Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Editoria: taglia che ti passa. Caro governo, ma che male abbiamo fatto noi farabutti?
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Iolanda Stella Corradino

Ieri mattina l’Assemblea della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge AC 3210 di conversione del decreto legge n. 194/2009 (il cosiddetto “Milleproroghe”) ha approvato un emendamento in base al quale, tra le altre cose, le imprese radiofoniche e televisive locali non potranno più usufruire delle provvidenze editoria. Il provvedimento è passato all’esame del Senato dove dati i tempi per la conversione del decreto legge avverrà l’approvazione definitiva ed il definitivo tracollo dell’informazione locale.
Passi che si venga bistrattati dal governo per le “manie” di verità, passi anche che un giorno sì e l’altro pure la categoria cui apparteniamo venga etichettata come quella dei “corrotti, comunisti” o “farabutti” ma che si decida di gambizzare l’informazione sembra eccessivo. Si tratta di fondi che, una volta tagliati, faranno mandare sistematicamente a casa oltre mille (e probabilmente la stima è per difetto) giornalisti che si occupano di informazione locale.
Probabilmente i fondi non verranno mai tagliati per le pseudo giornaliste del gossip pomeridiano, o per i valletti del Tg serale ma chi quotidianamente combatte tra cronaca e minacce può anche esser mandato a casa. Ma veniamo all’importanza dei soldi per lo stato che ha deciso di fare economia partendo dalle “ingenti” provvidenze editoria per le imprese locali.
Ebbene il governo italiano ha speso 184 milioni di euro per comprare un vaccino antinfluenzale che si è poi rivelato inutile, frutto della stranota campagna farmaceutica.  Si preventivano almeno 6 miliardi di euro per il ponte sullo stretto di Messina. Solo la gestione del Palazzo del nostro governo costa più di 4 miliardi di euro l’anno, in gran parte impiegati per stipendiare 4500 persone tra consulenti e collaboratori di ogni sorta. Se lo stato italiano iniziasse a fare economia potrebbe creare i posti di lavoro che ad oggi mancano. E invece? E invece tutti a casa e basta fondi per i giornalisti “locali”, così locali che a breve reciteranno radiogiornali nelle quattro mura di casa o scriveranno articoli sui quadernetti per non perderci la mano.
Come non condividere allora il risentimento di Marco Rossignoli, coordinatore  di Aeranti-Corallo, che puntualmente ha sottolineato come “le provvidenze editoria hanno contribuito negli anni alla realizzazione di redazioni nelle emittenti locali capaci di fornire informazione sul territorio”. “Auspichiamo – condividendo Rossignoli – che il provvedimento adottato senza un adeguato confronto con le imprese del settore, possa essere ripensato, al fine di recuperare una forma di sostegno che non rappresenta, peraltro, un onere rilevante per lo Stato, mentre per le imprese radiotelevisive locali costituisce una misura di garanzia del pluralismo informativo e dell’occupazione nel comparto”.

Letto 1330 volte
Dalla rete di Articolo 21