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Articolo 21 - Editoriali
Quanti precari nel mondo dell'informazione
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di Maro Mostallino*

Troppi precari nel mondo dell'informazione, lamenta la Federazione europea della stampa. Il fenomeno è noto, ben noto anche in Italia, dove gli editori tentano di rendere sempre più instabile il rapporto di lavoro con il duplice obiettivo di risparmiare quattrini e di manipolare più facilmente le notizie attraverso forme di ricatto o di pressione sui colleghi freelance o con contratti a termine. Ma anche la nostra categoria ha le sue colpe. Spesso è proprio il caposervizio o il redattore che coordina i collaboratori a tenere comportamenti scorretti verso i colleghi più deboli, costringendoli a lavorare nei giorni in cui sono ammalati, stravolgendo i loro pezzi senza nemmeno informarli, censurando il materiale che può risultare scomodo.

E' da questa realtà, già riscontrata da una prima serie di testimonianze, che parte l'indagine sul precariato in Sardegna avviata in collaborazione dal Consiglio regionale dell'Ordine e dal direttivo dell'Associazione stampa sarda. Nei prossimi giorni un questionario con una trentina di domande - con risposte dettagliate ma anonime - verrà inviato ai colleghi che collaborano o sono corrispondenti dei tre maggiori quotidiani sardi, delle televisioni regionali e locali o che mantengono uffici stampa. I risultati saranno elaborati con l'aiuto di un sociologo del lavoro e, se l'indagine verrà conclusa in tempo, i dati saranno illustrati a fine marzo agli Stati generali dell'infornazione in Sardegna. Ordine e sindacato nell'isola hanno deciso di andare alla radice del problema, con la coscienza che purtroppo il "cattivo" spesso non è né l'editore né il direttore ma il collega contrattualizzato con un articolo 1. A prescindere dalle responsabilità, il lavoro nasce dalla consapevolezza che la situazione di chi fa informazione sul campo va di giorno in giorno peggiorando.

I collaboratori a "pezzo in bocca" ricevono compensi che da dieci anni a questa parte non sono stati adeguati all'aumento del costo della vita ma che in molti casi sono addirittura calati anche come valore nominale. La qualità del trattamento dei colleghi esterni alle redazioni, ormai i veri protagonisti delle notizie scritte e prodotte in ambito locale, incide profondamente sulla qualità dell'informazione che tv e quotidiani offrono alla società. Questa consapevolezza è il punto di partenza dell'Ordine e del sindacato che in Sardegna hanno deciso di provare a fare chiarezza nel mondo dei giornalisti, anche per poter essere più credibili quando andiamo a fare le pulci alle malefatte delle altre categorie. 

Consigliere dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna*

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