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Articolo 21 - Editoriali
Occorre porre riparo rapidamente a tale improvvida decisione
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di Mediacoop

Con un decreto interministeriale del 31 marzo sono state soppresse a partire dal 1 aprile le tariffe postali agevolate. Un altro duro colpo all’editoria, un settore che sta attraversando una difficile congiuntura a tutti ben nota, Governo compreso. Si tratta di un provvedimento inaccettabile e sbagliato sia nel metodo che nel merito, contro il quale ci batteremo con la convinzione di vivere ancora in uno Stato di diritto.
Inaccettabile  nel metodo perché non è possibile cambiare dall’oggi al domani le regole in corso e per di più  senza alcun preavviso e confronto, senza tener conto che dei rapporti contrattuali esistenti - che coinvolgono editori, operatori ed  abbonati - sui quali si agisce retroattivamente.
Sbagliato nel merito perché si doveva dare  attuazione alle norme vigenti che stabiliscono la compensazione per  Poste SPA fino alla tariffa praticata ai loro migliori clienti. Ciò avrebbe consentito di ottenere i risparmi necessari per ridurre il fabbisogno e di evitare un altro durissimo colpo all’editoria.
Occorre porre riparo rapidamente a tale improvvida decisione perché gli aggravi economici che produce ricadono immediatamente sugli editori, gran parte dei quali, piccoli e medi, non sono in grado di sostenerli, né esistono le condizioni di mercato per  trattare direttamente con Poste il costo delle spedizioni, con il rischio reale di dover cessare le pubblicazioni. E’ del tutto evidente che lo spiraglio lasciato intravedere nel decreto, circa la possibilità di confermare le agevolazioni per il resto dell’anno in corso “ in caso di sopravvenuto accertamento di disponibilità finanziarie”non rappresenta una soluzione.
C’è da considerare, inoltre, che le tariffe agevolate sono stabilite per legge e, pertanto, un decreto interministeriale, in uno Stato di diritto, non può variare una legge.
Mediacoop adotterà tutte le iniziative necessarie per porre riparo urgentemente a tale assurdo intervento e ristabilire regole certe che non distruggano le imprese.
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