Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Il 2 giugno e i tanti principi costituzionali sotto tiro
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Fulvio Fammoni e Paolo Serventi Longhi*

Il 2 giugno è la Festa della nascita della Repubblica e della Carta Costituzionale. Partendo da questo presupposto storico, ma anche istituzionale, politico e sociale, la Cgil e molte altre associazioni e organizzazioni della società civile, tra le quali l’Arci, le Acli, l’Anpi, Libera, Libertà e Giustizia, hanno deciso di organizzare la manifestazione nazionale del 2 giugno a Milano che sarà conclusa da un discorso del Segretario Generale della stessa Cgil Guglielmo Epifani.
La Costituzione è la base della nostra libertà, individuale e collettiva, è il pilastro della nostra democrazia. Mettere in discussione il valore della Festa della Repubblica significa delegittimare la stessa Costituzione. A cominciare dal lavoro su cui si fonda la Repubblica, ma anche dai diritti umani e sociali, dal principio di uguaglianza e dall’autonomia e dalla separazione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), compreso quello dell’informazione. Questi pilastri sono oggi a rischio per le iniziative di alcune forze politiche e del governo.
In particolare, la proposta di legge sulle intercettazioni telefoniche, tornata in commissione al Senato, va ben oltre la libertà di informazione, impedisce di fatto il diritto dei cittadini ad essere informati in maniera completa e corretta. Si tratta di una legge con chiari connotati di incostituzionalità che non c’entra nulla con la tutela della privacy e delle persone, ma mira a colpire l’informazione sulle illegalità e sugli scandali. Purtroppo è tutto il sistema della comunicazione ad essere sotto tiro, come dimostrano i tagli dei contributi ai giornali, l’aumento delle tariffe postali, i tentativi di imbavagliare il web, l’attacco all’autonomia ed al ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo. Tutto ciò non è accettabile in un paese democratico come è il nostro.

* Fulvio Fammoni – Segretario confederale CGIL
e Paolo Serventi Longhi – Comitato per la libertà

Letto 1076 volte
Dalla rete di Articolo 21