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Articolo 21 - Editoriali
Quel "pollai televisivi" che spiega tutto
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di Giovanna Melandri

Il richiamo ai "Pollai televisivi" fatto da Berlusconi squarcia il velo
di Maja e indica il vero movente di questo attentato alla libera
informazione, rappresentato dal regolamento sulla par condicio. Il PdL,
oscurando i talk show televisivi per il mese precedente le elezioni,
mette il bavaglio alla televisione pubblica e nega il diritto dei
cittadini ad essere liberamente informati proprio nel momento in cui
sono chiamati a scegliere. Peraltro, mentre si continua a puntare il
mirino sui soliti "talk show di sinistra", candidati del centrodestra
imperversano a reti unificate, acquisendo un vantaggio che difficilmente
potrà essere compensato.

In aggiunta, per completare l'opera, il Governo ha deciso di andare avanti
con i tagli all'editoria e, nonostante le ripetute assicurazioni in
senso contrario del Ministro Tremonti e del Sottosegretario Bonaiuti,
decine di testate giornalistiche rischieranno di chiudere i battenti per
mancanza di fondi.

Infine resta l'incognita Mediaset. Ormai c'è solo da sperare in un
intervento dell'Autority per le comunicazioni, che corregga
l'inaccettabile asimmetria venutasi a creare tra Rai e Mediaset. Ma
difficilmente il diktat varato per la Rai potrà essere esteso, tale e
quale, alle reti commerciali. E poiché, come diceva Totò, "ogni limite
ha una pazienza" alla fine dei giochi a fare le spese di tutto sarà
l'azienda Rai; oltre alla libertà di espressione.

Insomma, non c'è che dire, quando si tratta di voci critiche a
Berlusconi, come al dottor Stranamore, scappa sempre la mano. Veramente
giorni neri per la libertà di pensiero!

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