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Articolo 21 - Editoriali
No razzismo day, Milano 6 marzo
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di Elisabetta Pellattiero

Nato dalla rete e dall'esigenza di parlare di questi argomenti. Dal bisogno impellente di molti di porre una questione fondamentale di civiltà. Perché di questo si tratta della differenza fra civiltà e barbarie.
Tacere ormai è essere complici!
Significa acconsentire a uno stato di cose vergognoso fatto di bidonville, di paura, di miseria, di violenza e di emarginazione sistematizzate. Fatto di esclusione e muri, della segnatura e dell'invenzione quotidiana di differenze e dell'articolazione ed organizzazione di nuove e rimodulate distanze
Un degrado, uno sfruttamento, un'esclusione diffusi da nord a sud e indegni di un paese civile.
La politica della gente comune ha ormai superato lo stadio che impantana e blocca la politica italiana. Noi siamo gente del sud, del nord, immigrati, delle più diverse scelte politiche, religiose e sessuali che hanno scoperto di avere un comune obiettivo: trasformare la società in un mondo meno ingiusto utilizzando la ricchezza delle proprie differenze come leva per scardinare la mentalità della divisione, dell’indifferenza e dell’arroganza che sta avvelenando il Paese.
Questo sforzo corre su Facebook e lo sta attraversando come uno tsunami. Uno stravolgimento che sarà anche virtuale, per ora ed almeno fino al 6 marzo quando il popolo antirazzista scenderà in piazza a Milano per dire NO al razzismo, alla xenofobia, all'omofobia.
Un'ondata giallo viola di cui già si percepisce il sentore, il profumo ed il tramestio a partire dall’autonomo attivismo dimostrato da decine e decine di migliaia di persone.
Un’aria nuova: quella della trasformazione da impegni generici in scelte di campo sul terreno dei principi e degli ideali, del rinnovamento delle culture, dei modi e delle mode, dei comportamenti
Il nostro non è solo un sogno velleitario, ma una battaglia di Civiltà e di Progresso per l’affermazione dei diritti di ognuno, senza discriminazione alcuna. Senza riferimenti astrusi a pretese superiorità legate a razza, nascita o orientamento sessuale
In pratica una battaglia per affermare i valori della Costituzione Repubblicana e la carta dei Diritti dell’ Uomo.
Non è poco perché è ormai su questo terreno che si afferma la fondamentale differenza fra progresso dell’umanità e conservazione dei privilegi.

No.R.Day. – No Razzismo Day

MANIFESTO PER L'ADESIONE
No.R.Day – No Razzismo Day – Milano 6 marzo 2010

IL LIBRO DEI SOGNI: 10 sogni da conquistare per un’Italia orientata al progresso e contro la barbarie.
DIVERSO...PERCHE'? STRANIERO...DOVE? ALTRO...QUANDO? Siamo tutti parte del medesimo respiro. Smettiamo di accettare per ignavia l'esclusione e l'invenzione di nuove differenze. Non respingere, Accogli! Impegnati! se il 16 gennaio in rete eravamo tanti ricordati e partecipa al NO.R.Day-Milano 06-03-2010-P.zza Fontana- o...re 14.00...finalmente in piazza! NO! RAZZISMO-NO! OMOFOBIA-NO! XENOFOBIA
Premessa.
NERI, NOI COME LORO, UOMINI NON BRACCIA!
Tacere ormai è essere complici! Significa acconsentire a uno stato di cose vergognoso fatto di bidonville, di fame, di paura e di miseria sistematizzate.

Un degrado e uno sfruttamento diffusi da nord a sud e indegni di un paese civile. La politica della gente comune ha ormai superato lo stadio che impantana la politica italiana. Noi siamo gente del sud, del nord, immigrati, delle più diverse convinzioni politiche e religiose che hanno scoperto di avere 10 sogni in comune la cui realizzazione è necessaria per trasformare la società italiana in un mondo meno ingiusto.

Vogliamo unire la ricchezza delle nostre differenze e usarla come leva per scardinare la mentalità della divisione, dell’indifferenza e dell’arroganza che sta avvelenando il Paese. Questo sforzo corre su Facebook e lo sta attraversando come uno tzunami. Un’onda identica a quella che sta attraversando il Paese.

