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Articolo 21 - Editoriali
Rai, effetto boomerang
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di Loris Mazzetti*

Il caravan serraglio che, a meno di un mese dalla presentazione dei nuovi palinsesti, ha invaso la Rai, quanto negativamente inciderà sull’immagine del servizio pubblico? E quanto l’azienda dovrà investire per tentare di recuperare la propria immagine? In un momento di forte crisi delle entrate pubblicitarie,conviene  privarsi di Annozero, la trasmissione più vista di Rai2?  Maria Luisa Busi, il volto più noto del Tg1 si è dimessa dalla conduzione. Anche i telespettatori più distratti se ne accorgeranno nel momento in cui vedranno spuntare al suo posto un’anonima patatona, e si chiederanno se anche questa, come le altre nominate da poco, è stata raccomandata da Berlusconi.  Maria Luisa si è dimessa con una lettera indirizzata al direttore Minzolini, in cui denuncia la perdita di credibilità del Tg1: “Dov’è il Paese reale? Dov’è chi ha perso il lavoro? Dov’è quest’Italia che abbiamo il dovere di raccontare?” Sempre nella lettera ci sono parole che sgomentano: dirottamento, rimozione e emarginazione, impoverimento e reputazione. Rainews24 nel giorno dello switch over in 19 province del Nord (12 milioni di telespettatori), sparisce all’insaputa di tutti. Il direttore Mineo denuncia che la testata è stata oscurata, la direzione generale risponde che è stato un intervento tecnico necessario. Morale: il tg di Mineo ha subito un calo nell’ascolto del 30%. Paolo Ruffini si è rivolto ad un giudice perché ritiene di aver subito un’ingiustizia quando è stato fatto fuori da Rai3 e di aver ricevuto in cambio una scatola vuota invece di un incarico equivalente. E se verrà ricollocato alla direzione di Rai3? L’Osservatorio di Pavia che monitora le presenze dei politici in tv ha denunciato che il pluralismo nei tg non esiste, tutto sbilanciato a favore del premier. La Corte di Cassazione ha decretato che gli amministratori e i dirigenti possono essere chiamati a rispondere personalmente davanti alla Corte dei Conti del danno erariale causato alla Rai dal loro operato. Nel caso Meocci, nominato direttore generale, la Procura Regionale  ha promosso un giudizio di responsabilità nei confronti degli amministratori che lo votarono,  perché sapevano che era incompatibile per legge, ma lo voleva il Cavaliere e a lui non si può dire di no. La Corte dei Conti ha chiesto per i responsabili il pagamento della pena amministrativa inflitta dall’Autority alla Rai di circa 15 milioni di euro, più 35 milioni che corrispondono ai soldi che la Rai ha investito nel periodo della querelle Meocci per promuove la sua immagine di azienda sana. Male che vada coloro che pagano il canone  e che non condividono l’attuale caravan serraglio potranno avvalersi dei servigi della Corte dei Conti.  

* Il Fatto Quotidiano – 25 maggio 2010

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