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Articolo 21 - Editoriali
La vittoria di Federico Pirro, il caporedattore rimosso di Bari
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di Giulano Santelli

La rimozione di Federico Pirro dalle funzioni di capo redattore della sede Rai di Bari ha avuto motivazioni esclusivamente politiche. E' quanto si afferma nelle motivazioni della sentenza di merito che, al termine di un articolato giudizio, ha convalidato quanto era stato già deciso nel dicembre del 2002 con il procedimento di urgenza. Il giudice Simonetta Rubino ha ordinato il reintegro del Pirro ovvero l'affidamento di mansioni equipollenti, infliggendo una condanna risarcitoria di 200mila euro.

 La Rai aveva motivato la rimozione con "l'esistenza di insoddisfazioni profonde e tensioni ormai insanabili all'interno della redazione"; tale clima veniva ricavato da due documenti fortemente critici, firmati da dieci redattori su trentuno. Ma la direzione della testata - ha osservato il Tribunale - non ha mai ritenuto di sentire firmatari e non-firmatari per verificare se vi era fondatezza in quelle denunce, ma vi ha dato egualmente corso, ignorando al contrario il documento del Pirro che "contestò quelle accuse rivolgendosi direttamente al direttore Buttiglione per smentire in modo fermo e deciso quelle contestazioni". La giudicante si è detta convinta che 2la situazione cosiddetta ambientale abbia costituito per l'azienda non già la giustificazione del provvedimento adottato, bensì un mero pretesto, atteso che il contenuto dei due documenti non ha ricevuto l'adeguata conferma in sede istruttoria". E' al contrario emerso che la rimozione ha risposto alle pretese del presidente della giunta regionale pugliese Raffaele Fitto (contro la gestione Pirro era giunto a proclamare il black-out adottando iniziative ed espressioni "dal lontano sapore di minaccia", come si legge nella sentenza) ed è stata realizzata non appena lo schieramento di centrodestra si è insediato nel cda della Rai; da non trascurare un particolare primo firmatario dei due documenti presi a pretesto per la rimozione era Raffaele Gorgoni, divenuto quasi contestualmente portavoce di Fitto.

 La Rai ha indicato come testimone a sostegno delle proprie tesi anche il vice capo redattore Pino Bruno. "Lascia alquanto interdetti e perplessi - commenta così il Tribunale le sue dichiarazioni - l'affermazione del teste Bruno laddove afferma di non risultargli affatto della esistenza di contrasti tra il ricorrente ed il presidente della regione, quando invece tutta la documentazione allegata conferma che tali contrasti erano noti all'intera redazione e costituivano il tema che quotidianamente riferivano i giornali, quasi come se il giornalista vivesse una realtà virtuale o divenuta tale in vista del suo interrogatorio". Anche per altre affermazioni, la testimonianza di Pino Bruno, consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti, viene definita "priva di attendibilità". Avvilente per un tutore della deontologia professionale!

 Dopo Santoro, anche per Pirro la Rai è condannata a versare cifre non proprio irrilevanti. C'è da chiedersi: posto che il demansionamento fatto seguire da assoluta inattività è un indiscutibile illecito civile, perchè ricorrere al danaro del contribuente e non al portafogli dei dirigenti responsabili?
 
 Ancora un dato. I difensori della Rai, Renato e Claudio Scognamiglio dell'Università di Roma (Pirro è stato difeso dall'avv: Ettore Sbarra) hanno sostenuto che il mancato affidamento di un incarico è dovuto al fai play dell'azienda che con i giornalisti non vuole essere vessatorio. "Non è invero ragionevole - ha risposto il Tribunale - conforme a buona fede ed alla corretteza professionale che tale modo di agire lo si adotti solo per la individuazione di nuove mansioni e non anche al momento forse più delicato per un lavoratore, ovvero quando le mansioni del lavoratore debbano essere rimosse: la Rai non ha adottato tale fair play allorchè ha destituito il ricorrente. Quindi conclude questo giudice ritenendo che la Rai non abbia dato minimamente la prova di aver formalmente incaricato il Pirro di determinate mansioni e che questi si sia rifiutato di svolgerle".

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