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Articolo 21 - Editoriali
La mappa di Cattaneo
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di Stefano Munafò*

*Stefano Munafò
editorialista di .com
Rai: La mappa del dg Cattaneo

Quanto accade in Rai, molto spesso pre-figura quanto sta succedendo in politica. Vediamo se questo tradizionale proverbio da corridoio di Viale Mazzini, possa trovare riscontro anche in questa recente congiuntura. Ricapitoliamo i fatti salienti, che sono successi nella scorsa settimana attorno al cavallo morente e dintorni.La Camera dei Deputati in terza lettura è in procinto di approvare e poi alfine approva la Gasparri lex. La legge, per essere perfezionata, dovrà accusare ancora un nuovo passaggio al Senato, dove però la maggioranza è ancora più compatta e dove non c??è il voto segreto. Le difficoltà tra alleati, che avevano messo in forse la legge (soprattutto dopo i rilievi di Ciampi), sono d?? incanto tutte rientrate. Formalmente, per i ritocchi avvenuti. Nella sostanza, per la precettazione accurata dei disobbedienti e forse anche per alcuni accordi extra-legem, su tavoli diversi, ma tutti a favore degli alleati del Cav. La domanda è: ci sono stati anche accordi che riguardano le posizioni di potere in Rai? E?? pura dietrologia supporlo, o è una domanda plausibile e non solo fantasiosa?

Fatto sta che il dg Cattaneo, nella stessa settimana e quasi in simultanea con lo sprint finale della legge alla Camera, rispolvera e fa trapelare di nuovo la sua idea di ristrutturazione dell??azienda, con la distribuzione di varie poltrone. Per la prima volta, anzi, accanto alle caselle di potere, vengono suggeriti alla stampa, anche se non formalmente, i nomi dei possibili titolari. Dalle anticipazioni che ne fanno ??.Com? e ??Il Messaggero?, si delinea la seguente mappa. Sotto la direzione generale, che assume anche ??ad interim? la casella strategica del palinsesto (sino ad oggi assegnata ad Alessio Gorla, Fi), vengono istituite alcune ??macro-aree? per super-dirigenti: amministrazione e finanza (da destinare a un rappresentante del Tesoro), comunicazione (per Guido Paglia, An), commerciale (per Roberto Di Russo, Udc), risorse umane ( per Gianfranco Comanducci, Fi), acquisti (per Beppe Cereda, Margherita), radiofonia (per Marcello Del Bosco, Ds).

Vengono anche avanzate ipotesi di nomine in altre aree minori e in varie consociate con organi vacanti, o nelle quali si sdoppierebbero appositamente alcune cariche. Anche qui, i nomi coinvolti fatti circolare, riguardano non solo la maggioranza, ma anche l??opposizione, con vari rappresentati vicini alla ??Margherita? o ai ??Ds?.
Su queste ??macro-aree? e probabilmente su questi nomi di super-dirigenti, Cattaneo dunque baserebbe la sua ??nuova Rai?. Al di là delle conclamate esigenze di razionalizzazione (che sempre si adducono formalmente in questi casi e che quasi sempre sono opposte a quelle delle ristrutturazioni precedenti, anche quando della stessa ??coloritura? politica), vediamo di capire alcune ipotesi possibili che muovono il tentativo del Dg. I giorni che ci separano da qui alla prima metà di aprile, si incaricheranno di svelare nei fatti quale sia l??ipotesi giusta. Intanto, ci dispiace per i lettori, che dovranno sorbirsi un vero e proprio cruciverba. Ma, come diceva Renzo Arbore, ??la vita (soprattutto in Rai) è tutto un quiz?.

Prima ipotesi. Nel contesto della trattativa per la legge, Cattaneo con la mediazione di An, è riuscito a strappare un suo momentaneo consolidamento in Rai. Questo risultato avverrebbe soprattutto (udite, udite!) a discapito dei Berluscones della Rai. Quel che salta all??occhio nella mappa sopra descritta, è l??ipotesi di allontanamento, dal palinsesto e da alcuni gangli strategici, di Alessio Gorla (ex dirigente Mediaset) e di Deborah Bergamini e Giuliana Del Bufalo, rappresentanti berlusconiane ortodosse e dalla intelligenza luciferina. La Del Bufalo era stata di recente ??imposta? a Cattaneo come assistente per l??informazione. Nel piano di riorganizzazione del dg, verrebbe ora rispedita a New York, per dirigere di nuovo Rai-Corporation. Cattaneo evidentemente mal sopporta in azienda il fiato sul collo di Forza Italia. Il Cav e i suoi plenipotenziari, in questa fase, avrebbero assecondato il suo piano pur di non avere grattacapi con An, in attesa del ciclo completo della  legge. Poi si vedrà.

