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Articolo 21 - Editoriali
Il segretario del Movimento per la giustizia spiega perché i magistrati apriranno lâ??anno giudiziario con la Costituzione
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di Armando Spataro*

da Avvenimenti

Per la quarta volta consecutiva, le cerimonie di inaugurazione dellâ??anno giudiziario diventano, per la magistratura, occasione per richiamare lâ??attenzione della pubblica opinione sulle sciagurate scelte di politica giudiziaria dellâ??attuale maggioranza: esse, come più volte è stato denunciato, lungi dal mirare a migliorare lâ??efficienza del sistema, si prefiggono di realizzare un modello di magistratura che sia parte di un unico potere di governo e sensibile agli interessi di chi lo esercita, anziché essere soggetta soltanto alla legge (articolo 101, comma 2 della Costituzione). Anche questâ??anno, dunque, sono state organizzate iniziative di protesta che, pur nella varietà delle forme ipotizzate, si muoveranno su due piani: il richiamo ai principi costituzionali oggi posti in pericolo (per questo ogni magistrato porterà con sé la Costituzione) e la denuncia della inefficienza del servizio, la cui esclusiva responsabilità ricade sul ministro della Giustizia (articolo 110): essa sarà documentata attraverso la diffusione dellâ??ennesimo â??libro biancoâ? sulle disfunzioni negli uffici. Per ben comprendere il clima in cui si collocano queste iniziative, però, è opportuno ricordare alcuni significativi recentissimi eventi. Innanzitutto la reazione della maggioranza al rinvio alle Camere della legge sullâ??ordinamento giudiziario da parte del Capo dello Stato, che pure conteneva il richiamo alla chiarezza e controllabilità dei provvedimenti legislativi: di fronte alla possibilità che il nuovo esame parlamentare costituisca lâ??occasione per affrontare anche gli aspetti di illogicità ed oggettiva impraticabilità della riforma (tra cui innanzitutto la struttura dei concorsi), la Commissione giustizia del Senato ha approvato una mozione restrittiva secondo la quale le modifiche possibili dovranno riguardare solo i quattro punti posti in evidenza nel messaggio presidenziale. A nulla sono valsi i rilievi di autorevoli commentatori come Cassese e Guarnieri e le mozioni dellâ??opposizione.

Ã? prevalso lâ??orientamento minimizzante del ministro Castelli che ha espresso soddisfazione per lâ??intervento di Ciampi e fiducia nella possibilità di approvare, in breve tempo, un testo solo lievemente modificato, così dimenticando che i rilievi presidenziali possono riguardare solo i casi di manifesta incostituzionalità di una legge e che quella sullâ??ordinamento, se non rinnovata in radice, aprirà una lunga stagione di contenzioso dinanzi alla Corte costituzionale. Ã? possibile, allora, sperare in una seria â??riforma della riformaâ? ? Non câ??è da farsi molte illusioni, purtroppo, e ciò non solo per il silenzio glaciale con cui è stata accolta la successiva esortazione del Capo dello Stato a «perseverare con costanza e determinazione nella ricerca di costruttive intese» nel campo delle riforme costituzionali, ma anche per alcuni inquietanti e significativi segnali: la norma â??salva-Previtiâ? e il decreto legge di mantenimento nelle sue funzioni, per altri sette mesi, dellâ??attuale procuratore nazionale antimafia (Pna).

Con la â??salva-Previtiâ?, già approvata da un ramo del Parlamento, ancora una volta si interviene nel processo penale con una legge finalizzata a risolvere i problemi giudiziari di un solo imputato eccellente, nonostante le ricadute, gravi per gli interessi collettivi e per le istituzioni, sulla situazione processuale di ogni tipo di criminali. Significative le valutazioni del neo sottosegretario alla giustizia Vitali, che pur non celando la soddisfazione per la nomina dovuta al proprio ruolo di relatore per quella legge, ha dichiarato: «Ã? una legge meno porca di quel che si dica!» (intervista a Repubblica del 29 novembre). Con il decreto legge sul Pna, invece, in assenza di qualsiasi seria motivazione sulla straordinaria urgenza richiesta dallâ??articolo 77 della Costituzione, il governo ha adottato un provvedimento che appare sotto molti profili in contrasto con la Costituzione e che, attraverso lâ??esautoramento del Csm (nella specie la procedura di nomina del nuovo Pna era già quasi definita), integra un altro grave attacco allâ??indipendenza della magistratura: per la prima volta nella storia della Repubblica, un magistrato viene mantenuto nellâ??incarico mediante un provvedimento emesso dal potere esecutivo! In questo scenario la magistratura non ha alternative: ostinata ricerca del confronto, anche contro la realtà delle cose, ma altrettanta determinazione nella scelta di non arretrare di un solo centimetro nella difesa delle proprie prerogative costituzionali.

 *Procuratore aggiunto a Milano,
componente del direttivo dellâ??Anm

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