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Articolo 21 - Editoriali
Giornata della memoria. Noi, i "nuovi ebrei”.
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di Gianni Rossi

 

Da dieci anni l’Italia ricorda lo sterminio dei 6 milioni di ebrei, attuato scientificamente dai nazisti e dai fascisti.

La memoria cerca di trovare lo spazio nelle menti e negli animi delle nuove generazioni, per trovare le indicazioni giuste e non sbagliare rotta, navigando verso un futuro sempre più incerto e grigio.

Alcuni di noi sono “reduci” da vent’anni di battaglie per allargare gli spazi di democrazia, per difendere i diritti di libertà, giustizia e solidarietà, per informare ed essere informati: dai giorni pieni di speranza di Fiesole a quelli tetri ed oscuri di oggi con Articolo 21.

Abbiamo scoperto che lungo questo cammino attraverso il tunnel del regime berlusconiano non siamo soli: giovani, studenti e lavoratori precari, ricercatori, magistrati e giuristi, artisti e gente del mondo della comunicazione, giornalisti e semplici cittadini, “donne di casa”, disoccupati e cassintegrati, extracomunitari, neri ed islamici.

C’è un nuovo “popolo eletto” che si fa strada rompendo l’indifferenza mediatica, spezzando “l’inerzia”, male profondo di quest’Italia dominata da 25 anni di rimbambimento televisivo e di falsi idoli.

Siamo noi i “nuovi ebrei”, quelli che vengono additati nei luoghi di potere, di destra e di sinistra, come “portatori sani di critica”.

Siamo noi i “nuovi ebrei” che a centinaia di migliaia abbiamo riempito le piazze di Roma il 3 ottobre e il 5 dicembre, mettendo in subbuglio l’establishment politico.

Siamo noi i “nuovi ebrei”, che è meglio tenere lontani dai posti che contano: nei giornali, nelle radio, nelle tv, negli uffici giudiziari, nella pubblica amministrazione, nei gangli vitali dei partiti, si chiamino PD o PDL.

Portiamo impresso sul petto una virtuale “stella di David” di color viola, anziché gialla come un tempo, e su scritto, al posto di “Juden”, il marchio di Articolo 21, oppure WEB libero, o ancora “ANM”. O più semplicemente abbiamo il colore della pelle più scura e parliamo male l’italiano.

“Italiani brava gente”!, Certo, all’estero, in qualche occasione storica, ma non in patria: oltre 700 delibere comunali contro gli immigrati, i rom, i “clandestini”. Centinaia di aggressioni contro omosessuali e contro chi è vestito “diverso” o parla un altro “slang” non violento. Milioni di intercettazioni illegali e di intrusioni sulle connessioni WEB. Ricatti su ricatti!

A noi “nuovi ebrei” non è dato partecipare ai “salotti mediatici”. A noi è proibito apparire sui grandi giornali di opinione, nessuno escluso. A noi viene riservato il trattamento degli “ultimi pellerossa”, destinati a scomparire in moderne e tecnologiche riserve indiane.

Ma come gli ebrei di un tempo facciamo paura nell’immaginario collettivo dell’opinione pubblica fuorviata dai messaggi mirabolanti e truffaldini dell’uomo “solo al comando”.

La Rete del WEB ci unisce e amplifica i nostri messaggi gettati nelle “bottiglie” dei social network, nei blog, nelle chat, via Skipe o dentro Facebook.

E per questo lo spettro della censura di regime si abbatte repentinamente sui  nostri tentativi di resistenza.

Noi siamo “i nuovi ebrei”, perché amiamo la tolleranza, le diversità, i colori dell’arcobaleno, perché siamo pacifici e pacifisti, perché abbiamo solo la forza delle parole e usiamo le nostre intelligenze per gli altri.

Noi siamo “il nuovo Stato” che avanza a piccoli e malfermi passi verso la luce alla fine del tunnel.

Oggi, siamo additati dal potere, dai suoi corifei, da una pubblica opinione ancora accecata e anche da chi dovrebbe opporsi ufficialmente a questo stato delle cose.

Oggi, rischiamo di essere isolati, sbeffeggiati e tacciati di “nichilismo”, di “avventurismo”, di nasconderci dietro “il popolo delle primarie”.

Sono solo avvisaglie delle crepe che iniziano ad erodere il muro del ghetto, eretto dal regime, che ancora ci separa dalla “piazza mediatica”.

Abbiamo però la forza dell’immaginazione, lo spirito critico dell’intelligenza e la memoria dei nostri padri, che ci consegneranno la più radiosa “Bibbia” laica che potessimo avere: la Costituzione repubblicana.

Noi “nuovi ebrei” non ci faremo passare per i camini virtuali dei lager mediatici.

Le nostre voci, i nostri lamenti, le nostre accuse, le nostre “profezie” non verranno consegnate a piccoli pezzi di carta straccia gettati dai treni piombati o al di là dei fili spinati elettrificati.

Noi vi sommergeremo di idee attraverso la Rete globale della democrazia, quella Rete che nessun regime al mondo sembra poter spezzare, perché tutti gli oppressi del mondo vi riescono a parlare con una sola lingua.

E’ la nostra forza! E’ la loro debolezza!

Shalom!

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