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Articolo 21 - Editoriali
Quale prospettiva per la Rai del futuro?
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di Luigi Mattucci *

Chi dovrà affrontare , nei prossimi mesi , i gravissimi problemi della RAI  - ed allontanare , almeno, i rischi di estinzione ai quali lâ??ha esposta la  gestione del centro-destra â?? dovrà fare riferimento a due prospettive strategico-temporali diverse , che però si intrecciano tra loro richiedendo assieme, alla nuova gestione, senso di realismo e capacità di progetto.

Infatti , sul medio-lungo periodo , la prospettiva che si apre alla RAI è quella della sopravvivenza e della affermazione dellâ?? azienda ( dellâ??impresa) in un mercato che è divenuto assieme multimediale ( tv terrestre ,tv satellitare , tv via cavo, offerta  telefonica , offerta in rete ), multidistributivo         ( offerta â??gratuitaâ?, pay-tv, pay-per-view, commercializzazione dei prodotti e dei format) e sovranazionale  (per fare qualche esempio basta richiamarsi alle strategie espansive di Murdoch, alla ristrutturazione strategica della BBC, alla natura delle multinazionali detentrici dei format di successo â?? Endemol, Grundy, Pearson, Granada ecc-, alle specializzazioni produttive di History Channel, Discovery Channel , HBO e della stessa ARTE ).

Nello stesso tempo sarà necessario , nel breve periodo , rimediare alla desertificazione strategica e culturale  cui lâ??azienda è stata sottoposta in questi anni: con un approccio alle  nuove tecnologie subalterno ad interessi estranei allâ??azienda  ( cfr. il caso del digitale terrestre ma anche il minimalismo con il quale sono state affrontate le opportunità aperte dalla distribuzione satellitare),con la subordinazione alle proposte produttive e alle realizzazioni di aziende esterne, con la rinuncia ad ogni tipo di riorganizzazione che non fosse finalizzata al controllo politico delle strutture , con la imposizione di una sola articolazione â??culturaleâ?che vede la dialettica unicamente organizzata nello schema â??maggioranzaâ? (Raiuno, Raidue, Rairadio )  , â?opposizioneâ? (Raitre).

Che fare dunque?

A me sembra, tenendo anche conto delle conclusioni del recente Convegno organizzato dalla Consulta DS , che la prima cosa da fare sia quella di allontanare ed eliminare lâ??ipotesi di privatizzazione che , in perfetta solitudine , continua a perseguire il duo Gasparri â??Cattaneo: ipotesi che impoverisce ulteriormente la RAI  sottraendole risorse finanziarie preziose per un suo rilancio strategico , e la espone ad una irresolubile contraddizione tra compiti di pubblico servizio e interessi speculativi ( o politici?) degli investitori.

In secondo luogo , sarà necessario riorganizzare lâ??azienda secondo una prospettiva che assieme ne rilanci le capacità creative e produttive ( riconducendo dunque allâ??interno la progettazione di  nuove ed originali produzioni  e la realizzazione di tutte quelle che risulterà economico affidare alle proprie strutture  produttive ,  rese efficienti con nuovi investimenti e con una nuova , flessibile , organizzazione del lavoro) e la predisponga ad affrontare la competizione sovranazionale.

Da questo punto di vista i problemi che bisognerà affrontare riguardano la specializzazione produttiva e il volume delle risorse finanziarie disponibili per impostare e sostenere volumi produttivi in grado di garantire una presenza continua e percepibile sui mercati dellâ??offerta RAI.

Questo vuol dire che andranno unificati organizzativamente quei settori per i quali lâ??interesse aziendale e quello nazionale consigliano una politica unitaria ( dunque la fiction e il cinema ; ma anche , forse , la grande inchiesta, la ricerca storica, la produzione dedicata allâ??arte , alla musica , al paesaggio ; lo sport ;la invenzione dei nuovi format ) e mantenute distinte â?? anche societariamente - le strutture che organizzano lâ??offerta ( reti tv generaliste e tematiche ; terrestri e satellitari ; nazionali , territoriali o  allâ??estero ) componendo assieme prodotti realizzati autonomamente , prodotti dâ??acquisto e prodotti commissionati (o offerti ) dalle strutture interne.

Vuol dire anche che la RAI dovrà essere dotata di un volume di risorse finanziarie in grado di avviare la nuova produzione o attraverso una dotazione specificamente stanziata da un governo       â?? committenteâ? consapevole della nuova missione â?? nazionale â?? del servizio pubblico ( a sostegno dellâ??industria audiovisiva ma , soprattutto ,  elemento propulsivo dellâ??affermazione internazionale dellâ??arte , della cultura , dellâ??immagine dellâ??intero paese e dei suoi prodotti )o attraverso proventi che derivino da forme di privatizzazione  che convergano con le prospettive strategiche dellâ??azienda sia in termini di scelta dei segmenti da aprire al capitale privato che di uso delle risorse così liberate.

La nuova gestione dovrà infatti affrontare il tema della organizzazione societaria del gruppo RAI : prevedendo innanzitutto una distinzione tra attività creative, produttive e di organizzazione dellâ??offerta  e attività di puro e semplice trasporto e distribuzione del segnale agli utenti o ai clienti. Distinzione che andrà operata anche tenendo conto delle opportunità che tale organizzazione offre per realizzare in modo trasparente quella distinzione tra risorse pubbliche e risorse di mercato che la RAI deve introdurre nei suoi conti non come una imposizione cui resistere ma come una consapevole accettazione della propria specifica natura dâ??impresa. 

 Operata questa distinzione si dovrà decidere quali di queste strutture potranno essere aperte , senza pregiudizio per  le responsabilità e i doveri di un servizio pubblico, ma anzi con un positivo contributo imprenditoriale e professionale allâ??impresa RAI , alla collaborazione societaria con imprese private.Fra gli esempi positivi possibili ,  già fatti , si ricordano lâ??ingresso di società di telecomunicazioni nel settore delle reti distributive, la collaborazione con società editoriali nella realizzazione di prodotti o di offerte  specializzati destinati anche o esclusivamente  alla commercializzazione , la creazione di società miste per lâ??acquisto, la gestione e la vendita di diritti , la creazione di società che operino a livello regionale o comunque su dimensioni  territorialmente ridotte

Naturalmente uno  sviluppo aziendale RAI che punti contemporaneamente a rilanciare pluralismo e creatività del servizio pubblico, presenza e competitività a livello sopranazionale , collaborazione attiva e positiva con imprese private , trova forti limitazioni e contraddizioni nel quadro legislativo creato dalla Legge Gasparri con lâ??unico intento di difendere un duopolio progressivamente sbilanciato a favore di Mediaset.

Politicamente dunque compito dei rappresentanti della sinistra nel nuovo Consiglio di amministrazione sarà quello di realizzare  la più larga  unità delle forze in esso presenti  che , puntando al superamento dei vincoli e delle penalizzazioni imposte dalla attuale legislazione alla RAI  ,sappia intanto rilanciare  lâ??azienda , arrestandone il declino e predisponendola ad operare nel nuovo quadro di competizione aperto dalle innovazioni tecnologiche e dalla ristrutturazione dei mercati.          

*Luigi Mattucci , Presidente della Consulta DS per lâ??Audiovisivo

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