parte, l’esponente di maggior spicco della Lega Nord- Veneta, il vicesindaco Gentilini ( già sindaco della città e noto alle cronache per le sue battaglie contro emigranti e musulmani) ha inaugurato, polemicamente contro la sentenza di Strasburgo sui crocefissi nelle scuole, la posa di un crocefisso di ferro nel giardino di palazzo Rinaldi, schierandosi contro l’arrivo di “sacerdoti stranieri” a guida delle parrocchie, perché “finirebbero per essere semplici funzionari ecclesiastici, mentre il parroco deve conoscere la sua gente. Gli stranieri non conoscono le tradizioni e così riaffermiamo la nostra cristianità”.

Dall’altra parte, proprio mentre si celebra la giornata mondiale per i diritti umani, si apre presso la Casa dei Carraresi, la quarta edizione della “Conferenza Regionale per la Cooperazione allo Sviluppo, la Solidarietà Internazionale, i Diritti Umani e la Cultura di Pace”. All’apertura dei lavori è prevista l’introduzione dell’assessore regionale ai diritti umani e alla cooperazione allo sviluppo Isi Coppola, PDL proveniente da alleanza Nazionale. La conferenza proseguirà venerdì mattina e in collaborazione con l’Unicef approfondirà il tema dei diritti umani. Testimonial dell’Unicef sarà Zlata Filipovic, giovane scrittrice bosniaca del “Network of young people affected by war”. Chissà se Gentilini sarà presente a questa sessione o lancerà l’ennesimo anatema contro bosniaci, islamici, rom ed extracomunitari anticristiani!

Nel frattempo, però, a molta distanza dal “civile” Nord “biondo celtico”, nel “profondo Sud dove i colori delle razze si mescolano sempre più, una compagnia teatrale composta solo da immigrati e rifugiati politici mette in scena “Le Pareti della Solitudine”, adattamento dell’omonimo racconto dello scrittore Tahar Ben Jelloun, realizzato da Giusi Marchetta e Prospero Bentivenga. Il debutto avviene volutamente in concomitanza della Giornata mondiale dei Diritti Umani, a Castelvolturno, nel casertano, nell’ambito dei Teatri della Legalita’, rassegna della Regione Campania. Prodotto dalle associazioni Zero de Conduite e Less onlus, per la regia di Prospero Bentivenga.

una compagnia formata  esclusivamente da immigrati e da rifugiati politici, attori e musicisti, provenienti dal Burkina Faso, dalla Bielorussia e dallo Sri Lanka. Insieme danno volto e voce alla loro ‘viva’ esperienza, testimoniando in prima persona il caleidoscopio di sensazioni che accompagna la drammatica scelta di lasciare il proprio paese, trascinando la propria vita in uno estraneo che, spesso, li ‘accoglie’ riservando loro condizioni al limite della sopravvivenza. Le molteplici tappe di un percorso fatto per lo più di angoscia e solitudine si sintetizzano attraverso il racconto di una di queste storie che riflette tutto il disagio di una condizione perennemente sospesa tra il senso di sradicamento e la ricerca di un’appartenenza. “Lo spettacolo - spiega Bentivenga, che firma la regia - denuncia, in forma scenica, il razzismo con l’obiettivo di far vedere e sentire cosa accade ad un immigrato clandestino durante le ore di solitudine, quelle private in cui, spente le luci del giorno, è solo con sè stesso a fare i conti con le normali pulsioni di un individuo: la paura, la nostalgia, la rabbia e soprattutto la profonda solitudine”.

E’ di certo la commemorazione più qualificante di questa Giornata mondiale in una terra di “frontiera”, dove il 18 settembre del 2008 la camorra operò la strage di 6 migranti africani uccisi per “sfregio”, e dove solo la determinazione dei padri Comboniani è riuscita finora a trarre fuori dalla condizione sub-umana in cui vivono questi nostri fratelli perseguitati in Africa e in Italia.

Ma forse è questo il cristianesimo che proprio non va giù alla posticcia cultura celtica di cartapesta dei leghisti e agli epigoni della destra berlusconiana, fatta di lustrini, veline e apparenza mediatica.

Che strano paese il nostro dove la maggioranza degli italiani non conosce il testo fondamentale della propria Repubblica, come la Costituzione, e dove quasi tutti ignorano cosa sia la Dichiarazione universale dei diritti umani. Per questo, è fondamentale che si avvii una grande battaglia nei prossimi giorni presso l’opinione pubblica, sul “popolo del WEB” e nelle piazze, come già avvenuto con le manifestazioni del 3 ottobre e del 5 dicembre a Roma, e come Articolo 21 ha lanciato tramite le parole del portavoce Beppe Giulietti. Prima che la destra eversiva italiana al potere distrugga l’ultimo tesoro delle libertà democratiche nel nostro paese.

 *Scheda tecnica:  

 

DICHIARAZIONE  UNIVERSALE  DEI  DIRITTI  UMANI
10 dicembre 1948
 
PREAMBOLO

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;

Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;

Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;
 
L'ASSEMBLEA GENERALE

proclama

la presente Dichiarazione Universale dei Diritti Umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
 
Art. 
1Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
2Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
3Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
4Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
5Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
6Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
7Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
8Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
9Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato
10Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
111. Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.

2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
12Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
131. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
141. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
151. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
161. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
171. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.

2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
18Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
19Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
201. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
211. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.

3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
22Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
231. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione

2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.

4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
24Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
251. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
261. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
271. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
28Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
291. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.

2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
 
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.
30Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
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