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L'antimafia delle chiacchiere. In Campania candidano un condannato per camorra
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di Nello Trocchia

L'antimafia delle chiacchiere. In Campania candidano un condannato per camorra

Non ci resta che piangere, recitava il titolo di un film. In Campania il Pdl ha evitato di candidare presidente Nicola Cosentino, indagato per concorso esterno in associazione camorristica, ma in una lista che appoggia Stefano Caldoro, aspirante governatore della Campania, spunta il nome di Roberto Conte che sul groppone ha una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica. Caldoro si affretta a prendere posizione chiedendo il ritiro della candidatura, ma ormai i giochi sono fatti. Alfonso Marra che ha presentato, a Napoli, Alleanza di popolo, la lista incriminata replica: “ Caldoro faccia un’eccezione, Conte è innocente, la sua è una candidatura simbolica perché testimonia la necessità di riformare la giustizia”. Commedia napoletana. Eppure Mara Carfagna, ministra delle (proprie) opportunità era stata fin troppo chiara, ergendosi a paladina della moralità: “ Sono contraria alle candidature compromesse. Chi vuole rappresentare i cittadini non deve avere alcuna ombra”. Vera statista.
Conte era consigliere uscente, rimosso con decreto presidenziale a seguito della condanna, un passato nei Verdi e nel Pd, condannato a 2 anni e 8 mesi per concorso esterno. Togli un indagato metti un condannato, il motto del Pdl. Non è il solo con una condanna sul groppone. In lista con  il Pdl, nel collegio Salerno, Alberico Gambino, ex sindaco ( sospeso) di Pagani che ha rimediato una condanna per peculato, confermata in appello, a un anno e 5 mesi. Che bel codice etico. E poi ci sono gli indagati, Sandra Lonardo Mastella che fa parte anche della lunga schiera dei transfughi, presidente regionale uscente con Bassolino e ora schierata con Caldoro. Farà campagna elettorale a distanza per via del divieto di dimora nell’ambito dell’inchiesta Arpac nella quale è coinvolta. La lista degli indagati/imputati è troppo lunga( Diodato,Passariello,Zara). Nel Pd c’è il candidato presidente Vincenzo De Luca, imputato in due processi e una ridotta dose di indagati, ma presente. Uno per tutti: Corrado Gabriele. Un passato in rifondazione, ora emigrato nel Pd, coinvolto in una indagine per violenze private.  Giusto un giro in Calabria dove, come avevamo scritto, scende in campo Tommaso Signorelli. Signorelli, ex assessore del comune di Amantea, sciolto per mafia. Per quasi due anni diviso tra carcere e arresti domiciliari, sotto processo per mafia, secondo la procura era un politico a disposizione del clan. Scopelliti, candidato presidente della regione per il centro-destra, si è detto ignaro della candidatura. Uno presenta le liste e non guarda chi lo sostiene. Un tipo sveglio, nulla da dire. Tra l’altro è arrivata piccata la smentita dei Socialisti Uniti, lista nella quale si candida Signorelli e che appoggia Scopelliti. ‘Il candidato presidente del centro-destra –si legge - sapeva della candidatura di Signorelli e ne era stato avvertito con una lettera, rimasta senza risposta, il 18 febbraio scorso”. Insomma una nuova moda, così Caldoro, così Scopelliti: 'io non sapevo nulla'.
Sotto processo anche il consigliere regionale uscente Franco La Rupa. I magistrati gli contestano lo scambio politico-mafioso. In lista sempre per il centro-destra è finito il figlio. Anche in Calabria una dose innumerevole di transfughi(6), figli di, starlette e indagati, nonostante le parole, gli annunci e la legalità che correva sulla bocca di tutti. 
Nulla da dire, il codice etico di recente approvazione è stato applicato in modo rigoroso. L’antimafia delle chiacchiere è servita.

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