Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Tetto per studenti stranieri: un caso rivelatore
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Giulia Tosoni

L’immigrazione, più nella realtà quotidiana che nella sua immagine mediatica, assume i mille volti di mille storie diverse: chi è appena arrivato, chi vive qui da una vita, chi in Italia è addirittura nato.
E’ la scuola a rivelarci la complessità della sfida che ci attende: un forte aumento degli studenti stranieri nelle classi richiede di adattare la didattica alla nuova realtà interculturale.
Con questo si misurano soprattutto le scuole elementari, tra successi e nodi irrisolti.
Il tetto del 30% di studenti stranieri per classe, introdotto dal Ministro Gelmini con una circolare dell’8 gennaio, azzarda una risposta per impedire la creazione di scuole e classi ghetto.
Un problema che non siamo i soli ad affrontare: prima di noi, ad esempio, la Germania.
Il sindaco di Berlino Klaus Wowereit, ha fatto infuriare i suoi concittadini commentando i problemi delle scuole di Kreutzberg, dove si arriva anche al 90% di studenti turchi: “Se avessi dei figli, non li manderei a scuola lì”.
Eppure non mancano a Berlino esempi positivi, come nella vicina Neukolln, dove l’istituto professionale Hauptschule ha investito 26 milioni di euro per innovare completamente didattica e strutture, cambiando il volto di una delle scuole più disagiate della capitale.
La situazione nostrana richiede al Ministro Gelmini di fare il pane senza avere la farina: i tagli apportati al bilancio per l’istruzione rendono possibili solo quelle sue circolari che tentano, più mediaticamente che nella realtà, di risolvere i problemi.
Il provvedimento ha sollevato domande senza risposta: chi è nato in Italia, è straniero? E chi è arrivato a pochi anni di vita? Chi conosce l’italiano rientra nel tetto?
Senza contare i dubbi sull’incerto destino degli studenti eventualmente respinti: chi fornisce loro i mezzi per spostarsi, chi fa fronte ai loro disagi? Non si rischia di aumentare ancora la dispersione scolastica?
La Gelmini ha precisato: una presenza di stranieri superiore al 30% riguarda appena il 2,2% delle scuole. In alcuni casi non sarà “geograficamente possibile” spostare gli alunni. Infine, rientra nelle quote chi non è nato in Italia, ma soprattutto chi non conosce la lingua.
A ben vedere alle nostre scuole basterebbe sfruttare le esperienze positive già realizzate e trovare nel Ministero tutto il sostegno necessario, in competenze, personale e risorse, per adattare ogni soluzione al singolo caso.
In attesa che anche il Parlamento giunga alle stesse conclusioni del Ministro Gelmini: chi è nato o cresciuto qui, chi parla la nostra lingua, non può più essere considerato straniero, né da una circolare per le scuole, né tanto meno dalla legge sulla cittadinanza.

Letto 1389 volte
Dalla rete di Articolo 21