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Articolo 21 - Editoriali
Cacciari: sposta il dibattito per confondere i suoi ritardi. «Dovremmo seppellirlo di risate invece discutiamo di Fed e Gad...Partiamo finalmente e diciamo la nostra»
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di Michele Sartori

da L'Unità

VENEZIA Professore: ha sentito l'ultimo intervento di Berlusconi? Massimo Cacciari ha l'aria rassegnata: «Cosa ha detto stavolta?». Che se la sinistra torna al governo, per l'Italia «sarà miseria, terrore e morte». «Ah. Beh. Cosa vuoi farci». Non so. Dica lei. «Facciamolo parlare ogni giorno. Regaliamogli altre televisioni». Comincia a carburare: «Se delira in modo tanto spropositato, cosa vuoi commentare? Chiami il neurodeliri».
Però queste cose Berlusconi se le prepara a freddo. Mica è matto.
«Ma certo che no. Lui sa esattamente ciò che avverrà».
E cosa avverrà?
«Che gli andremo dietro. Quando fa così dovremmo seppellirlo di risate omeriche. Invece domani, piuttosto che parlare di fisco, pensioni, sanità, università, giustizia, saremo lì a scandalizzarci: come osa, come non osa? ? Berlusconi che detta l'agenda. E la sinistra non ha ancora capito che chi detta l'agenda è a tre quarti dell'opera».
O forse la sinistra non ha un'agenda.
«Ovvio che non ce l'ha! Mesi, anni, buttati a dire quanto è sconcio quel che fa Berlusconi; o a raccontare alla gente che non mangiamo i bambini. Meriteremmo anche noi di essere sepolti da una risata. Dovremmo essere tra la gente, a spiegare cosa pensiamo di fare. Fare! Invece non siamo presenti da nessuna parte».
? solo questo, l'uscita di Berlusconi: dettare l'agenda? O calcola che qualcuno ci creda ancora, al rischio comunista?
«Ma andiamo! Lui in dieci anni di tormento comunista ha aumentato di cento volte le sue ricchezze. Vuoi che non sappia che siamo fin troppo buoni? No, non punta davvero su quel che dice, ma sulle conseguenze. Vuole imporre un clima da talk-show politico televisivo, un clima manicheo, provocatorio, aut-aut, nero-bianco. E noi intanto...».
Sì?
«Noi si discute di Fed, di Gad, di nomi. Risulta una convention, perlomeno, delle forze democratiche, per parlare di programmi? Partiamo, finalmente, cominciamo a dire la nostra. Abbiamo tanto preso per il culo la lavagnetta, però...».
Quale lavagnetta?
«Quella di Berlusconi, da Vespa».
Ah, già. E dunque?
«Dunque anche noi dobbiamo avere un leader che possa andare da Vespa con la lavagnetta, e dire 'faremo questo, e questo, e questo'. Senza mentire, senza barare, senza esagerare, onestamente».
Se l'immagina Prodi con la lavagnetta?
«Si troverà la debita forma».
Come va tra Rutelli e Prodi?
«Risolte le liste per le regionali, trovato l'accordo per la federazione, bisogna passare ai programmi. Se poi non si dovesse trovare quel minimo di convergenza, sarebbe criminale. Sia chiaro: se Berlusconi rivince, la vergogna sarà tutta dei suoi oppositori; Prodi, Rutelli, Fassino, dovrebbero cancellarsi dalla faccia della terra. Anche perché Berlusconi non è la Tatcher, non è Bush, non è Aznar. E' l'esponente di una destra in ritardo di vent'anni, che copre i suoi ritardi coi deliri».
Anche a questo puntano le provocazioni su "miseria-terrore-morte"?
«Anche a questo, sì. Sposta il dibattito anche per non far parlare dei ritardi suoi, e dei suoi casini strategici, come in Lombardia con Formigoni. Quando è a uno snodo difficile, Berlusconi provoca».
A proposito. Quelle "parole-no" di Rutelli, socialdemocrazia, equalitarismo?
«? un'indecenza!»
Che le abbia dette?
«Nooo! Il modo in cui le ha trattate l'informazione politica! Una battuta, magari infelice, in un contesto di dibattito, tra amici!»
Non pareva una battuta.
«Insomma, dov'è lo scandalo? Della crisi del modello socialdemocratico io ho appreso trent'anni fa, iscrivendomi al Pci: di questo si discuteva. E l'equalitarismo... Siamo in un'assemblea del '68?»
Comunque, diceva, "infelice".
«Perché oggi non te la devi prendere con l'equalitarismo, ma col suo opposto, cioè una distribuzione del reddito scandalosamente diseguale! Tuttavia socialdemocrazia ed equalitarismo non sono più idee-guida».
A quali parole potrebbe affidarsi la sinistra?
«Responsabilità. Responsabilità e giustizia. E sopratto programmi».

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