Seconda ipotesi. Non esiste alcun collegamento tra il varo della Gasparri-lex e i piani di ristrutturazione di Cattaneo. Il dg, consapevole che l??approvazione della legge sulla Tv aprirà da qui a poco un altro scenario, di sua iniziativa spinge sulla ristrutturazione per ribadire che non vuole restare con le mani in mano, in attesa di essere sostituito con tutto il Cda. Intanto assesta sotto di sé l??azienda, distribuendo alcuni incarichi ad uomini di diverse appartenenze ma a lui più vicini (in particolare quelli di An, ma non solo), cercando di coprirsi a sinistra in modo indolore e soprattutto allontanando i tutors berlusconiani più scomodi. Il suo piano, proprio per questo, non è stato trattato con gli alleati.

Questa ipotesi, tutta ??aziendalistica?, si scontra tuttavia con due ostacoli formidabili. Innanzitutto, l??opposizione scontata di Annunziata, che (alla vigilia delle elezioni e dell??applicazione della Gasparri) non è certo disponibile a farsi coinvolgere per un piatto di lenticchie. Anche a costo di sacrificare le aspettative di alcuni dirigenti di sinistra coinvolti da Cattaneo nell??organigramma. E, in particolare, i malumori inediti ma corposi degli esponenti di Forza Italia, che hanno un peso determinate nel Cda.
Si affaccia così la terza ipotesi. Nei giorni che lo separano dalla discussione formale da affrontare in Cda, Cattaneo, sta febbrilmente lavorando a un compromesso. Pe ricucire con Forza Italia, il dg farebbe marcia indietro sul nome di Alessio Gorla (che alcuni accreditano in futuro come uno dei possibili sostituti dello stesso Cattaneo). Scomparirebbe l??interim per il palinsesto, che il dg aveva riservato per se stesso, e Gorla sarebbe riconfermato nel suo incarico. A queste condizioni (e con qualche altro aggiustamento), Forza Italia potrebbe dare il via libera al piano, nella consapevolezza che si tratta, comunque, di una operazione temporanea.

Il tempo e la ??temporaneità? dell??attuale vertice (oltre la debolezza del disegno complessivo di Cattaneo) sono in effetti gli handicaps che affliggono il dg meneghino. Con la ormai prossima entrata in vigore della legge Gasparri, il vertice Rai non sarà più lo stesso. E?? vero che nell??ultima versione della legge, non è stato più fissato un termine di scadenza anticipata per il Cda della Rai in carica. Ed è dunque vero che, teoricamente, l??attuale Consiglio potrebbe sopravvivere sino alla scadenza naturale del suo mandato a fine anno. Non è tuttavia certo che questo accada. Anzi. I sommovimenti probabili del dopo elezioni potrebbero infatti avere riflessi immediati sulla Rai, a partire dal luglio prossimo.

E non è affatto da escludere che, ad elezioni avvenute, non sia la stessa Lucia Annunziata a spiazzare tutti, prendendo insieme atto del risultato elettorale e del varo della riforma Gasparri. Per l??insieme di queste considerazioni, le stesse forze politiche di maggioranza potrebbero in definitiva (ed è questa l??ultima ipotesi) rinviare tutto al dopo elezioni, lasciando nel limbo i piani di ri-organizzazione di Cattaneo.
Qualunque sia il finale di questa partita, alcuni interrogativi pesano comunque sull??attuale dg e sul Cda che dovrà decidere a giorni. In vista dei cambiamenti inevitabili (e prossimi venturi), vale la pena di rivoltare prima (e ancora una volta) l??organizzazione della Rai come un calzino? Non è questo un atteggiamento un pò azzardato e molto cinico fatto tutto sulla pelle della Rai? In passato, altre ristrutturazioni (e lottizzazioni conseguenti), sono rimaste in corso d??opera e poi abbandonate dai vertici successivi, in un perenne (e costosissimo) gioco di scacchi.

Nel merito di questa nuova organizzazione, ritorneremo ancora su .Com se, quando e come sarà varata. Intanto, ci limitiamo a dire che la mappa e le macro-aree di Cattaneo, tradiscono della Rai una concezione tutta centralistica e burocratica. Una visione consapevolmente basata sul primato dei ??Supporti?. Con la sola eccezione ??curiosa? della Radiofonia, restano escluse le aree produttive e creative principali: Informazione, Spettacolo, Fiction, Cinema, Cultura. Insomma, un bell??accentramento ministeriale dove i ??fini? (e il core business) non vengono rapportati ma subordinati ai ??mezzi?.

E tutto questo perché? Per un impossessamento illusorio della macchina del potere interno. Mentre i settori ai programmi restano come sono (cioè deboli). Ed esprimono in questa fase (con la sola eccezione di Rai-tre) la più criticabile programmazione degli ultimi anni

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