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Articolo 21 - Editoriali
Tg1, il mazziere di Berlusconi
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di Giuseppe Giulietti*

Venerdì sera il Tg1 ha titolato sul "primo via libera del governo alle norme anti corruzione", il giorno dopo, per la verità, i principali giornali hanno titolato: "il governo rinvia l'approvazione delle norme anti corruzione".

In queste ore i diversi esponenti della maggioranza stanno litigando sulla bozza di provvedimento dividendosi tra chi li chiama "birbantelli" e chi invece pensa che si tratti di gaglioffi da allontanare dalla gestione della cosa pubblica.

Dal Tg 1 e dal suo direttore ci aspettiamo quanto meno un titolo e un editoriale coraggiosamente dedicati "alla ritrovata concordia nella maggioranza e al prossimo secondo via libera alle norme anticorruzione". Di questo passo da qui alla approvazione della legge ci sarà sicuramente tempo per il terzo, quarto e quinto via libera e magari per una decina di titoli da piazzare durante la campagna elettorale.

Un tempo il Tg 1 era considerato il grande giornale popolare dell'Italia moderata e aveva l'ambizione, per altro eccessiva, di confrontarsi con il Corriere della Sera o con La Stampa.

Adesso l'ex giornale pubblico ama confrontarsi con il Giornale o con Libero, persino Il Foglio è considerato un pericoloso giornale sovversivo, non sempre affidabile.

Nello scontro interno alla destra il Tg1 ha assunto il ruolo del mazziere del presidente editore, raggiungendo punte che farebbero arrossire persino Emilio Fede.

Nella stessa giornata di venerdì, dopo il titolo dedicato al primo via libera, abbiamo anche dovuto assistere in diretta alla gag del ministro Zaia, nonché candidato alla presidenza della regione Veneto, che spadellava i maccheroni.

Sulla stessa rete, nella stessa giornata, è stata invece soppressa la rubrica Protestantesimo perché avrebbe voluto affrontare, senza interviste ai politici, temi quali la povertà e la situazione degli immigrati a Rosarno. I maccheroni sì, la miseria no! Forti con i deboli deboli, anzi debolissimi con i forti e i potenti!

Non a caso hanno anche ricominciato il tormentone sulle intercettazioni annunciando che vogliono mettere il bavaglio alla azione dei giudici e a quel poco che ancora resiste del fu diritto di cronaca.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sarà bene che cominci a convocare amici, compagni e parenti alla grande manifestazione contro ogni illegittimo impedimento che è stata convocata dal popolo Viola per il prossimo 27 febbraio. Sarà forse il caso di dare la parola anche a quei cronisti, a quei piccoli editori, a quei direttori, a quegli autori che non intendono accettare il bavaglio e che sono già stati oggetto di minacce e di intimidazioni.

Pensiamo ai cronisti minacciati dalle mafie, a quelli condannati per aver scritto sul G8 o sulla corruzione, a quei direttori denunciati per aver osato rivolgere domande al Presidente del Consiglio, oppure a quelle ragazze e a quei ragazzi ai quali si vorrebbe levare il diritto di usare liberamente la rete. O ancora alle conduttrici e ai conduttori ai quali il partito del conflitto di interessi vorrebbe mettere la museruola chiudendo le loro trasmissioni per tutta la campagna elettorale. Con loro potrebbero e dovrebbero esserci anche i rappresentati di quei movimenti e di quei soggetti sociali condannati all'oscuramento mediatico perché non in linea con il triste spirito dei tempi.

Il Popolo Viola sta già lavorando in questa direzione, in modo tale che piazza del Popolo possa diventare davvero una grande immensa piazza della Costituzione e dell'unità d'Italia, almeno di quella parte che non intende rinunciare alla legalità repubblicana e allo stato di diritto.

*tratto da Micromega

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