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Articolo 21 - Editoriali
Alda..e il partito dell'amore
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di Gaetano Alessi

A vederla sembra uno di quei personaggi omerici che escono dalla nebbia per indicarti la via.

Come la madre di Pirandello, che in una sua suggestiva opera, esce dal nulla accompagnata dal vento, per portare risposte. Eppure la storia di Alda Fruzzetti è una storia “semplice” vissuta in un posto aspro, duro e suggestivo. Case incastonate in una montagna tagliata in due da un fiume che dalle Alpi Apuane sbocca sul mare toscano. Terra di marmo, libertà, lizzature e di morte.

Come spesso accade il luogo in cui nasci non solo ti forgia  ma ti conduce a scelte per altri difficili, ma per te naturali e lei, piccola nel corpo, di quelle montagne e della sua immensa sensazione di libertà è figlia. Era iscritta al “partito dell’odio” quando il “partito dell’amore” Nazi – fascista tacciava per briganti i partigiani. Non accettava l’ordine, la morale e le regole che gli hitleriani volevano imporre e si ribellò, giovanissima. Come tanti su per quelle montagne che rasentavano la linea Gotica. Vinsero, ma le perdite dovute ai rastrellamenti ed ai combattimenti erano fuori dalla sopportazione umana. Venne la Repubblica, la democrazia ed il “Partito dell’amore” giunse in quei luoghi sotto forma di preti vestiti di nero. Vennero mandati lì per moralizzare. Si era talmente poveri su per le montagne che per seguire le leggi di Dio in terra non avanzava molto tempo.  Non c’era molto a Forno, figli e mariti sacrificati al lavoro in cava e una bomba dei nazi aveva tolto il sostegno economico che la Filanda aveva garantito fino al ’43. Per questo, quando i diritti cominciarono ad essere realtà, Alda e il suo compagno decisero di sposarsi. Servivano le carte della chiesa per poter accedere agli assegni familiari.

Dopo i nazi-fascisti gli uomini e le donne di quelle montagne dovettero scontrarsi con il bigottismo di chi voleva loro imporre le regole, l’ordine e la (loro) morale. La lettera che il parroco inviò al vescovo chiedendo il permesso di sposare la coppia esordiva così : “Concubini comunisti”. Alda e il suo uomo, che l’avrebbe accompagnata per tutta la vita, furono sposati sul gradino d’ingresso della piccola chiesa di Forno, con i paramenti a lutto. Stessa sorte toccò al partigiano Primino Alberti che rifiutò di consegnare la tessera del Pci al parroco (che gliel’avrebbe strappata in faccia come segno di “redenzione”). Una frase disse il partigiano al prete: “il battesimo mi è stato imposto, la tessera l’ho presa nel pieno delle mie capacità. Vengo a lei cristianamente scelga cosa fare”. E Don Franco sposò anche lui sull’ultimo gradino di pietra. Tanti altri tacciati d’appartenere al “partito dell’odio” subirono le stesse mortificazioni, ma non cedettero e la vinsero ancora una volta. Venne il concilio e con questo un giovane prete. Dopo la prima messa svestì l’abito talare e andò alla “Casa socialista”. Non vi furono più “amore e odio” ma solo uomini e donne con idee diverse ma uniti dall’idea che la libertà non è un concetto retorico ma una ragione di vita.   

Sono passati tanti anni da allora. Alda è cresciuta, ma non ha perso la voglia di raccontare, tra i fornelli di casa, nelle strade, nelle scuole. Ha preso su di se il compito di tramandare, ricordare che alcuni eventi sono successi, che la memoria è un fiume che necessita di affluenti per essere vitale.

Anche Forno, Massa, Carrara, e tutti i paesini che salgono su per le montagne sono cambiati. Così le persone. Gli accenti sono mutati, i figli dei contadini e cavatori di allora, diventati classe dirigente, sono scesi dalle montagne consegnandole agli inglesi. La gente ha perso gli accenti, l’asprezza dei monti e forse anche la voglia di essere figli di quella fierezza. Ma le montagne sventrate da millenni di raccolta del marmo sono la testimonianza di un luogo che, dagli Apuani in poi, ha rappresentato la resistenza contro chi, arrivato al potere, si elegge portatore di “amore” per cancellare o flettere ogni forma di resistenza e di libero confronto.

Oggi la storia si ripete, e chiunque non si genufletta ad idolatrare il nuovo “capo” viene tacciato di odio. Ma la storia di Alda e delle sue montagne è lì, piccola ma lucentissima, a ricordare che dopo il gelo di qualunque inverno le pareti delle montagne di marmo ricominciano sempre a risplendere sotto i raggi della luna.

 

 

 

http://gaetanoalessi.blogspot.com/ 

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