E’ giunto il tempo della trasformazione del dissenso individuale e degli impegni generici in scelte di campo e in azioni di lotta pacifiche ma determinate. Azioni condivise sul terreno della condivisione dei principi e degli ideali. Il nostro non è solo un sogno velleitario, ma una battaglia di civiltà per il progresso umano e l’affermazione dei diritti. In pratica una battaglia per affermare la lettera e i valori della Costituzione Repubblicana e la carta dei Diritti dell’ Uomo. Non è poco perché è ormai su questo terreno che si afferma la fondamentale differenza fra progresso dell’umanità e la conservazione di nuovi e vecchi privilegi.
E quindi:
noi abbiamo un sogno. Che nel Paese venga isolato e sconfitto il clima di intolleranza verso i migranti che è stato in modo cosciente seminato nel Paese anche da irresponsabili forze di governo.
Noi abbiamo un secondo sogno: che ai migranti, a prescindere dal loro status, siano garantiti i diritti fondamentali, umani e civili, previsti dalla costituzione e dalle leggi internazionali, in particolare in relazione agli articoli 2, 3 e 8 della costituzione con riferimento anche alla convenzione 143 della UE che garantisce la promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti ratificata dal nostro paese nel 1981. Sappiamo che l’esclusione del diverso dai diritti è la premessa necessaria alla riduzione dei diritti di tutti come già drammaticamente avvenuto nella recente storia del nostro Paese.
Noi abbiamo un terzo sogno: che nel nostro Paese cessino le violazioni dei diritti umani per i lavoratori migranti sprovvisti di documenti e cessi la aggressiva e discriminatoria retorica usata da leader politici, in particolare della Lega Nord, che istigano alla xenofobia e al razzismo e che associano esplicitamente la criminalità ai Rom, ai credenti di fede musulmana e agli africani in quanto “diversi” dal punto di vista etno-genetico, creando un ambiente di intolleranza e ostilità pregiudiziale nell’opinione pubblica
Noi abbiamo un quarto sogno: che nel nostro paese cessino le gravi violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell’Africa, dell’Est Europa e dell’Asia, cessi la abominevole pratica dei respingimenti e dell’omissione di soccorso, cessino maltrattamenti, salari infimi, orari eccessivi e cessino le situazioni di lavoro schiavistico in cui parte della paga è trattenuta dall’impresa per un posto in dormitori affollati senza acqua né elettricità o in cui i lavoratori sono costretti a vivere in bidonville fatiscenti e degne persino delle aree più desolate del terzo mondo.
Noi abbiamo un quinto sogno: che nel Nostro Paese venga applicata la legge punendo prese di posizione pubbliche razziste e xenofobe contro gli immigrati e vengano sanzionati come istigazione alla violenza discorsi pubblici e prese di posizione politiche di tipo discriminatorio ispirate dall’odio contro gli stranieri.
Noi abbiamo un sesto sogno: che i centri di “identificazione” cessino di essere dei lager e che non si ripetano maltrattamenti ingiustificati verso i Rom, specialmente quelli di origine romena, durante i raid per lo sgombero dei campi.
Noi abbiamo un settimo sogno: che il governo di questo paese compia atti concreti per migliorare nella pubblica opinione, la conoscenza e la consapevolezza della discriminazione, e per integrare concretamente e in modo duraturo i migranti e le loro famiglie come membri della società a tutti gli effetti.
Noi abbiamo un ottavo sogno: che in questo paese cessi la violenza della xenofobia, della omofobia e del razzismo perché il rischio è quello di una deriva violenta e incontrollabile le cui conseguenze lascerebbero ferite destinate a non sanarsi mai più precipitando l?Italia in una vergognosa condizione unica nei paesi del mondo ad economia avanzata, vanificando quanto di buono, con il coraggio, il sangue e il sudore e la qualità del loro lavoro, i nostri emigranti hanno fatto in tutto il mondo per il prestigio della nostra comunità nazionale.
Noi abbiamo un nono sogno: che l’Italia e gli italiani riescano a far dimenticare alla comunità internazionale la vergogna delle atrocità commesse nelle colonie durante il ventennio fascista e l’atrocità delle leggi razziali del fascismo contro la comunità ebraica italiana.
Noi abbiamo un decimo sogno: che in Italia prevalgano la logica del progresso e della promozione umana, la logica e la cultura dell’accoglienza e del soccorso, la pratica e la difesa della dignità delle persone, uomini e donne, di ogni colore e provenienza.

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