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Articolo 21 - Editoriali
L'insoddisfazione dei giornalisti radiotelevisivi locali per il rinnovo del contratto Aeranti Corallo
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di Reporter Senza Rete

Sono tante le questioni poste in essere dal nuovo contratto per l'emittenza radiotelevisiva locale, presentato ieri a Roma nella sede dell'FNSI alla presenza dei vertici sindacali e di Aeranti Corallo. C'erano ovviamente anche tanti giornalisti in rappresentanza di diverse redazioni locali che hanno espresso tutto il loro dissenso. Poco più di mille euro sono davvero insufficienti per arrivare con tranquillità alla fine del mese, soprattutto in città come Roma o Milano. Gli aumenti, inoltre, sono del tutto anacronistici. Non hanno usato mezzi termini i colleghi del comparto giudicando 'insoddisfacenti' molte delle novità previste anche sul piano normativo e che proprio in queste ore stanno discutendo sull'eventualità di sottoporre a referendum il contratto. Esprimiamo massima solidarietà per le azioni che decideranno di intraprendere. La categoria - stimata in circa 1.800 persone - in questi anni ha svolto un ruolo di vitale importanza sul versante del pluralismo e della democrazia nel nostro Paese. E lo ha fatto nel sostanziale silenzio. Probabilmente questa - con in  prima linea Stampa Romana - sarà l'occasione giusta per dare maggiore visibilità e per fare emergere le loro reali esigenze.

Seguiremo da vicino gli sviluppi di una vicenda complessa per tante ragioni. Il contratto ha perso la sua carica rivoluzionaria e innovativa, che è stata quella di sottrarre dal sommerso centinaia di rapporti di lavoro. È vero quel che dice il Presidente dell'Aer Anti  Marco Rossignoli affermando che ci sono state ricadute positive in termini di professionalizzazione (i contrattualizzati di partenza erano un centinaio): sono però passati dieci anni dalla stipula di quel contratto e gli obiettivi e le sfide sono cambiate.
Il passaggio al digitale televisivo, gli investimenti che si renderanno necessari per il passaggio al digitale radiofonico (anche se per la radio non ci sarà lo switch off) e la crisi economica minano quotidianamente i bilanci delle imprese locali e riducono sensibilmente e obiettivamente le disponibilità di alcuni editori, anche di quelli riuniti in cooperativa . I giornalisti però chiedono attenzione. A livello deontologico, tanto per cominciare. Il caso dell'Agenzia radiofonica GRT conferma che su questo fronte siamo ben lontani da standard accettabili. Qualcuno dice poi che in Italia le radio e le televisioni locali siano davvero troppe rispetto agli altri Paesi europei, dimenticando che negli ultimi dieci anni siamo stati protagonisti di una vera e propria rivoluzione con un taglio di centinaia di imprese. Anni di grande difficoltà, quasi di involuzione culturale per certi versi, che oggi si traducono in ulteriore ritardo nella maturazione effettiva di un comparto con 30 anni di vita.

Ritornando al contratto, si è già fatto cenno alla soddisfazione - scontata - di Aeranti Corallo. D'altro canto c'è l'amarezza di Franco Siddi. Non è stato il punto massimo di incontro - ha detto il leader della FNSI - ma si tratta di una tappa significativa in una stagione difficile. Semplificando: o questo o nulla, purtroppo. Del resto sappiamo che la trattativa è stata davvero complicata e che più volte in questi mesi si è rischiata la rottura del tavolo di confronto. Ma vediamo più da vicino gli aumenti che entrano in vigore a partire dal primo gennaio 2010 e che avranno validità fino al 31 dicembre del 2011. I tele-radiogiornalisti tv con oltre 24 mesi di attività lavorativa - a regime -  beneficeranno di un incremento di 154 euro, che porterà la retribuzione a 1.887 euro (80 euro saranno in busta paga già a gennaio 2010). 120 euro in più invece per i tele-radiogiornalisti radio con oltre 24 mesi di attività, la cui busta paga sarà di 1.463 euro (80 euro di aumento a gennaio).
I tele-radiogiornalisti con meno 24 mesi godranno di 50 euro di incremento, con un mensile che arriverà a quota 1.301 euro (e con 50 euro in più da gennaio 2010).

Diverse le modifiche della parte normativa, che per la verità suggeriscono un certo interesse sul versante deontologico di cui sopra. Per esempio si precisa meglio il ruolo del direttore responsabile, che adesso ha obbligatoriamente 10 giorni di tempo dal suo insediamento per illustrare alla redazione e alla rappresentanza sindacale il proprio programma editoriale. Novità anche per quanto riguarda la rappresentanza sindacale: abbassato da sei a 5 il numero di giornalisti necessari per eleggere un proprio fiduciario, con l'obiettivo di stimolare la creazione delle rappresentanze sindacali all'interno delle redazioni. Introdotta - ex novo - 'la clausola di coscienza' per il giornalista che ora potrà risolvere il rapporto di lavoro per giusta causa in caso di cambiamento di indirizzo politico della testata considerato incompatibile con la propria dignità.

A proposito di nuovi articoli c'è anche quello che, in nome della salvaguardia della riservatezza delle fonti, sancisce, fra l'altro, l'inviolabilità della posta elettronica del giornalista. Prevista anche l'introduzione della nuova figura del vice - coordinatore di redazione, ritenuta tuttavia superflua dai colleghi che hanno criticato fortemente anche il mantenimento della distinzione fra tele-radiogiornalista tv e radio. I giornalisti del comparto hanno inoltre puntato il dito contro la strada seguita per giungere al rinnovo, lamentando di non essere stati adeguatamente coinvolti in questi mesi nella fase di confronto fra le parti. Per loro però c'è una novità, abbastanza importante, che arriva dalla CASAGIT. In questi giorni la Cassa ha deciso di rivedere i minimi - oltre i quali si chiede un contributo diretto al giornalista, come succedeva spesso e tristemente per i radiofonici locali - applicando anche ai contrattualizzati Aeranti-Corallo lo stesso minimale del redattore di prima nomina, che è di 960 euro.
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