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di Coordinamento Primoluglio
Dacia Maraini, che ne pensa di questa legge?
Sono indignata per questa legge che minaccia le libertà di indagine e di conoscenza dei fatti. Si confonde la difesa della privatezza con il diritto di sapere dei cittadini di uno stato democratico. Nessuno che io conosca in questo momento si sente minacciato nella sua privatezza, come succedeva durante il regime fascista, quando tutti i telefoni del paese erano sotto controllo della censura politica.
Oggi sappiamo che i telefoni ispezionati sono quelli che riguardano la malavita, il crimine organizzato, la droga.
Sappiamo, perché ce lo dicono i magistrati in cui abbiamo fiducia, che le intercettazioni non sono indiscriminate, non sono politiche, ma hanno la funzione precisa di scoprire i crimini.
Da una parte si parla di garantire la sicurezza dei cittadini, dall’ altra si tolgono ai magistrati gli strumenti per garantire questa sicurezza.
E’ soprattutto attraverso le intercettazioni che si è fatto quello che si è fatto nei riguardi delle mafie.
E’ grazie alle intercettazioni che sappiamo di una clinica al centro di Milano che programmava ed eseguiva operazioni inutili per pura ingordigia di guadagno.
Secondo questa legge, voluta dalla maggioranza, avremmo dovuto aspettare i tre gradi di giudizio per sapere che in quella clinica si facevano degli orrendi abusi. E nel frattempo avremmo dovuto lasciare che quei medici criminali continuassero a tagliare seni, ad asportare reni, ad amputare gambe sane?
Chiedo agli italiani di riflettere, di giudicare con la propria testa, non dando retta agli allarmismi di chi parla di dieci milioni di intercettati, perché sappiamo che non è vero.
Qui non si tratta di spiare i privati cittadini nella loro vita privata, ma di carpire attraverso uno strumento tecnologicamente intelligente coloro che tramano contro la collettività.
Sono indignata per questa legge che minaccia le libertà di indagine e di conoscenza dei fatti
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