Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Perché bisogna essere con Prodi
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Loris Mazzetti

Ha scritto Romano Prodi a proposito dell??intervento militare in Iraq: ??Una guerra che, come sappiamo bene noi italiani che non dimentichiamo i nostri morti di Nassiriya, ha lasciato e continua lasciare una lunga scia di morte e dolore.  Una guerra che non avrebbe dovuto essere iniziata e contro la quale si sono espressi tutti i popoli europei, quali che fossero gli orientamenti dei loro governi?.
L??educazione antifascista che ho ricevuto, la mia cultura, ma soprattutto la mia coscienza mi fa pensare come Prodi.  Non avevo bisogno del suo intervento sul Corriere della Sera, per capire da che parte stare e, come me non ne avevano bisogno quei milioni di cittadini che da tanto tempo frequentano le piazze urlando il loro no alla guerra, ma leggendolo, lo confesso, mi sono emozionato, perche?? ho pensato: ??finalmente si parla al cuore utilizzando la testa?. 

Ultimamente ero disorientato da certe posizioni prese in parlamento da alcuni politici dell??opposizione, dalla partecipazione alla manifestazione del 18 marzo giustificata dal voler essere coerenti a tutti i costi, senza pensare che il nostro posto non potra?? mai essere vicino a quello di Belusconi anche quando si manifesta contro il terrorismo, meglio lasciare una sedia vuota.  La contestazione a Fassino, l??accanimento contro Diliberto poi.   Leggere frasi del tipo ??E?? giunto il momento della resa dei conti a sinistra?.  Ma soprattutto l??ingenuita?? di non aver voluto capire che quella finta solidarietà data dal centro destra al segretario dei Ds è stata solo strumentale per cancellare mediaticamente il significato della manifestazione per la pace del 20 marzo. 

Per tutta questa confusione, che disorienta non soltanto il sottoscritto ma tanti cittadini che credono che un??Italia e un mondo migliore può esistere e che il nemico del bene comune vada combattuto non con le divisioni, non con le guerre tra piccoli leader per insignificanti poltrone, ma con lo stare insieme riconoscendo e rispettando reciprocamente le proprie diversità.   Della lucidità di Romano Prodi ne ha soprattutto bisogno la politica, la politica del centro sinistra e alcuni dei dirigenti dei partiti che la rappresentano.

Sì, sono con Prodi e sono sempre più convinto che il nostro paese ha bisogno del suo ritorno.  Il centro sinistra ha bisogno di un leader che parli finalmente al cuore ??senza se e senza ma?.  Quello che ha scritto il presidente dell??Unione Europea mette fine alle ipocrisie: ??Per un Ulivo che si trovasse oggi, da un giorno all??altro, a dover assumere la responsabilita?? del governo, il problema fosse quello di decidere se continuare o interrompere la partecipazione a questa guerra, non ho esitazione a dire che la scelta sarebbe quella di porre fine all??intervento.  Perché nelle sue forme attuali, l??occupazione e?? la continuazione di una guerra ingiustificata e illegittima e non évisibilmente capace di riportare pace e sicurezza in Iraq?. 

Basta, chiuso, perché questo è quello che pensa la stragrande maggioranza degli italiani e certi politici ne devono prendere atto.
Con Enzo Biagi, quando avevamo in Rai la libertà di pensare ai programmi da fare, per dieci anni ogni inizio di stagione televisiva, dopo il ritorno dalle ferie, parlavamo sempre di partire con la troupe per poter raccontare in televisione ??Tutto il mondo ride?, con che cosa la gente si diverte, ma accadeva sempre un fatto per cui il progetto veniva rimandato e poi si partiva per il sud del Sudan, Nairobi,  Belgrado,  Sarajevo, New York per incontrare i clochard che vivono e muoiono per le strade invece  degli attori di Broadway, Kossovo, Bucarest e così quella trasmissione non l??abbiamo mai fatta. 

In tutti quei posti dove siamo andati per raccontare le storie degli ??ultimi? abbiamo sempre incontrato qualcuno che aveva rinunciato alle gite con la macchina veloce, al week end in montagna e tante volte anche alla famiglia, mettendo in gioco la propria vita per gli altri.    Mazzolari, Zanotelli, Loolpapit, Strada, Ciotti, Matic, Miloud, Carotene, Dviri, Gilliard, mi viene in mente un giovane masai, Oumu, mentre faceva pascolare mucche pelle e ossa, ci raccontò di voler studiare medicina per curare il suo popolo. 

