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Articolo 21 - Editoriali
Abbandonare Bagdad?
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di Vittorio Roidi

Abbandonare Bagdad, dice il ministero degli Esteri. Lâ??invito ai giornalisti affinché abbandonino il paese sembra dettato dalla conoscenza di pericoli concreti. Mentre si fanno sempre più grandi lâ??attesa e la trepidazione per la sorte di Giuliana Sgrena, ecco la preoccupazione per altri colleghi che stanno lavorando in Iraq. Certo, câ??è tanto bisogno di notizie da quel paese, ancora, dopo mesi di guerra, di devastazione, di attentati, di miseria per un popolo che non ricorda neppure più cosa sia la pace, una pace decente.  Lâ??avvertimento della Farnesina non deve essere sottovalutato, troppo grande è il valore della vita, anche a fronte di quel bene prezioso che è lâ??informazione. Cosa dire? Forse non ci può essere una risposta globale, che valga per tutti. Forse, ciascuna azienda e ciascun collega devono valutare la situazione, con estrema attenzione. Le condizioni di lavoro sono diverse, così come lo sono i mezzi di cui ciascun giornalista dispone, anche se sappiamo che la disponibilità di una scorta non può essere una garanzia. Si dice addirittura che i rapimenti possano avvenire allâ??interno degli alberghi dove i giornalisti risiedono.  Abbassare bandiera di fronte al terrorismo è decisione triste, lo scoprimmo noi italiani quando le Brigate Rosse uccidevano, sequestravano e lanciavano ultimatum. Nella coscienza dei giornalisti italiani quelle storie sono rimaste indelebili. Però ora occorre realismo e prudenza. Eâ?? un fatto che in Iraq il sequestro dei giornalisti sembra diventato unâ??arma e unâ??abitudine delle bande armate. Eâ?? un pericolo che deve essere valutato e soppesato. Per quanto forti siano la passione e il senso del dovere, in questo momento sarà prudente che alcuni colleghi non si espongano e siano magari sostituiti da altri. I terroristi hanno dimostrato di conoscere i paesi occidentali e forse i giornalisti che da più tempo lavorano a Bagdad. In una situazione così difficile non câ??è una ricetta univoca. Occorre tenere accesi i riflettori, ancora sullâ??Iraq, ma contemporaneamente ripararsi, dalla ferocia e dai metodi vigliacchi di chi, con un sequestro, intende ricattare unâ??intera nazione.
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