Questi grandi uomini, che non hanno assolutamente, come qualcuno ha detto, idee confuse, ci hanno fatto capire con i fatti e non con le parole che la guerra non porta mai la pace.  Non ho mai avuto problemi a camminare al loro fianco, mi sento sicuro, mi danno fiducia, e sono grato a Prodi perché quello che lui ha scritto, servirà anche a loro per capire che quella strada non è stata interrotta, non c??è tradimento, ma solo uomini che hanno bisogno di una guida e che non possono essere lasciati soli.
Chi conosce il mio lavoro, sa che ho sempre raccontato attraverso le immagini e cercherò di farlo anche qui. 

Due episodi tanto lontani e tanto vicini: ho visto all??incrocio di una strada di Milano della segatura che copriva una chiazza e vicino un giovane in ginocchio che si disperava sorretto da alcuni amici e vicino al giovane una foto di una bellissima ragazza che non c??e?? più.  Poi ho pensato che cosa la vita aveva cancellato, quello che poteva essere il loro futuro, un lavoro, una casa, i figli ? 

Ho visto la foto di un padre con in braccio un bambino di sei anni morto colpito alla nuca da una pallottola vagante, israeliana o palestinese non ha importanza, quale sarebbe stato il suo futuro?  Architetto, contadino, marito, padre di tre figli a cui avrebbe costruito la casa? Questa tragedia comune a tante altre nel mondo, non dimentichiamoci che sono ben 22 i conflitti e 40 le aree cosi?? dette di crisi, mi fa pensare a un caro amico che non potendo aver figli sta cercando con grande fatica di adottarne uno. 

Sono storie diverse, forse la prima la prima morte inevitabile ma la seconda sicuramente sì.
Ma torniamo a casa nostra pensate che cosa possono aver provato le famiglie dei soldati e dei carabinieri morti in Iraq, dopo che il presidente del consiglio ha dichiarato che non andrà a Nassiyria perché sarebbe solo una operazione retorica e dimostrativa e che sono lì a guadagnare un sacco di soldi.  Ma che paese è mai il nostro dove il ministro che gestisce i conti vuole vendere la riserva aurifera in piena violazione del trattato dell??Unione Europea, un premier fortemente in difficoltà insulta i lavoratori nel loro diritto di scioperare, e che fa votare una legge, in pieno contrasto con la costituzione, che fa a pezzi il paese e che gli da pieni poteri tra cui anche quello di sciogliere le Camere.

Il futuro dell??Italia non può essere dato da quella repubblica presidenziale a cui lui mira, perché questa destra, comandata da Berlusconi, può diventare molto pericolosa per la democrazia, che non fa parte del suo dna.
Ecco perché le parole di Prodi insieme a quelle del Presidente Ciampi sono importanti e ci devono dare fiducia: ??Condizione esenziale perché quest??intervento fosse considerato legittimo sarebbe , ovviamente, che esso fosse approvato e, poi messo in atto sotto l??autorità dell??Onu?.

Ho recentemente conosciuto Adib Fateh e ho visto nei suoi occhi l??angoscia e la disperazione di un popolo che vive tutto questo non come scontro politico, ma come vita e morte, è un curdo feily, portavoce della comunità irachena in Italia, fratello di Sadeq, ucciso da Alì il chimico, come cavia dei suoi esprimenti. 
Ha scritto: ??Ho nelle orecchie i dibattiti che corrono da voi in Occidente, sull??occupazione dell??Iraq e sulle truppe.  Penso che avete ragione, fate bene a discutere, è la civiltà.  Quanto a noi,  siamo 25 milioni di persone che hanno diritto, finalmente, a pensare di poter costruire un futuro.  Certo, sarebbe bello poter scegliere i propri liberatori, sarebbe stato bello poter aspettare l??Onu o Chirac, ma è andato così e da qui, forse, noi possiamo ripartire?.  

Perché per una volta la politica attorno alle parole di Prodi, che non sono diverse da quelle di Gino Strada, di Don Luigi Ciotti, di Padre Alex Zanotelli, delle associazioni e dei movimenti, non lascia da parte per un momento le rivalità e sulla pace non fa le prove generali per un vero Ulivo unito, e soprattutto per dare veramente una mano a questi nostri fratelli?

Letto 460 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21